LIGURIA
Ecomondo 2025: Conoe e Nuova C Plastica lanciano la sfida per il recupero dell’olio delle conserve alimentari
Dal 4 al 7 novembre, Rimini ospiterà ECOMONDO, la fiera internazionale dedicata alla green e circular economy. E proprio il 4 novembre, saranno i giovani chef dell’Istituto Alberghiero F.M. Giancardi di Alassio a lanciare una sfida concreta e creativa: trasformare l’olio alimentare esausto da rifiuto in risorsa. Con il progetto “Dalla scatoletta alla tanichetta – dai nuova vita al tuo olio alimentare esausto”, questi studenti guideranno il pubblico in una performance di cucina senza fornelli, dimostrando come anche un gesto domestico possa contribuire alla tutela dell’ambiente marino. L’educational sarà realizzato grazie alla partnership con il Frantoio Sant’Agata di Oneglia, con una performance ai mortai per realizzare delle salse utilizzando i prodotti sott’olio e dimostrando così come dare una nuova vita all’olio alimentare.
Il progetto prende il nome dalla scatoletta di tonno, simbolo di un consumo diffuso e quotidiano. Secondo ANCIT (Associazione Nazionale Conservieri Ittici), ogni italiano consuma in media 2,36 kg di tonno in scatola all’anno, con oltre sei italiani su dieci che lo portano in tavola almeno una volta a settimana. E proprio l’olio contenuto in queste conserve, se non recuperato, finisce spesso nel lavandino, contribuendo all’inquinamento delle acque.
“Siamo profondamente orgogliosi di poter contribuire alla campagna ‘Stop Food Oils and Fats in the Sea’, che unisce sensibilizzazione ambientale e cultura gastronomica. Vedere i giovani chef impegnati in campagne che partono dall’economia circolare in cucina è per noi motivo di grande soddisfazione. Il corretto smaltimento dell’olio alimentare esausto è una sfida urgente e spesso sottovalutata, ma grazie a progetti come questo possiamo trasformare un gesto quotidiano in un atto concreto di tutela ambientale. Come rimarca Serena Mela del Frantoio Sant’Agata di Oneglia, è proprio dalla cucina che può partire un cambiamento culturale profondo: “L’olio che avanza non è uno scarto, ma una risorsa. Se raccolto con cura, può diventare energia pulita. E se a promuoverlo sono i giovani, allora possiamo davvero parlare di futuro”.
Ogni anno in Italia vengono prodotte circa 260.000 tonnellate di olio alimentare esausto, e sorprendentemente, la maggior parte di questo rifiuto proviene dalle abitazioni private. Eppure, secondo Altroconsumo, meno del 10% dell’olio domestico viene effettivamente raccolto e smaltito in modo corretto. Il resto finisce spesso nel lavandino, un gesto apparentemente innocuo che può avere conseguenze devastanti: basti pensare che un solo litro di olio versato nelle tubature può contaminare fino a un milione di litri d’acqua, compromettendo il funzionamento degli impianti di depurazione e danneggiando gravemente l’ambiente marino. Eppure, se raccolto con cura, quell’olio può essere rigenerato e trasformato in biodiesel, contribuendo a evitare l’emissione di circa 790.000 tonnellate di CO₂ ogni anno.
“Recuperare l’olio alimentare esausto non è solo una buona pratica ambientale: è un gesto di responsabilità verso il pianeta che parte dalle nostre cucine. – aggiunge Tommaso Campanile, Presidente del Consorzio per la raccolta e il trattamento degli oli vegetali esausti – Vedere i giovani chef di Alassio impegnati in questa sfida ci riempie di orgoglio, perché significa che il messaggio sta arrivando alle nuove generazioni. L’olio usato non è uno scarto, ma un ingrediente prezioso per costruire un futuro più sostenibile. È da iniziative come questa che nasce il cambiamento culturale di cui abbiamo bisogno.”
Va sottolineato che, mediamente, nelle conserve alimentari la percentuale di olio varia dal 15% al 25% del contenuto totale. Questo significa che ogni scatoletta non è solo una fonte di proteine, ma anche un potenziale vettore di inquinamento se non gestita correttamente. Da qui nasce l’urgenza di una campagna di comunicazione forte e decisa, capace di sensibilizzare i consumatori sull’importanza del recupero domestico dell’olio alimentare esausto. Un gesto semplice, come versare l’olio residuo in una tanichetta anziché nel lavandino, può fare la differenza per la salute dei nostri mari e per la transizione verso un’economia davvero circolare.
“Siamo orgogliosi che i nostri studenti – sottolinea la dirigente scolastica dell’Istituto ‘Giancardi’ di Alassio, Lara Paternieri – si facciano promotori di una nuova cultura ambientale che nasce in cucina e guarda alla sostenibilità. Attraverso il progetto ‘Dalla scatoletta alla tanichetta’, vogliamo trasformare il gesto quotidiano del recupero dell’olio esausto in un’abitudine diffusa e consapevole. Il nostro istituto sarà sempre al fianco di quanti si adoperano per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente, collaborando attivamente alla promozione di campagne,educational, percorsi formativi e alla diffusione delle buone pratiche domestiche”.
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