Cronaca

Khamenei in un bunker, lo Scià pronto a tornare: la crisi dell’Iran tra guerra e cambiamento

Mentre la guerra con Israele entra nella sua fase più critica, la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, è stata trasferita in un bunker sotterraneo nel quartiere di Lavizan, a nord-est di Teheran, insieme alla sua famiglia. Questa mossa è avvenuta poche ore dopo l’intensificarsi dei raid israeliani, che hanno colpito obiettivi strategici nel cuore della capitale iraniana .

La strategia israeliana: colpire il cuore del potere

Israele ha avviato l’operazione “Rising Lion”, mirata a indebolire le capacità nucleari e militari dell’Iran. Secondo fonti diplomatiche, le forze israeliane avrebbero scelto di non eliminare Khamenei immediatamente per offrirgli un’ultima opportunità di cessare il programma di arricchimento dell’uranio. Tuttavia, la decisione di spostarlo in un rifugio indica una crescente vulnerabilità del regime.

Voci di fuga e ritorno dello Scià

In parallelo, emergono voci su possibili defezioni all’interno del regime. Ali Asghar Hejazi, vicecapo di gabinetto di Khamenei, sarebbe in trattative con le autorità russe per ottenere asilo in caso di ulteriori deterioramenti della situazione.Queste informazioni alimentano speculazioni su un possibile ritorno della dinastia Pahlavi, con Reza Pahlavi, figlio dell’ultimo Scià, che ha recentemente esortato gli iraniani a disertare e a opporsi al regime attuale .

La comunità internazionale e le prospettive future

Organizzazioni internazionali e attivisti, tra cui le premi Nobel per la pace Shirin Ebadi e Narges Mohammadi, hanno lanciato appelli per una fine immediata delle ostilità e per una transizione pacifica verso la democrazia in Iran. Tuttavia, le divisioni tra le potenze mondiali complicano ulteriormente la situazione, con gli Stati Uniti che sembrano favorire un approccio diplomatico, mentre Israele spinge per azioni più decisive .