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Politica

Referendum sulla giustizia, cittadini chiamati a confermare la riforma

La riforma costituzionale della giustizia è legge, ma la sua approvazione definitiva passerà dal voto degli elettori con un referendum confermativo. La normativa sulla separazione delle carriere è stata approvata dal Parlamento con la maggioranza assoluta, ma non con la maggioranza qualificata dei due terzi, rendendo necessario il coinvolgimento diretto dei cittadini per la conferma. In base all’articolo 138 della Costituzione, le leggi costituzionali approvate senza quorum qualificato devono essere sottoposte a referendum se ne fa richiesta entro tre mesi un quinto dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori o cinque consigli regionali. La consultazione popolare deciderà con il “sì” o con il “no” se confermare la legge sulla giustizia approvata dal Parlamento.

Il referendum confermativo differisce da quello abrogativo perché non richiede il raggiungimento del quorum per la validità del voto. Gli elettori potranno decidere se approvare o respingere la riforma della giustizia già passata in Parlamento, e il risultato sarà valido indipendentemente dalla percentuale di partecipazione. Questa forma di referendum è anche detta costituzionale o sospensiva e rappresenta uno strumento fondamentale di democrazia diretta per le riforme costituzionali in Italia.

Secondo le previsioni, la raccolta delle firme per richiedere il referendum inizierà lunedì 3 novembre. Almeno 80 deputati e 40 senatori della maggioranza dovranno firmare la richiesta formale da presentare alla Cassazione, che avrà 30 giorni per verificare e autorizzare la consultazione. Il presidente della Repubblica, su indicazione del Consiglio dei ministri, fisserà poi la data del referendum, che il ministro della Giustizia Carlo Nordio prevede tra marzo e aprile 2026. La mobilitazione politica è già iniziata: il centrodestra punta a promuovere il “sì” mentre a sinistra e tra i magistrati si organizza il fronte del “no”, con il comitato guidato dall’avvocato Enrico Grosso dell’Associazione nazionale magistrati.

Il dibattito pubblico sarà cruciale, con maggioranza e opposizione chiamate a spiegare ai cittadini i contenuti della riforma e le implicazioni della separazione delle carriere dei magistrati. La consultazione referendaria rappresenta quindi un passaggio chiave nella democrazia costituzionale italiana, offrendo agli elettori l’opportunità di incidere direttamente sulle modifiche fondamentali alla giustizia e alla Costituzione.

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