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Sicilia

Siccità | Schifani: “in estate assenza di piogge, evitare danni irreparabili”


Oggi sento su di me la responsabilità istituzionale di rappresentare personalmente al governo e al Consiglio dei ministri la situazione attuale riguardante la siccità in Sicilia. Si tratta di una situazione estremamente preoccupante, alla quale ho scelto di non attribuire toni allarmistici, ma che certamente richiede la massima attenzione.

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha espresso queste parole a margine del congresso internazionale organizzato a Palermo dalla procura regionale della Corte dei Conti. Questo pomeriggio il governatore parteciperà al Consiglio dei ministri, il quale dovrà prendere una decisione riguardo alla richiesta della Regione di dichiarare lo stato di emergenza per affrontare l’emergenza legata alla siccità.

Successivamente, Schifani ha commentato con i giornalisti le dichiarazioni rilasciate da Matteo Renzi, leader di Italia viva, e dal sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, in merito al trattamento riservato al leader della DC Totò Cuffaro riguardo a possibili accordi politici in vista delle Elezioni Europee. Ha ribadito che se tali affermazioni fossero state fatte prima della chiusura delle liste, avrebbe reagito in modo diverso. Ha sottolineato che la politica deve avere il coraggio di assumersi responsabilità per la salvaguardia dei diritti costituzionali, difendendo Cuffaro come un cittadino che ha espiato la sua pena e che merita rispetto.

Schifani ha poi evidenziato l’urgenza di intervenire oggi per evitare danni irreparabili durante l’estate a causa della mancanza di piogge. Ha sottolineato che, sebbene ci siano invasi, devono essere gestiti con grande cautela. Ha annunciato di presentare la sua relazione e si è mostrato fiducioso nell’ascolto da parte del governo, che ha inserito lo stato di calamità nell’agenda, e nella condivisione di questa decisione. Ha dichiarato che discuteranno sull’entità dei fondi necessari per avviare le prime iniziative volte a prevenire estreme situazioni di siccità durante l’estate.

Infine, nel suo intervento al congresso internazionale, Schifani ha evidenziato l’importanza di un dialogo istituzionale che valorizzi le norme di legge regionali in materia contabile e ha suggerito un ruolo significativo per la Corte dei Conti siciliana nel garantire gli spazi di autonomia finanziaria della Regione.

Cronaca

Agrigento | Si fingono carabinieri: “lei è indagato”, poi lo truffano per 10mila euro

La figura del carabiniere per ispirare fiducia e ingannare con facilità: il modus operandi rimane grosso modo lo stesso, anche se cambia la trama della messa in scena. Nonostante le regole e i consigli per evitare le truffe, un favarese di 55 anni è caduto nella trappola, mentre un pensionato di 79 anni si è salvato appena in tempo grazie all’intervento del figlio. Ancora una volta, a tessere le reti del tranello è stato un sedicente maresciallo dei carabinieri. Le indagini, per cercare di identificare il truffatore che è riuscito a sottrarre 10.000 euro al 55enne, sono già state avviate dai veri carabinieri.

Un 55enne di Favara è stato chiamato al cellulare da un uomo che si è presentato come maresciallo dei carabinieri. Il sedicente sottufficiale lo informava di un’indagine a suo carico e che sarebbe stato contattato dalla sua banca. Poco dopo, incredulo e stordito, il favarese ha ricevuto la chiamata del finto direttore di banca, che gli ha chiesto i codici del suo conto corrente. Da quel conto sono poi spariti 10.000 euro, trasferiti tramite bonifici su conti esteri. Lo stesso giorno, un pensionato di 79 anni ha ricevuto le stesse telefonate, ma il raggiro è stato sventato quando il figlio dell’anziano è intervenuto nella conversazione.

Entrambi hanno formalizzato una denuncia, a carico di ignoti, alla tenenza dei carabinieri. I militari dell’Arma stanno conducendo le indagini con il massimo riserbo, ma con grande attenzione e rapidità, perché non si può continuare così. Il numero delle vittime nella provincia di Agrigento sta aumentando.

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Attualità

Sicilia | Anci: popolazione diminuita del 1,93% in 4 anni

In Sicilia, dal 2019 al 2023, la popolazione è diminuita dell’1,93%. I numeri mostrano una perdita di oltre 94 mila abitanti. Le uniche province in controtendenza sono Catania, con una lieve diminuzione dello 0,26% (-2.836 abitanti), e Ragusa, dove la popolazione è aumentata dello 0,71% (+2.229 abitanti).

Questi dati sono emersi durante il convegno organizzato da Anci Sicilia, svoltosi oggi a San Marco D’Alunzio, in provincia di Messina.

La provincia più colpita dalla crisi demografica è Enna, con una diminuzione del 4,58% (-7.431 abitanti). Seguono Caltanissetta (-3,91%, -10.155 abitanti), Agrigento (-3,46%, -14.826 abitanti), Messina (-3%, -18.533 abitanti), Palermo (-2,23%, -27.413 abitanti), Trapani (-2,13%, -9.033 abitanti), e Siracusa (-1,67%, -6.530 abitanti).

