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Francia: François Bayrou è il nuovo premier in un contesto di caos politico

François Bayrou, leader del partito centrista MoDem, è stato nominato primo ministro francese da Emmanuel Macron. A 73 anni, Bayrou affronta il compito di guidare un governo in un momento di grave instabilità politica, caratterizzato da un parlamento frammentato e dall’assenza di una maggioranza chiara.

La nomina arriva dopo la caduta del governo di Michel Barnier, durato appena tre mesi. Macron ha promesso un nuovo premier in 24 ore per affrontare una crisi politica senza precedenti, innescata dalle elezioni anticipate di giugno che hanno lasciato il parlamento diviso in tre blocchi: l’alleanza di sinistra, il centrista Ensemble di Macron, e il Rassemblement National di estrema destra.

Bayrou è una figura di lungo corso nella politica francese. Ex ministro dell’Istruzione negli anni ’90, sindaco di Pau dal 2014, e alleato chiave di Macron dal 2017, è noto per la sua esperienza e resilienza. Nel 2007 ha fondato il MoDem, ma la sua carriera è stata segnata da alti e bassi, inclusa una vicenda giudiziaria legata a presunti incarichi di lavoro fittizi nel suo partito, dalla quale è stato recentemente scagionato.

La scelta di Bayrou ha sollevato critiche, soprattutto dalla sinistra radicale de La France Insoumise (LFI), che lo considera una figura di continuità con le politiche di Macron, viste come distanti dal risultato elettorale che ha premiato l’alleanza di sinistra. Mathilde Panot, leader degli Insoumis, ha annunciato una mozione di sfiducia contro il nuovo governo, accusando Macron di ignorare il messaggio delle urne.

Più prudente, invece, la reazione dell’estrema destra del Rassemblement National, che ha scelto di valutare l’operato di Bayrou prima di decidere se sfiduciarlo. Jordan Bardella, leader del partito, ha criticato la scelta di Macron, definendolo un “presidente in bunker” che tenta di salvaguardare la propria linea politica.

Il compito di Bayrou sarà complesso. Dovrà trovare un equilibrio tra le pressioni dei diversi blocchi parlamentari e la necessità di stabilizzare il governo, evitando nuove crisi. Sul tavolo ci sono questioni cruciali, come la definizione del bilancio 2025, la situazione economica e le politiche sociali. La sua esperienza sarà determinante, ma il rischio di una nuova impasse politica è ancora elevato.

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