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Cronaca

Sicilia | Ultimo grande latitante della Mafia stragista, polizia realizza nuovo identikit

La polizia ha utilizzato la tecnica dell’Age progression per ricostruire il nuovo identikit di Giovanni Motisi, l’ultimo grande latitante della mafia stragista.

Questa tecnica ha permesso di invecchiare progressivamente le immagini degli anni Ottanta e Novanta ritrovate in casa del boss, rendendolo identificabile. Grazie all’intelligenza artificiale, il laboratorio della polizia scientifica ha elaborato l’aspetto del ricercato, seguendo anche alcuni profili antropometrici della sua cerchia familiare. Motisi, noto come ‘u pacchiuni (il grasso), è ricercato dal 1998 ed è considerato uno dei latitanti di “massima pericolosità” dal ministero dell’Interno.

La sua storia criminale include uno dei più gravi crimini degli anni di piombo: l’uccisione del vice questore Ninni Cassarà il 6 agosto 1985. Cassarà era uno degli investigatori più apprezzati da Giovanni Falcone e, insieme all’agente Roberto Antiochia, venne ucciso mentre investigava sull’omicidio del commissario Beppe Montana, avvenuto il 28 luglio 1985.

Motisi, coinvolto nell’agguato contro Cassarà, guadagnò una “promozione” criminale diventando capo del mandamento di Pagliarelli. Tuttavia, questo incarico gli venne revocato su ordine del boss Nino Rotolo, sospettato di una gestione poco scrupolosa delle risorse della cosca. Nonostante ciò, Motisi rimane un grande ricercato.

Calabria

Catanzaro Lido | Accusati in 3 per tentata estorsione al porto, giudicati con rito abbreviato

I tre uomini accusati della tentata estorsione al porto di Catanzaro Lido saranno giudicati con il rito abbreviato. La Procura ha richiesto il giudizio immediato per Antonio Carvelli, 76 anni, di Isola Capo Rizzuto, Luigi Foschini, 73 anni, di Crotone, e Luigi Mendicino, 48 anni, di Crotone.

L’accusa contestata ai tre uomini è quella di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, considerando l’appartenenza di Foschini alla cosca Barilari Foschini, già condannata per associazione mafiosa e considerata una costola della cosca Vrenna Corigliano Bonaventura. I tre compariranno davanti al giudice per l’udienza preliminare di Catanzaro, assistiti dagli avvocati difensori Pasquale Le Pera, Giacomo Iemma e Fabrizio Salvati.

L’operazione degli inquirenti è stata resa possibile grazie al coraggio dell’imprenditore, che si è subito rivolto agli inquirenti dopo essere stato avvicinato.

L’imprenditore crotonese ha ottenuto dal Comune di Catanzaro una concessione demaniale marittima per l’installazione e la gestione di alcuni pontili galleggianti nel porto di Catanzaro Lido dal gennaio dell’anno scorso. Ad agosto, l’imprenditore ha chiesto e ottenuto di poter parlare con gli investigatori della Mobile. Ha raccontato loro che qualche giorno prima Carvelli si era presentato chiedendo un posto di lavoro per una persona, e di fronte al rifiuto dell’imprenditore, gli aveva intimato di incontrare alcune persone, senza specificare chi. L’imprenditore ha risposto che al momento non poteva assumere personale non specializzato. Tuttavia, l’uomo ha insistito chiedendo di incontrare due soggetti di persona. Successivamente è stato fissato un appuntamento per il 12 agosto.

Carvelli è tornato in compagnia di Mendicino e Foschini, questa volta esplicitando che l’imprenditore avrebbe dovuto versare loro del denaro, poiché “gli amici di Catanzaro volevano la loro parte” nell’appalto dei pontili.

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Calabria

Reggio Calabria | Processo “Epicentro”: tre sono le indagini parallele “Malefix”, “Metameria” e “Nuovo Corso” 

Sono le tre indagini parallele – “Malefix”, “Metameria” e “Nuovo Corso” – a costituire il gravissimo quadro accusatorio del processo “Epicentro”. Il Gup ha inflitto ben 55 condanne, con pene che hanno raggiunto i 23 anni di reclusione. La Procura generale, nella requisitoria, ha sostanzialmente chiesto la conferma in blocco della sentenza di primo grado, con solo cinque rimodulazioni marginali.

Il procuratore aggiunto Walter Ignazitto, i sostituti antimafia Giovanni Calamita e Francesco Tedesco, e il procuratore generale Gerardo Dominijanni hanno sviluppato con straordinaria accuratezza i temi d’accusa nella memoria depositata in Corte d’Appello.

Il primo troncone delle indagini riguarda le tensioni all’interno delle ’ndrine di Archi (operazione “Malefix”). Già nell’aprile 2018, erano stati intercettati dialoghi tra noti esponenti della ‘ndrangheta reggina che evidenziavano le preoccupanti frizioni insorte. La tensione era così alta da minacciare gli equilibri mafiosi a Reggio Calabria. Edoardo Mangiola, conversando con il capo della cosca Libri, dichiarava la sua intenzione di tenersi lontano da queste dispute interne, consapevole del rischio di gravi conseguenze giudiziarie. Gli interlocutori comprendevano bene che il vero motivo del conflitto all’interno del gruppo di Archi era legato alle ambizioni del Molinetti di ottenere la reggenza del locale di Gallico.

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Calabria

Reggio Calabria | Lavoratori irregolari e carenze igienico-sanitarie, chiuso panificio

Durante i controlli effettuati in un panificio nella zona sud di Reggio Calabria, il titolare è stato denunciato per diverse violazioni alla normativa sul lavoro. Sono stati trovati due lavoratori non regolarmente assunti, i quali non erano stati sottoposti alla visita medica per l’idoneità alla specifica mansione e non avevano frequentato il corso di formazione obbligatorio in materia di sicurezza sul lavoro.

Inoltre, sono stati sequestrati 100 kg di prodotti da forno privi di qualsiasi informazione riguardante la tracciabilità. Sono state riscontrate gravi carenze igienico-strutturali e sanitarie che hanno comportato la chiusura d’autorità del locale.

Complessivamente, sono state comminate sanzioni penali per un totale di circa 13 mila euro e sanzioni amministrative per circa 12 mila euro, con la contestuale sospensione dell’attività imprenditoriale. Trattandosi di un provvedimento in fase di indagini preliminari, restano possibili ulteriori valutazioni in sede processuale.

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