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Cronaca

Caltanissetta | Coppia arrestata per violenza sessuale

Una coppia di Caltanissetta è stata arrestata a Cogne dai carabinieri e trasferita nel carcere di Brissogne con l’accusa di violenza sessuale in concorso. I due, difesi dall’avvocato Massimiliano Bellini, sono accusati di aver ripetutamente violentato un uomo di 65 anni, filmando gli atti di violenza e minacciando di diffondere i video.

La coppia, composta da un uomo di 57 anni e una donna di 64, aveva preso in affitto uno degli appartamenti di proprietà della vittima, una persona di natura mite e ingenua, nella Valle d’Aosta nel giugno scorso. Inizialmente, sembrava esserci un rapporto amichevole tra le parti, ma poi sarebbe iniziato un incubo per la vittima. L’uomo sarebbe stato costretto ad affrontare almeno una decina di episodi di violenza sessuale.

Durante una delle violenze, come testimoniato da alcune immagini, l’uomo sarebbe persino svenuto. Gli abusi si sarebbero protratti anche quando l’uomo implorava la coppia di smettere, affermando di avere problemi di salute. La minaccia ricorrente era quella di diffondere le immagini degli abusi. La coppia aveva anche occupato l’appartamento senza volerlo lasciare.

La vittima, ormai terrorizzata dalla coppia, aveva cambiato le sue abitudini per evitare di incontrarli. Infine, ha deciso di presentarsi ai carabinieri per denunciare la situazione. Dai filmati, i militari dell’Arma hanno confermato le violenze subite costantemente dal 65enne. Dopo l’arresto, la coppia è stata condotta in carcere.

Calabria

Paola | Accoltella il compagno durante una lite: ricoverato

I carabinieri hanno arrestato una donna di 39 anni, di origine brasiliana ma residente a Paola, per tentato omicidio. Silvia Santis Maria do Soccorro, durante una lite nella notte, ha accoltellato il compagno Francesco Di Santo, 53 anni, colpendolo all’addome, al torace e alle braccia. Dopo essere stato soccorso, l’uomo è stato trasportato in fin di vita all’Annunziata di Cosenza, dove è attualmente ricoverato in Terapia Intensiva.

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Cronaca

Strage Casteldaccia |  Indagato il titolare della società

Nell’inchiesta sulla tragica morte dei cinque operai a Casteldaccia, è emerso che l’indagato è Antonio Di Salvo, il proprietario della ditta Quadrifoglio, subappaltatrice dei lavori nella rete fognaria. L’accusa nei suoi confronti è di omicidio colposo plurimo. Di Salvo ha ricevuto un avviso di garanzia, necessario per poter designare un medico legale di fiducia che parteciperà alle autopsie delle vittime.

Al ritorno dagli Stati Uniti, al titolare della Quadrifoglio è stato rimproverato di non aver adottato tutte le precauzioni necessarie per prevenire l’incidente. Il personale non era dotato di dispositivi di sicurezza mentre lavorava nelle fognature. Gli investigatori stanno analizzando anche altri lavori simili effettuati di recente, sospettando un’inadeguata gestione dei cantieri.

Nelle prossime ore, presso il Policlinico di Palermo, verranno eseguite le autopsie sui cinque operai deceduti lunedì, dopo l’apertura di un’indagine per omicidio colposo plurimo da parte della Procura di Termini Imerese. Secondo le prime informazioni, le vittime lavoravano per la Quadrifoglio Group, subappaltatrice dei lavori di manutenzione della rete fognaria di Casteldaccia e di altri comuni, precedentemente appaltati da Amap, la municipalizzata del capoluogo. Si ipotizza che i lavoratori non dovessero scendere nelle fognature, ma eseguire lo spurgo dei tombini dalla strada.

Durante il lavoro, la sonda dell’autospurgo si è bloccata a causa del tombino ricoperto di asfalto. Gli operai avrebbero chiesto il permesso al direttore dei lavori di Amap di entrare nelle fognature. Tuttavia, il “tappo” che bloccava la sonda si è sgretolato, causando la fuoriuscita di liquami e gas letale. Tre operai sono precipitati nella vasca sottostante, tra cui il capo squadra Epifanio Alsazia. Ulteriori tentativi di soccorso hanno portato alla morte di altri due lavoratori e al ricovero in condizioni critiche di un terzo.

Le indagini mirano a individuare eventuali lacune nella sicurezza sul lavoro, inclusa l’assenza di dispositivi di protezione individuale e la selezione di personale non adeguatamente formato. Si sta anche indagando sul motivo per cui il tecnico di Amap ha autorizzato l’accesso alle fognature. È in corso un’indagine sulla catena di responsabilità nella sorveglianza dei lavori subappaltati. La Fp Cgil Sicilia chiede risposte immediate dall’Ispettorato nazionale del lavoro, dal ministro del Lavoro e dalla Regione Siciliana, sottolineando la necessità di un monitoraggio costante per prevenire tragedie simili in futuro.

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Calabria

Taurianova (RC) | La storia dell’omicidio di Agostino Ascone: arrestati moglie e amante

La scomparsa di Agostino Ascone, un imprenditore agricolo di Amato di Taurianova, avvenuta nel dicembre 2021, ha rivelato contorni oscuri e tragici. Contrariamente all’ipotesi di un’allontanamento volontario, emerge ora che Ascone è stato attratto in una trappola e fatto sparire deliberatamente. La moglie, Ilaria Sturiale, 31 anni, e il suo amante, Antonio Figliuzzi, 51 anni, sono stati riconosciuti colpevoli di questo vile crimine e condannati all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Palmi. Giuseppe Trapasso, 31 anni, ritenuto complice dei due principali responsabili, è stato condannato a 24 anni e 6 mesi di reclusione.

Ascone, all’epoca della sua scomparsa, aveva 36 anni. La ricerca di indizi ha coperto un vasto territorio, inclusa la foce e l’alveo del fiume Mesima. L’accusa sostiene che Ascone sia caduto vittima di un’aggressione pianificata. Figliuzzi e Trapasso avrebbero simulato un guasto alla sua auto, ingannandolo e conducendolo a una tragica fine. Grazie alle telecamere di un ristorante e al sistema GPS dell’auto di Ascone, gli investigatori hanno ricostruito gli ultimi momenti della sua vita. Si è appreso che la vittima si era allontanata con il suo veicolo in direzione di Rosarno, dove poi è scomparsa. Si presume che Figliuzzi, con il consenso della moglie di Ascone e l’aiuto di Trapasso, abbia riportato l’auto vicino alla residenza dell’imprenditore ad Amato di Taurianova.

A seguito dell’arresto avvenuto nell’aprile 2022, emergono ulteriori elementi inquietanti. Durante un confronto con la cognata e i familiari del marito, Ilaria Sturiale avrebbe minacciato: “Ti faccio squagliare nell’acido dai rosarnesi”. Figliuzzi, con precedenti penali legati alla mafia, è associato alla cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco di Rosarno ed era coniugato con una testimone di giustizia, Maria Concetta Cacciola, morta nel 2011 per aver ingerito dell’acido. Nel corso del processo, Figliuzzi ha confessato e ha fornito una sua versione dei fatti. Ha raccontato di un violento scontro con Ascone e di aver sparato alla vittima. Tuttavia, nonostante i suoi tentativi di minimizzare il coinvolgimento della compagna, entrambi sono stati condannati all’ergastolo.

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