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Cronaca

Catania | Inchiesta Pandora su corruzione e voto di scambio, sospeso il vicepresidente della Regione: 11 arresti NOMI

Le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri di Catania hanno scosso il panorama politico siciliano con l’esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 11 persone, tra cui esponenti politici, funzionari comunali e imprenditori. L’operazione, denominata Pandora, ha portato alla luce presunti accordi illeciti tra alcuni amministratori del Comune di Tremestieri Etneo e elementi vicini alla cosca mafiosa Santaopaola-Ercolano.

Tra gli arrestati figura il sindaco Santi Rando, accusato di scambio elettorale politico-mafioso e corruzione aggravata, mentre ai domiciliari è stato posto il suo oppositore politico, Mario Ronsisvalle, poi divenuto suo alleato. Il vicepresidente della Regione, Luca Sammartino, è stato indagato per corruzione e sospeso dalle funzioni pubbliche per un anno.

L’inchiesta rivela una presunta “degenerazione affaristica” dell’Ente, con funzionari infedeli che avrebbero concesso favori e assegnato lavori agli “imprenditori amici”. Emergerebbe anche una strategia dei vertici comunali per neutralizzare ogni forma di opposizione politica, inclusa un’accusa di accordo corruttivo con l’ex consigliere d’opposizione Mario Ronsivalle, passato successivamente tra i sostenitori del sindaco Rando.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, Ronsisvalle avrebbe ricevuto vantaggi, tra cui la riduzione del numero delle farmacie nella zona, grazie all’intervento di Luca Sammartino, all’epoca deputato regionale e attuale vicepresidente della Regione, in cambio di sostegno elettorale per le elezioni europee del 2019.

Cronaca

Bronte | Violenza sessuale di gruppo, arrestata coppia


Era giunta in Italia da alcuni mesi in cerca di lavoro, ma è finita vittima di una coppia di cittadini romeni, lui 41 anni e lei 37, che l’avrebbero picchiata e, in un’occasione, avrebbero abusato sessualmente di lei, registrando la violenza con un telefono cellulare.

I due sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Catania su mandato del giudice etneo, su richiesta della Procura distrettuale, che ipotizza i reati di maltrattamenti, lesioni personali e violenza sessuale di gruppo. Per l’uomo è stata disposta la custodia in carcere, mentre per la moglie gli arresti domiciliari con l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico.

Le indagini della Squadra Mobile della Questura di Catania, guidate dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Anna Trinchillo, sono partite dopo una segnalazione del 4 aprile da parte del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia riguardante “possibili maltrattamenti nei confronti di una cittadina moldava”, probabilmente denunciati dalla donna a un familiare. Il giorno successivo, agenti della sezione contro i reati sessuali della Squadra Mobile si sono recati a Bronte, dove hanno individuato i due romeni e la giovane moldava.

Le indagini hanno rivelato presunti maltrattamenti ripetuti, lesioni personali subite dalla donna, tra cui una frattura composta e pluriframmentaria dell’acromion della clavicola sinistra, con prognosi di 30 giorni. È emerso anche un episodio di violenza sessuale perpetrato dalla coppia, documentato da tre brevi video presenti nel telefono cellulare della 37enne, sequestrato dalla polizia.

La giovane moldava era arrivata a Catania nel dicembre 2023 con una persona che l’aveva accompagnata alla ricerca di lavoro, finendo per approdare alla famiglia romena di Bronte. Si era trasferita nella loro abitazione per svolgere mansioni domestiche e occuparsi dei loro figli piccoli. Inizialmente, le cose sembravano procedere normalmente, ma poi si sarebbe verificato un cambiamento violento, con atteggiamenti vessatori, maltrattamenti e violenza sessuale.

La donna sarebbe riuscita a comunicare la sua situazione a qualcuno all’estero, che ha quindi allertato il Servizio per la Cooperazione di Polizia responsabile delle “tratte umane”, segnalando la presenza di una moldava trattenuta contro la sua volontà in una casa di Bronte. Il giorno successivo, la Squadra Mobile della Questura è intervenuta e, 24 ore dopo, la vittima è stata trasferita e protetta in una struttura apposita. L’arresto dei sospetti è stato eseguito il giorno seguente all’emissione del provvedimento cautelare da parte del giudice.

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Calabria

Reggio Emilia | Arrestato 24enne di Cutro per furto e traffico di veicoli in Germania


Le autorità tedesche accusano un individuo di 24 anni di Cutro, A.L., di aver commesso reati di furto aggravato e traffico di veicoli nel dicembre 2022 in Germania, dove tali illeciti sono punibili fino a 10 anni di detenzione. Sabato scorso, i carabinieri di San Paolo D’Enza lo hanno arrestato e trasferito in carcere a Reggio Emilia in ottemperanza a un mandato di arresto europeo emesso dal Tribunale di Amtsgericht.

L’indagato è comparso ieri mattina davanti alla sezione penale della Corte d’Appello di Bologna per le procedure di identificazione personale e la possibile estradizione alle autorità tedesche. Durante l’udienza, l’avvocato Salvatore Rossi, difensore del giovane, ha contestato la consegna immediata del suo assistito alla Germania e ha ottenuto dai giudici bolognesi la sostituzione della detenzione preventiva con l’obbligo di firma, nonostante l’opposizione della Procura generale.

Il 17 maggio la Corte d’Appello di Bologna si pronuncerà sull’esecuzione del mandato di arresto europeo nei confronti del 24enne cutrese.

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Cronaca

Palermo | Ricordo di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, 42 anni dopo


Nel luogo in cui furono assassinati 42 anni fa dalla mafia, si è tenuto un rinnovo del ricordo di Pio La Torre e Rosario Di Salvo.

Tra i presenti c’era anche il figlio di La Torre, Franco, che ha iniziato a partecipare alle commemorazioni in memoria del padre da ieri. “La sua politica era caratterizzata dall’impegno e dal sacrificio”, ha dichiarato il segretario provinciale del Pd, Rosario Filoramo, ripercorrendo il percorso politico di La Torre, che ha difeso i più deboli, ha combattuto la mafia e si è mobilitato per la pace. Riguardo alla mafia, ha aggiunto il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, “Il pensiero di La Torre è ancora più rilevante oggi: fu il primo a capire che era necessario attaccare il cuore economico della criminalità mafiosa.”

Tuttavia, come ha osservato il presidente della Commissione antimafia dell’Ars, Antonello Cracolici, ora è importante capire “cosa sia la mafia oggi, quella che non spara più, non compie attentati, quella che si percepisce ma non si vede. Perciò sono necessari nuovi strumenti, anche di natura legislativa.”

“Una delle sfide principali”, ha continuato Cracolici, “è il recupero dei beni confiscati. Su questo fronte lo Stato non ha avuto molto successo. Oltre il 95 per cento delle aziende confiscate viene liquidato o fallisce. La maggior parte dei beni non viene restituita alle comunità.”

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