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Calabria

Villapiana (CS) | Scontro fra tre auto, otto feriti: grave una donna trasportata con elisoccorso

Otto persone hanno riportato ferite, una delle quali in modo grave, in seguito a un incidente lungo la statale 106, nel territorio di Villapiana. Tre veicoli sono coinvolti: un’Audi Q3, una Skoda e un’Opel, che si sono scontrati tra di loro per cause ancora in fase di accertamento, nei pressi dello svincolo per Villapiana Lido. La persona gravemente ferita è una donna, trasferita con l’eliambulanza all’ospedale Annunziata di Cosenza. Gli altri feriti sono stati soccorsi dal personale sanitario del 118 e trasportati agli ospedali di Trebisacce, Corigliano e Rossano. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Cassano e gli agenti della polstrada di Trebisacce, che hanno effettuato i rilievi per determinare le cause dell’accaduto.

Calabria

Cassano allo Ionio (CS) | Duplice omicidio nel 2022, condannato a 21 anni l’allevatore Adduci

La Corte d’Assise di Cosenza ha emesso una sentenza di 21 anni di reclusione e 3 di libertà vigilata per l’allevatore Francesco Adduci. L’uomo di 56 anni, originario di Cassano, è l’unico imputato per il duplice omicidio avvenuto nell’aprile del 2022, quando almeno due sicari hanno ucciso Maurizio Scorza, 57enne di Cassano, e sua moglie, Hanene Hedhli, 38enne di nazionalità tunisina. Secondo l’accusa presentata in aula dal pm della Dda di Catanzaro, Alessandro Riello, Adduci avrebbe partecipato all’omicidio attirando Scorza in una trappola mortale. Di conseguenza, il pubblico ministero ha richiesto una condanna di 24 anni di reclusione. Adduci è difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Giancarlo Greco.

Durante il processo è emerso che i corpi di Scorza e della sua compagna sono stati colpiti da 14 colpi di arma da fuoco e sono stati trovati all’interno dell’auto Mercedes di proprietà della vittima, abbandonata su una strada di campagna. Il corpo di Hanene Hedhli è stato rinvenuto sul sedile anteriore, mentre quello di Scorza nel bagagliaio insieme a un agnello sgozzato. Durante la requisitoria del martedì, Riello ha esaminato attentamente tutti gli elementi cruciali dell’accusa.

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Calabria

Reggio Calabria | Accuse ribadite anche in Corte d’Appello a carico degli imputati del maxi processo “Epicentro”

Nel processo d’appello del maxi procedimento “Epicentro”, condotto dalla Direzione Distrettuale Antimafia, le accuse contro gli imputati sono state ribadite, infliggendo così un duro colpo alle principali cosche del mandamento “Città”. Come parte della requisitoria, recentemente conclusa, è stata depositata una dettagliata e analitica memoria della Procura Generale, firmata dal procuratore aggiunto Walter Ignazitto, dai sostituti antimafia Giovanni Calamita e Francesco Tedesco, e dal procuratore generale Gerardo Dominijanni, allo scopo di rafforzare il già pesante quadro d’accusa.

Nel troncone processuale con rito abbreviato, il reato principale rimane l’associazione mafiosa. Le ordinanze custodiali emesse dal Gip, in seguito alle indagini denominate “Malefix”, “Metameria” e “Nuovo Corso”, mettono in luce numerose sentenze, anche passate in giudicato, che nel corso degli ultimi decenni hanno confermato l’operatività delle cosche di ‘ndrangheta nel territorio reggino, tra cui le famiglie De Stefano-Tegano, Libri, Condello, Fontana, Saraceno, Barreca, Zito, Bertuca, Rugolino, Ficara e Latella.

In questa sede, è sufficiente ribadire che il presente procedimento ha confermato definitivamente, nell’ottica dell’ormai riconosciuta unità della ‘ndrangheta, l’esistenza di una federazione tra le famiglie mafiose reggine, tutte subordinate al predominio del gruppo di Archi. Queste varie articolazioni ndranghetistiche, in particolare del mandamento di Reggio Centro, pur conservando autonomia operativa, agiscono in stretta connessione tra di loro, riconoscendo una speciale autorevolezza e capacità decisionale alle ndrine arcote.

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Catanzaro | Indagine “Scirocco”: gestione depuratori illecita, Procura chiede rinvio a giudizio

Un’indagine condotta dalla Procura di Catanzaro, denominata Scirocco, ha portato alla luce un presunto coinvolgimento di un’associazione a delinquere nella gestione illegale di gran parte del sistema di depurazione in Calabria. I pubblici ministeri Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Domenico Assumma hanno richiesto il rinvio a giudizio per 28 persone e 5 società. Il giudice per le udienze preliminari, Arianna Roccia, ha programmato l’inizio dell’udienza preliminare per il prossimo 12 giugno presso l’aula bunker di Lamezia. In quella data, 26 parti lesionate individuate dalla Procura, tra cui il Ministero dell’Ambiente, la Regione Calabria, varie province e comuni, avranno la possibilità di costituirsi parti civili.

Tra coloro che rischiano il processo ci sono Tommaso Agretto di Catanzaro, Davide Bartucca di Filadelfia, Giuseppe Bongarzone di Amaroni, Pasqualino Calabrese di Belvedere Marittimo e molti altri. Le società coinvolte includono la Bova Costruzioni srl, G&D Ecologica Spa, Minieri Holding Srl, Minieri King Elettrica srl e Minieri Ecologistica srl.

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