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Attualità

Reggio Calabria | Il CEO di Ryanair si è detto “letteralmente innamorato” della città


Ryanair mira a raddoppiare la propria presenza presso l’aeroporto di Reggio Calabria, aumentando a due il numero di velivoli basati presso il ‘Tito Minniti’. Lo ha annunciato oggi durante una conferenza stampa il CEO della compagnia irlandese, Eddie Wilson, il quale ha dichiarato di essere «letteralmente innamorato di Reggio e della Calabria». All’incontro con i media, tenutosi presso il ‘Tito Minniti’, erano presenti anche il Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e il CEO di Sacal, la società di gestione degli aeroporti calabresi, Marco Francini.

Wilson ha elogiato tutto il personale aeroportuale del gruppo «per il loro instancabile lavoro e dedizione», apprezzando la scelta coraggiosa «del Presidente Occhiuto, che ha contribuito al raggiungimento di questo risultato, rilanciando la Sacal». Il CEO di Ryanair ha parlato di un «entusiasmo palpabile, come confermato da alcuni operatori turistici e dagli articoli di stampa», accogliendo favorevolmente la richiesta del presidente della Regione riguardante la riduzione della tassa comunale aeroportuale. «Non appena verrà revocata», ha dichiarato Eddie Wilson, «risponderemo con un volo giornaliero per Milano».

Concludendo il suo intervento, il CEO di Ryanair ha confermato l’impegno del vettore «nei confronti di tutti e tre gli aeroporti della Calabria, non solo Reggio», anticipando che tornerà in vacanza in Calabria il prossimo mese di giugno.

Attualità

Caserta | Due incidenti costano la vita a 4 persone nella notte

Nella notte, due incidenti stradali mortali hanno scosso il Casertano. Il primo si è verificato nel Comune di Villa Literno, dove tre giovani hanno perso la vita in seguito a uno scontro frontale tra due veicoli. Il secondo incidente è avvenuto a Caserta, sulla SS7: i vigili del fuoco sono intervenuti e hanno trovato un’auto ribaltata in mezzo alla strada, con uno dei passeggeri, un ragazzo di 20 anni, sbalzato fuori dal veicolo. Anche in questo caso, il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatarne il decesso.

Le vittime dell’incidente a Villa Literno sono una ragazza di 20 anni di Aversa, un giovane di 25 anni di origine ucraina e un ragazzo di 23 anni di origine romena. Un quarto passeggero, un 21enne di Giugliano in Campania, è rimasto gravemente ferito, così come la coppia che viaggiava sull’altra auto coinvolta nell’incidente. Nel secondo incidente a Caserta, un ragazzo di 20 anni è rimasto ucciso nel ribaltamento della sua auto.

Nell’incidente a Villa Literno, avvenuto in via delle Dune, quattro giovani a bordo di una Fiat 500 Abarth hanno impattato frontalmente con una Fiat 500 X, dove viaggiavano un uomo e una donna residenti a Casapesenna. L’urto è stato violentissimo, con i giovani rimasti incastrati tra le lamiere dell’auto. I vigili del fuoco sono intervenuti per liberare i giovani, ma purtroppo sono morti sul colpo. I carabinieri della Compagnia di Casal di Principe hanno effettuato i rilievi per ricostruire la dinamica dell’incidente.

A Caserta, invece, sembra che il conducente abbia perso il controllo della sua auto mentre viaggiava sulla statale Appia. L’auto è stata trovata ribaltata in mezzo alla strada, con il conducente sbalzato nella scarpata adiacente. I vigili del fuoco e il Nucleo Saf sono intervenuti per recuperare il ragazzo, ma purtroppo era già deceduto.

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Attualità

Chico Forti: in corso il trasferimento nel carcere di Verona

A 24 ore dal suo arrivo in Italia, Chico Forti è stato trasferito da Roma a Verona. Dopo aver trascorso la notte a Rebibbia Nuovo Complesso, arriverà oggi nel carcere di Montorio.

Secondo fonti informate, il 65enne trentino è stato trasferito a bordo di un mezzo della penitenziaria e ha lasciato l’istituto penitenziario romano a metà mattinata.

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Palermo | Il procuratore De Lucia: “Cosa nostra è tornata ai vecchi affari”

Cosa nostra ha senza dubbio cambiato volto rispetto agli anni delle stragi: ora comunica attraverso canali criptati “che non siamo in grado di intercettare” e sta riscoprendo “i vecchi affari”, in particolare “il traffico di cocaina”, per fare soldi e tornare “forte politicamente e militarmente”. Per questo motivo, secondo il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, non si può abbassare la guardia e “la legislazione antimafia non può arretrare di un centimetro, altrimenti lo sviluppo invasivo delle organizzazioni criminali ce lo ritroviamo immediatamente sotto casa”.

Il magistrato è intervenuto allo Steri, durante il convegno “Mafie e antimafie oggi”, al quale hanno partecipato anche Fiammetta Borsellino, la figlia minore del giudice ucciso in via D’Amelio, e il presidente della Commissione nazionale antimafia, Chiara Colosimo. De Lucia è stato netto: vanno rispettate tutte le garanzie, ma non si possono smantellare gli strumenti che hanno consentito di contrastare con successo Cosa nostra negli ultimi decenni. “La politica faccia le sue scelte ma consapevoli: sulla legislazione antimafia non si può arretrare di un centimetro”, ha spiegato il procuratore, aggiungendo: “Se, come è vero, la mafia di oggi è diversa da quella del ’92, è anche grazie a un pilastro fondamentale come le misure di prevenzione accompagnate alle altre forme di aggressione. Si diventa mafiosi per il potere e la ricchezza, per cui lo Stato deve impoverire le mafie. Una cosa è la responsabilità penale per cui il legislatore ci chiede la prova oltre ogni ragionevole dubbio, altro è il ‘processo’ al patrimonio”.

Ha fatto un esempio: “Se un pentito attendibile mi parla di un soggetto e del suo patrimonio, ma non ho altre chiamate in correità su di lui, non faccio nemmeno il processo perché non voglio garantire patenti di santità a nessuno. Ma certamente posso indagare sul patrimonio della persona per capire quale parte è riconducibile a canali illeciti. Se scopro che parte del suo patrimonio non è giustificato dalle sue attività lecite, è lui che deve dirmi quale ne è l’origine. Non mi sembra sinceramente una attenuazione di garanzie. Peraltro, parliamo di un processo con tre gradi di giudizio”. De Lucia ha sottolineato che “siamo disponibili a ragionare in termini di garanzie, ma non possiamo immaginare di rinunciare allo strumento di aggressione al patrimonio”, aggiungendo che “tra gli strumenti che non devono essere toccati ci sono certamente le intercettazioni. Oggi i mafiosi trafficano comunicando su reti criptate che non siamo in grado di captare”.

Il magistrato ha anche delineato cosa sono le mafie oggi: “Sono ricche fuori da qui, ma qui sono povere, e i boss sanno bene che il modo migliore per fare soldi velocemente è il traffico di cocaina. La mafia, che si era distratta da questo consentendo alla ‘Ndrangheta di diventare il broker europeo nel mercato della droga, sta tornando ai vecchi affari. Sui mercati europei compaiono una nuova mafia, quella albanese, e Cosa nostra che torna a gestire gli acquisti insieme ai calabresi perché sa che tornare ricchi serve per tornare forti militarmente e politicamente”.

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