Tra i capoluoghi di provincia, Trapani ha subito la perdita più significativa, con un decremento del 15,80% (-10.473 abitanti). Seguono Enna (-4,46%, -1.193 abitanti), Agrigento (-4,36%, -2.538 abitanti), Messina (-4,31%, -9.823 abitanti), Caltanissetta (-3,90%, -2.391 abitanti), Palermo (-3,10%, -20.221 abitanti), e Siracusa (-2,57%, -3.075 abitanti). In controtendenza, Catania ha registrato una crescita dello 0,66% (+1.978 abitanti) e Ragusa un incremento del 2,95% (+2.102 abitanti).

“Purtroppo”, afferma Mario Emanuele Alvano, segretario generale di Anci Sicilia, “lo spopolamento non riguarda solo le aree interne o montane. Non è un problema limitato. In tutte le province, tranne Ragusa e Catania, la popolazione dell’Isola ha subito un preoccupante decremento negli ultimi 5 anni. Credo che il problema sia stato affrontato superficialmente nell’agenda politica, senza una reale volontà di risolverlo. È necessario affrontare quotidianamente la questione di come sarà la Sicilia nei prossimi anni. Secondo il censimento chiuso al 31 dicembre 2022, la popolazione siciliana ammonta a 4.814.016 residenti, un dato in calo dello 0,4% rispetto all’anno precedente. A questa situazione si aggiunge la crisi finanziaria che colpisce i comuni da anni e che Anci Sicilia continua a denunciare: attualmente, abbiamo 70 comuni in dissesto e 43 in piano di riequilibrio.”

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Attualità

Villa San Giovanni (RC) | Un migliaio i manifestanti presenti per dire “NO” al Ponte sullo Stretto

Questa mattina, oltre un migliaio di manifestanti si sono radunati in piazza Val Sesia,
a Villa San Giovanni, per protestare contro il progetto di collegamento stabile sullo
Stretto di Messina. Autobus provenienti da tutta la Calabria e dalla Sicilia hanno garantito
una significativa partecipazione alla manifestazione organizzata dagli attivisti del comitato
calabrese ‘No ponte’. L’evento ha ottenuto il sostegno della Cgil e di numerose figure di
spicco della politica nazionale. “No al ponte delle menzogne” recitava lo striscione in testa
al corteo, mentre i molti cartelli che coloravano la manifestazione chiedevano più investimenti
in sanità, trasporti e ambiente. Il corteo ha sfilato per la città e si è concluso sul lungomare
di Cannitello, dove è stato allestito un palco vicino al sito previsto per uno dei piloni del ponte.

Tra i partecipanti vi erano numerosi comitati, dal storico comitato di Messina a quello calabrese che ha organizzato l’evento, e nuovi gruppi come Ti tengo Stretto. Presenti anche molte personalità politiche, sindacali e istituzionali: Angelo Bonelli di Europa Verde, Sandro Ruotolo, ex parlamentare e candidato al Parlamento europeo con il Pd, l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano per Alleanza Verdi-SI, i sindaci di Catanzaro Nicola Fiorita e di Villa San Giovanni Giusy Caminiti, e l’ex sindaco di Messina e ambientalista Renato Accorinti.

Atteso anche Giuseppe Falcomatà, sindaco del Comune e della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Il Movimento Cinque Stelle era rappresentato dalla parlamentare Laura Orrico e dal candidato al Parlamento europeo Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps. La Cgil era
presente con una nutrita delegazione guidata dal segretario generale calabrese Angelo Sposato e da Pino Gesmundo della segreteria nazionale, oltre a gruppi provenienti da Messina e Sicilia.

Tra i manifestanti vi era una numerosa delegazione di abitanti di Punta Faro in Sicilia e di Cannitello a Villa San Giovanni, le zone che saranno espropriate. Nonostante siano stati promessi incentivi e generosi risarcimenti, gli abitanti temono che i loro territori possano essere irrimediabilmente devastati dalle ruspe per far posto agli ancoraggi e ai piloni del ponte.

Nelle dichiarazioni ufficiali, molti hanno sottolineato che gli unici fondi disponibili per il Ponte sullo Stretto sono attualmente quelli sottratti al Fondo di Coesione di Calabria e Sicilia. “Sprecano risorse per un’opera assolutamente inutile,” ha dichiarato Gesmundo, “e il Governo toglie risorse senza pensare ai giovani del Mezzogiorno, alla creazione di buona occupazione, o a supportare i lavoratori in condizioni di povertà”.

Aura Notarianni, avvocato messinese ed esponente dei Comitati siciliani contro il Ponte, ha annunciato una
sottoscrizione per una class action con cui si chiederà di far cessare la condotta illecita della società
Ponte sullo Stretto, disapplicando il decreto e trasmettendo gli atti alla Corte Costituzionale. “Per questo,
” ha aggiunto, “chiamiamo a raccolta tutti i cittadini che vogliono aderire a questa azione collettiva di
rappresentanza degli interessi di questa terra, in particolare i cittadini calabresi.” Circa 450 famiglie,
300 siciliane e 150 calabresi, sono coinvolte dagli espropri, per un totale di 3,7 milioni di metri quadrati
di terreno.

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