Bianca, Maria, Marco e Laura Berlinguer hanno denunciato su Instagram che la tomba di loro padre nel cimitero di Prima Porta, a Roma, è stata profanata per la terza volta in soli due mesi, sei giorni dopo l’anniversario della sua morte. In un post condiviso, hanno condannato l’azione vigliacca di alcuni individui, suggerendo che si tratti di un gesto con evidenti motivazioni politiche anziché l’atto isolato di uno squilibrato. Gli eredi di Enrico Berlinguer hanno espresso la speranza che siano presi tutti i provvedimenti necessari per prevenire ulteriori oltraggi.

Gli agenti della polizia hanno tratto in arresto un uomo con l’accusa di tentato omicidio a Barriera Milano.

L’incidente è avvenuto all’ora di pranzo di domenica 9 giugno, quando una donna è stata vista cercare di allontanarsi dall’abitazione al piano rialzato, con una bambina legata alla schiena con una sciarpa. Un passante, vista la scena, ha aiutato la donna a scendere e un’altra persona ha chiamato la polizia.

Gli agenti, giunti sul posto, hanno parlato con il passante e sono poi entrati nell’appartamento, dove hanno trovato un uomo, un cittadino straniero, che ha dichiarato che la sua famiglia era uscita per una passeggiata e ha negato di aver litigato con la moglie, nonostante le urla sentite dai passanti.

Mentre gli agenti erano nell’appartamento, la donna è tornata a casa, visibilmente agitata e con un livido sulla guancia destra. Ha raccontato di aver litigato con il marito, di essere stata insultata, picchiata e costretta a fuggire dalla finestra. Ha spiegato che, dopo aver richiesto qualcosa al marito, questo le ha sferrato un pugno. Quando ha tentato di andarsene, l’uomo l’ha stretta al collo con un avambraccio, facendola respirare a fatica. Dimenandosi, la donna è riuscita a liberarsi e a chiedere aiuto, fuggendo dalla finestra grazie all’aiuto di un passante.

La vittima è stata portata in ospedale, dove le è stata diagnosticata la frattura della laringe con una prognosi superiore ai 40 giorni. Alla luce dei fatti, l’uomo è stato arrestato.

Ha chiesto a un’amica di incendiare le auto del marito dal quale si sta separando. Due donne, mandante ed esecutrice materiale, hanno dato fuoco a nove vetture in tre mesi, creando allarme sociale a Sant’Angelo Romano, un piccolo comune di meno di 5mila abitanti nella provincia nord-est della Capitale.

I carabinieri della compagnia di Tivoli e della locale stazione sono riusciti a identificare le responsabili e le hanno denunciate alla procura della Repubblica di Tivoli. Le due italiane sono gravemente indiziate del reato di incendio doloso in concorso.

La tranquillità di Sant’Angelo Romano è stata turbata da gennaio a marzo di quest’anno, quando tre incendi hanno coinvolto nove auto e danneggiato alcune infrastrutture cittadine, tra cui una tubatura del gas che ha causato l’evacuazione delle abitazioni vicine.

Le indagini condotte dai carabinieri hanno permesso di ricostruire le dinamiche degli incendi e di raccogliere prove contro le due indagate. La mandante avrebbe chiesto alla sua amica, esecutrice materiale, di appiccare il fuoco a tutte le auto disponibili del marito, da cui si stava separando.

I gravi indizi di colpevolezza raccolti hanno portato alla denuncia delle due donne alla procura della Repubblica di viale Cassiano per il reato di incendio doloso in concorso.