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Cronaca

Disastro Air India, i media rivelano: “Il comandante era depresso”

Emergono dettagli inquietanti sul tragico disastro aereo del volo Air India 213, precipitato lo scorso 8 luglio con 231 persone a bordo nei cieli sopra il Maharashtra. Secondo alcune fonti giornalistiche indiane, rilanciate da NDTV e Times of India, il comandante del velivolo soffriva di una profonda depressione, potenzialmente legata a fattori personali e professionali, che potrebbe aver influenzato la dinamica dell’incidente.

Le prime indagini puntano sulla componente umana

Fonti vicine all’inchiesta preliminare avrebbero rivelato che il pilota in comando, un veterano con oltre 10.000 ore di volo, avrebbe mostrato segnali di disagio psichico nelle settimane precedenti al disastro. L’Autorità per l’Aviazione Civile Indiana (DGCA) sta vagliando i registri medici, gli scambi radio e i dati contenuti nella scatola nera recuperata nei giorni successivi all’incidente.

Un’inchiesta interna ad Air India avrebbe anche confermato che il comandante aveva chiesto un periodo di congedo per motivi personali, ma gli era stato negato o ridotto, secondo alcune fonti, a causa della carenza di personale nei mesi estivi.

Nessuna conferma ufficiale, ma cresce la pressione

Le autorità non hanno ancora rilasciato dichiarazioni definitive sulla natura del disastro, anche se una componente umana — potenzialmente legata a uno stato mentale compromesso — sembra sempre più probabile. Il Ministero dell’Aviazione ha chiesto cautela:

“Le indagini sono in corso e tutte le ipotesi restano sul tavolo. Non possiamo confermare alcun dettaglio fino al rapporto tecnico finale.”

L’Associazione Piloti Indiani ha invitato a non trarre conclusioni affrettate, sottolineando che eventuali problemi di salute mentale devono essere trattati con la dovuta sensibilità e supporto, non come colpa individuale.

Un precedente che ricorda casi internazionali

Il caso riporta alla memoria tragedie simili come quella del volo Germanwings 9525 del 2015, in cui il copilota — affetto da una grave depressione — si schiantò deliberatamente contro le Alpi francesi. Da allora, il tema della salute mentale nei piloti è tornato spesso al centro del dibattito sulla sicurezza aerea.

Famiglie delle vittime chiedono trasparenza

Intanto, le famiglie delle 231 vittime — tra cui 22 cittadini europei e 11 bambini — chiedono giustizia e verità. Un gruppo legale con sede a Mumbai ha già depositato una petizione per ottenere l’accesso integrale ai dati del volo e ai documenti medici del comandante.

“Abbiamo il diritto di sapere se la tragedia poteva essere evitata,” ha dichiarato un portavoce dei familiari in conferenza stampa.

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