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Catanzaro, mancata realizzazione dell’invaso “Diga sul fiume Melito”: a giudizio i presunti responsabili

La mancata realizzazione dell’invaso artificiale noto come “Diga sul fiume Melito”, un’opera idraulica strategica per il territorio calabrese, approda in tribunale. Dopo anni di stallo e sprechi di denaro pubblico, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha disposto il rinvio a giudizio per diversi indagati, ritenuti responsabili di gravi irregolarità nella gestione del progetto.

Al centro dell’inchiesta, avviata nel 2023, ci sono presunti reati legati a inadempienze contrattuali, abusi d’ufficio e omissioni in atti di ufficio. Le indagini hanno evidenziato come, nonostante gli ingenti fondi stanziati – si parla di oltre 150 milioni di euro – l’opera non sia mai stata completata, lasciando il territorio privo di un’infrastruttura fondamentale per la gestione delle risorse idriche e la prevenzione del rischio idrogeologico.

L’invaso sul Melito, pianificato fin dagli anni ’90, avrebbe dovuto garantire approvvigionamento idrico, produzione di energia idroelettrica e irrigazione per migliaia di ettari agricoli nel territorio tra le province di Catanzaro e Reggio Calabria. Invece, a distanza di oltre vent’anni, il sito rimane un cantiere abbandonato, simbolo delle inefficienze burocratiche e delle criticità nella gestione delle grandi opere pubbliche in Calabria.

Tra i rinviati a giudizio figurano ex dirigenti regionali, tecnici progettisti, amministratori di società appaltatrici e consulenti esterni. Le udienze preliminari inizieranno il prossimo settembre presso il Tribunale di Catanzaro. Secondo l’accusa, le responsabilità sarebbero da ricondurre a omissioni nei controlli, ritardi ingiustificati e cattiva gestione dei fondi pubblici.

La Regione Calabria, costituitasi parte civile nel procedimento, ha annunciato l’intenzione di chiedere il risarcimento dei danni patrimoniali e ambientali subiti, sottolineando l’urgenza di rilanciare il progetto in un’ottica di sviluppo sostenibile e di contrasto ai cambiamenti climatici.

La vicenda della diga sul Melito rappresenta un caso emblematico di opera incompiuta, con ricadute negative sul territorio, sull’economia agricola e sull’occupazione locale. Le associazioni ambientaliste, intanto, chiedono maggiore trasparenza e una nuova valutazione d’impatto ambientale prima di qualsiasi rilancio del progetto.

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