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Cassazione conferma la condanna a sei anni per l’ex AD di Autostrade per l’Italia: è definitivo il verdetto sulla strage del bus di Avellino

Roma, 12 aprile 2025 – La Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a sei anni di reclusione per Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, in relazione alla strage del viadotto Acqualonga, avvenuta il 28 luglio 2013, quando un autobus precipitò dal viadotto sull’A16, provocando 40 morti e numerosi feriti.

Il tragico incidente, uno dei più gravi mai avvenuti sulle autostrade italiane, scosse profondamente l’opinione pubblica e diede inizio a un lungo percorso giudiziario. Secondo l’accusa, la tragedia fu causata anche dalla mancanza di adeguata manutenzione e controllo delle barriere di sicurezza, che cedettero al momento dell’urto, nonostante il mezzo avesse superato i limiti di velocità e fosse in condizioni meccaniche precarie.

La Suprema Corte ha respinto i ricorsi presentati dalla difesa di Castellucci, confermando le responsabilità già accertate in appello. I giudici hanno ritenuto che l’allora AD avesse piena consapevolezza dello stato di degrado delle barriere del viadotto, ma non abbia adottato le misure necessarie a garantire la sicurezza degli utenti della strada.

La sentenza rappresenta un passaggio storico, non solo per la vicenda specifica, ma anche per il principio di responsabilità manageriale in ambito infrastrutturale. È la prima volta che un alto dirigente di un concessionario autostradale viene condannato in via definitiva per fatti così gravi legati alla sicurezza stradale.

I familiari delle vittime, presenti fuori dal Palazzaccio al momento della lettura della sentenza, hanno accolto la decisione con commozione e sollievo, dopo oltre un decennio di attesa. “Finalmente giustizia è stata fatta”, ha dichiarato uno dei parenti, “ma nessuna condanna potrà restituirci i nostri cari”.

Con questa pronuncia, si chiude uno dei più complessi e dolorosi processi della recente storia giudiziaria italiana. Resta ora da vedere se e come la sentenza inciderà sulle cause civili ancora pendenti e sulle politiche future di gestione delle infrastrutture autostradali.

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