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Cronaca

Delitto di Garlasco, nuovi sviluppi: trovato un martello nel canale di Tromello

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Una possibile svolta nel delitto di Garlasco, il caso di cronaca che sconvolse l’Italia nel 2007. Durante una recente ispezione del canale di scolo a Tromello, a pochi chilometri dal luogo del delitto, sono stati rinvenuti alcuni oggetti, tra cui un martello, che potrebbero essere riconducibili all’arma del delitto.

reperti sono stati sequestrati dai carabinieri del nucleo investigativo di Pavia e saranno ora sottoposti ad accertamenti tecnici e scientifici per verificarne l’eventuale compatibilità con le lesioni riscontrate sul cranio di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella sua abitazione di via Pascoli il 13 agosto 2007.

Un martello compatibile con l’arma del delitto?

Secondo fonti investigative, tra gli oggetti recuperati vi sarebbe un martello arrugginito, avvolto in materiale plastico. Gli inquirenti non escludono che possa trattarsi dell’arma utilizzata per colpire Chiara Poggi alla testa, ma sarà necessario attendere l’esito delle analisi biologiche, dattiloscopiche e balistiche.

I RIS di Parma effettueranno i test per verificare la presenza di eventuali tracce di sangue, DNA o impronte digitalisugli oggetti. Il materiale sarà inoltre confrontato con i dati dell’autopsia e le ricostruzioni forensi elaborate nel corso dei processi.

Il contesto: un caso mai del tutto chiuso

Il delitto di Garlasco ha avuto un iter giudiziario lungo e complesso. Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima, è stato condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di carcere per omicidio volontario, dopo un procedimento durato otto anni, segnato da ribaltamenti e perizie controverse.

Nonostante la condanna definitiva, numerosi dubbi e interrogativi sono rimasti irrisolti, spingendo nel tempo sia la difesa sia alcuni giornalisti investigativi a chiedere nuove indagini.

Reperti compatibili con nuovi scenari?

Il ritrovamento nel canale di Tromello riaccende l’attenzione mediatica e giudiziaria sul caso. Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sull’origine degli oggetti, ma non escludono che il luogo del ritrovamento possa indicare un percorso di fuga o un tentativo di occultamento legato al giorno dell’omicidio.

Nel frattempo, la Procura di Pavia ha confermato di aver riaperto un fascicolo a modello 45 (atti non costituenti notizia di reato) per permettere una verifica più approfondita sui nuovi elementi emersi.

Cautela degli investigatori

“È prematuro trarre conclusioni – ha dichiarato una fonte vicina all’inchiesta –. Sarà fondamentale l’esito degli esami tecnici per capire se siamo di fronte a un reperto davvero collegato al delitto o a un oggetto abbandonato senza alcun legame”.

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Redazione Italia

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