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Lazio asfaltata dal Bodo/Glimt: 2-0 in Norvegia, semifinale un miraggio

Una Lazio brutta, spenta e irriconoscibile crolla in Norvegia contro il Bodo/Glimt, nella gara d’andata dei quarti di finale di Europa League. Al termine dei novanta minuti dell’Aspmyra Stadion, il risultato parla chiaro: 2-0 per i padroni di casa, un verdetto pesante che costringe i biancocelesti a cercare una difficile rimonta nella sfida di ritorno allo Stadio Olimpico di Roma.

Sotto una fitta nevicata e con temperature glaciali (-2°C), la squadra di Baroni è apparsa spaesata e fuori ritmo, dominata sin dalle prime battute da un Bodo/Glimt più aggressivo, lucido e ispirato.

Saltnes protagonista nella serata gelida

L’eroe della serata è senza dubbio Ulrik Saltnes, autore di una doppietta decisiva. Il centrocampista norvegese ha approfittato delle gravi lacune difensive della Lazio e avrebbe potuto addirittura siglare altri gol, sfiorando più volte la tripletta.

Già nel primo tempo il Bodo/Glimt si è mostrato superiore sul piano fisico e tattico. L’ex rossonero Jens Petter Hauge ha messo in seria difficoltà la retroguardia biancoceleste, impegnando Mandas in un paio di interventi decisivi.

Lazio in affanno: nessuna reazione convincente

La prima vera occasione per la Lazio arriva solo al 36’ con un colpo di testa di Marusic su corner di Zaccagni, respinto però dal portiere Haikin. Troppo poco per una squadra che puntava con decisione alle semifinali di Europa League.

Le scelte di Baroni – con Dia centravanti e Castellanos in panchina – non hanno pagato. In mediana, l’assenza dello squalificato Rovella si è fatta sentire, con Vecino al fianco di Guendouzi che ha faticato a contenere le avanzate norvegesi.

La qualificazione si complica: all’Olimpico servirà un miracolo

Il 2-0 finale rischia di essere una sentenza. Per quanto la Lazio sia ancora teoricamente in corsa, servirà una prestazione perfetta al ritorno per ribaltare il risultato e conquistare una storica qualificazione alle semifinali.

Il pubblico dell’Olimpico proverà a spingere i biancocelesti verso l’impresa, ma servirà una squadra completamente diversa da quella vista in Norvegia: più concentrata, più grintosa, più efficace. E soprattutto, una Lazio vera.

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