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Cronaca

Palermo | Mafioso festeggia le nozze nella chiesa che ospita le spoglie di Falcone


Il 15 aprile, Tommaso Lo Presti, noto boss mafioso appena scarcerato dopo 12 anni di prigione, ha celebrato il suo venticinquesimo anniversario di matrimonio con la moglie Teresa Marino, anch’essa condannata per mafia, nella Chiesa di San Domenico, che ospita il Pantheon degli illustri di Sicilia e le spoglie di Giovanni Falcone.

La notizia, riportata qualche giorno fa da Palermotoday, è stata ripresa da Repubblica.

La coppia, che ricopre ruoli di rilievo nella cosca mafiosa di Porta Nuova a Palermo, ha poi festeggiato l’anniversario in una villa con la presenza di due cantanti neomelodici.

Il rettore di San Domenico, padre Sergio Catalano, ha dichiarato di non essere a conoscenza dell’identità dei due al momento della celebrazione e di averlo scoperto solo successivamente dal sito web. I due mafiosi, che hanno rinnovato il loro impegno d’amore, hanno anche fatto un’offerta alla chiesa. Padre Catalano ha specificato che “quei soldi saranno destinati a beneficenza per coloro che ne hanno bisogno”.

Cronaca

Caso Denise Pipitone | La mamma: “Dopo 20 anni ritrovate due cimici funzionanti in casa”

Denise Pipitone torna protagonista di un nuovo mistero. Durante lavori di manutenzione, Piera Maggio, madre della bambina scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo, ha fatto una scoperta inquietante: due cimici, funzionanti e collegate alla rete elettrica, rinvenute nella propria abitazione. Maggio ha reso nota la scoperta tramite un post su Facebook, accompagnato da una foto delle microspie.

Le cimici, ritrovate dopo vent’anni, sollevano interrogativi su come siano state collocate e se qualcuno abbia violato la loro proprietà nel corso del tempo. Maggio ha dichiarato di aver sempre mantenuto trasparenza e di non avere nulla da nascondere, sottolineando che la scoperta è avvenuta casualmente durante lavori di manutenzione.

La madre di Denise Pipitone si chiede ora se, al termine di un’indagine, le apparecchiature utilizzate dagli investigatori dovrebbero essere recuperate, considerando che potrebbero appartenere allo Stato. In caso affermativo, sorge la domanda se debbano essere risarciti per l’utilizzo della loro rete elettrica per oltre due decenni.

La scoperta delle cimici aggiunge un nuovo elemento di mistero al caso di Denise Pipitone, sollevando interrogativi sul passato e sull’uso delle tecnologie di sorveglianza nelle indagini.

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Cronaca

Strage di Casteldaccia (PA) | Il comandante dei vigili del fuoco: “Gli operai non avevano mascherine”

Gli operai deceduti a Casteldaccia non indossavano le mascherine, come confermato dal comandante dei vigili del fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio: “In quel contesto, avrebbero dovuto essere protetti con le maschere, ma quando siamo arrivati sul luogo e abbiamo trovato i corpi, non le avevano indosso”. Si rafforza sempre di più l’ipotesi che la causa della morte dei quattro lavoratori della Quadrifoglio Group di Partinico – Epifanio Alsazia, 71 anni, Ignazio Giordano, 57 anni, Giuseppe Miraglia, 47 anni, Roberto Raneri, 51 anni – e di un quinto operaio interinale dell’Amap, Giuseppe La Barbera, 28 anni, sia stata l’esalazione di un gas tossico proveniente dai liquami mentre intervenivano sulla fognatura di via Nazionale.

I due sopravvissuti sono un uomo di 62 anni di Partinico, D.V., ricoverato in gravi condizioni al Policlinico, e Giovanni D’Aleo, 44 anni, illeso. L’ipotesi principale, sia tra gli investigatori che tra gli esperti sanitari, è l’idrogeno solforato, già implicato in incidenti simili in altre parti del Paese. Questa sostanza, estremamente tossica soprattutto in ambienti liquidi come la vasca in cui stavano lavorando gli operai, è particolarmente pericolosa poiché il suo odore di uovo marcio diminuisce all’aumentare della concentrazione, fino a diventare impercettibile mentre la sua letalità aumenta.

Secondo le prime ricostruzioni, i primi due operai si sono sentiti male entrando nella vasca, e gli altri tre sono scesi per soccorrerli, perdendo la vita anch’essi. Uno dei sopravvissuti ha riferito di aver udito le grida dei colleghi. L’altro operaio, di 62 anni e originario di Partinico, rimane ancora in condizioni critiche al Policlinico e, secondo quanto riportato da PalermoToday, avrebbe subito gravi danni polmonari a causa dell’inalazione di sostanze tossiche. Questo sembra confermare le prime ipotesi degli investigatori, scartando l’idea di un crollo all’interno della vasca. Tuttavia, si attendono i risultati di una Tac particolare per valutare eventuali lesioni non visibili altrimenti.

L’allarme è stato dato alle 13:48 al numero unico del pronto intervento e le autorità si sono prontamente attivate. La polizia sta conducendo indagini presso la sede della Quadrifoglio Group a Partinico e sta ascoltando uno dei due sopravvissuti, D’Aleo, il quale potrebbe fornire informazioni cruciali per le indagini.

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Cronaca

Casteldaccia (PA) | Strage sul lavoro, 5 morti per intossicazione, il sesto è grave in ospedale


A Casteldaccia, provincia di Palermo, cinque operai hanno perso la vita in un grave incidente sul lavoro.

Un sesto operaio è stato trasportato d’urgenza al Policlinico di Palermo, dove è stato intubato. Secondo una prima ricostruzione, i sei operai facevano parte di una ditta privata incaricata di lavori fognari per conto dell’Amap, la società responsabile della gestione delle condotte idriche e fognarie a Palermo.

I sette operai stavano effettuando lavori di manutenzione su un impianto di sollevamento delle acque fognarie per conto dell’Amap. Durante il lavoro, alcuni di loro hanno iniziato a manifestare sintomi di malessere, probabilmente a causa di un’intossicazione da idrogeno solforato, che provoca irritazioni alle vie respiratorie e può causare soffocamento. Uno dei lavoratori è riuscito a uscire dall’impianto e a lanciare l’allarme, ma gli altri sei sono rimasti intrappolati e hanno perso conoscenza a causa delle esalazioni tossiche.

I soccorsi sono stati immediati grazie all’intervento dei vigili del fuoco e del personale sanitario del 118, che hanno tentato di rianimare gli operai sul posto. Purtroppo, per cinque di loro non c’è stato nulla da fare; il sesto è stato trasportato d’urgenza al Policlinico dopo essere stato intubato.

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