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Cronaca

Regno Unito sperimenta la castrazione chimica per condannati per gravi crimini sessuali

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Il Regno Unito avvia una sperimentazione sulla castrazione chimica per i condannati per gravi crimini sessuali. Obiettivo: ridurre i tassi di recidiva e proteggere le potenziali vittime. Scopri come funziona e quali sono le reazioni dell’opinione pubblica.


Il Regno Unito ha avviato una fase sperimentale di castrazione chimica per i condannati per gravi crimini sessuali, suscitando un acceso dibattito tra opinione pubblica, esperti legali e organizzazioni per i diritti umani. La misura, adottata su base volontaria in alcune carceri selezionate in Inghilterra e Galles, ha l’obiettivo di ridurre la recidiva tra i colpevoli di abusi sessuali, in particolare quelli riconosciuti come ad alto rischio di reiterazione del reato.

La castrazione chimica prevede la somministrazione di farmaci anti-androgeni, come il medrossiprogesterone acetato, che riducono significativamente il desiderio sessuale agendo sull’equilibrio ormonale. Questa misura non è nuova a livello internazionale: paesi come Polonia, Corea del Sud e alcuni stati americani l’hanno già introdotta, spesso con risultati controversi.

Obiettivi del programma sperimentale

Secondo il Ministero della Giustizia britannico, il programma mira a testare l’efficacia della castrazione chimica nel contenere gli impulsi sessuali devianti, riducendo così le possibilità di recidiva e aumentando la sicurezza pubblica. Il trattamento sarà somministrato solo con il consenso del detenuto, e accompagnato da un percorso psicologico e terapeutico.

Un portavoce del governo ha dichiarato:
“La tutela delle potenziali vittime è una priorità assoluta. Questa iniziativa rappresenta un’opzione aggiuntiva per gestire detenuti particolarmente pericolosi.”

Le reazioni: tra sostegno e critiche

L’iniziativa ha ricevuto consensi da parte di alcune associazioni di vittime, che vedono nella castrazione chimica uno strumento utile per prevenire nuovi abusi. Tuttavia, non mancano critiche da parte di ONG e associazioni per i diritti civili, secondo cui la misura rischia di violare i diritti fondamentali dei detenuti, in particolare se in futuro dovesse diventare obbligatoria.

Secondo Amnesty International UK:
“Qualsiasi trattamento medico deve rispettare l’integrità fisica e il consenso informato. La castrazione chimica, anche se volontaria, solleva interrogativi etici importanti.”

Una questione etica e legale

Nel Regno Unito, il tema del trattamento dei sex offender è da tempo al centro del dibattito. La castrazione chimica si inserisce in una strategia più ampia di controllo e riabilitazione, ma solleva questioni complesse legate alla giustizia, alla medicina e alla libertà individuale.

La sperimentazione sarà valutata nei prossimi mesi attraverso un monitoraggio scientifico condotto da un team indipendente di criminologi e medici. Se i risultati saranno positivi, il governo potrebbe estendere la misura a livello nazionale, mantenendola su base volontaria.

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Redazione Italia

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