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Calabria

Rocca di Neto (KR) | Alba Chiara Corigliano non ce l’ha fatta, un mese dopo l’incidente sulla SS107

La comunità calabrese è in lutto per la perdita di una giovane vita sulla strada. Alba Chiara Corigliano, 31 anni di Rocca di Neto, provincia di Crotone, è deceduta all’ospedale di Catanzaro a seguito delle ferite riportate nell’incidente avvenuto il 25 febbraio scorso lungo la SS 107 a Crotone, in località Brasimato.

Nell’impatto tragico, che ha scosso profondamente la comunità locale, persero la vita anche Lorenza Aloisio, 33 anni, e il suo fidanzato Piero Riolo, 43 anni. Alba Chiara e sua madre rimasero gravemente ferite e dopo una lotta di quasi un mese, il cuore della giovane donna ha smesso di battere.

I social media sono stati invasi da messaggi di cordoglio e ricordi per Alba Chiara. Tra questi, un commosso omaggio dell’amico Natale Tallarico, che ha espresso il suo dolore per la tragica perdita: “Mi dispiace davvero tanto, non doveva finire così. Non è giusto morire in questo modo. Alba, hai lasciato un vuoto immenso nei nostri cuori, soprattutto in quello di tuo fratello e tuo padre. Hai lottato con tutte le tue forze, ma purtroppo non ce l’hai fatta. Fai buon viaggio, non posso dirti di riposare in pace perché avevi ancora tanta vita davanti, non eri stanca.”

Calabria

Paola | Detenuto ingerisce lamette e poi aggredisce il medico

36 ore di alta Tensione altissima nel carcere di Paola dopo l’aggressione da parte di un detenuto. Salvatore Panaro, vicesegretario regionale per la Calabria del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), ha riferito che nella serata di venerdì un detenuto ha ingerito lamette da barba e la testa di uno spazzolino da denti.

Il medico interno della struttura penitenziaria, dopo averlo visitato, ha disposto l’urgente trasferimento dell’uomo all’ospedale cittadino. Gli esami radiologici hanno confermato la presenza di corpi estranei nello stomaco. Durante la visita, il detenuto ha aggredito a pugni il medico del 118.

Solo grazie all’intervento tempestivo del personale di scorta della Polizia Penitenziaria si è evitato il peggio. Con grande difficoltà, il detenuto è stato riportato in carcere in attesa della programmazione dell’intervento chirurgico necessario.

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Calabria

Vibo Marina | Nonostante il divieto di avvicinamento aggredisce ex moglie e suocera: ai domiciliari 

La scorsa settimana, i Carabinieri della Stazione di Vibo Marina sono intervenuti prontamente in un caso di violazione delle misure cautelari da parte di un individuo soggetto al divieto di avvicinamento alle vittime. Nonostante il divieto in vigore, stabilito rapidamente grazie alle linee guida della Procura, il sospettato si è recato presso l’abitazione familiare, facendosi aprire la porta dalla figlia. Una volta all’interno, ha aggresso fisicamente la suocera e la moglie, causando loro lesioni valutate guaribili in un mese.

L’intervento dei Carabinieri è stato immediato: la pattuglia è intervenuta sul posto, procedendo all’arresto del sospettato per violazione della misura cautelare. L’uomo è stato rintracciato poco distante dall’abitazione dove si è verificata l’aggressione. L’arresto è stato convalidato e sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia ha elogiato l’operato tempestivo dei Carabinieri della Stazione di Vibo Marina, sottolineando l’importanza di assicurare alla giustizia individui pericolosi e garantire la sicurezza delle vittime. Questo episodio evidenzia l’impegno costante del Comando Provinciale e della Questura nella tutela dei cittadini e nella prevenzione e contrasto dei reati, specialmente quelli legati alla violenza di genere, in stretta collaborazione con la Procura di Vibo.

Durante le conferenze tenute alle forze dell’ordine, il Procuratore ha illustrato gli strumenti e le misure di protezione disponibili per le vittime, assicurando la massima serietà e riservatezza nel trattare ogni denuncia grazie al supporto di personale altamente specializzato. Ha ribadito l’impegno della Procura nel garantire un sistema di supporto solido ed efficiente per chiunque si trovi in situazioni di pericolo.

Infine, il procuratore Falvo ha sottolineato l’importanza della denuncia e della collaborazione con le forze dell’ordine per contrastare la violenza di genere, soprattutto all’interno delle mura domestiche. “Solo unendo le forze possiamo sperare di debellare questo grave problema sociale”.

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Calabria

Tropea (VV) | La Relazione di Piantedosi: “Il sindaco sostenuto dal clan La Rosa”.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha presentato una richiesta di scioglimento del Consiglio comunale di Tropea, a causa di interferenze da parte della criminalità organizzata che hanno compromesso l’autonomia e l’imparzialità dell’amministrazione locale, nonché il regolare svolgimento dei servizi con grave pregiudizio per l’ordine pubblico e la sicurezza. Questa richiesta è stata approvata con delibera del Consiglio dei Ministri il 23 aprile.

Secondo il ministro, le indagini hanno rivelato alterazioni e compromissioni dell’azione amministrativa in vari settori a vantaggio di soggetti legati direttamente o indirettamente alla criminalità organizzata locale. Si è evidenziato un coinvolgimento diretto e/o indiretto degli amministratori e dipendenti comunali con la criminalità organizzata locale.

Il ministro ha evidenziato il sostegno elettorale ricevuto dal sindaco di Tropea e dalla sua lista dalle cosche di ‘ndrangheta, in particolare dal clan La Rosa, attivo sul territorio. Alcuni membri dell’amministrazione comunale hanno stretti legami familiari e frequentazioni con esponenti della criminalità organizzata locale, il che ha influenzato l’attività amministrativa a favore di tali ambienti.

Un episodio emblematico è rappresentato dall’acquisto da parte del sindaco di Tropea di un’auto Audi A6 per uso privato, formalmente intestata alla suocera, senza patente di guida, di esponenti apicali della criminalità organizzata locale. Tale acquisto, soggetto a misure patrimoniali da parte dell’autorità giudiziaria, evidenzia i legami tra il sindaco e la criminalità organizzata.

Questi fatti hanno portato alla richiesta di scioglimento del Consiglio comunale di Tropea per ripristinare la legalità e prevenire ulteriori interferenze nel processo decisionale.

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