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Tecnologia | Intelligenza artificiale e allerta elezioni: “servono strumenti per distinguere vero dal falso”

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Solo pochi mesi fa, Hollywood si è fermato per chiedere una maggiore regolamentazione nella produzione di immagini tramite intelligenza artificiale. Una tecnologia che ha scatenato la rabbia di attori come Scarlett Johansson e Tom Hanks, il cui deepfake falso, creato dall’IA, è finito sui social per promuovere prodotti. Nonostante ciò, l’innovazione tecnologica non si è arrestata e le aziende continuano a spingere i confini con nuove app. Un esempio è Sora, il software di OpenAI, azienda madre di ChatGPT, che ha dimostrato le sue capacità proprio a Hollywood, dove c’era preoccupazione per l’IA. Gli esperti lanciano un’allerta e invitano a stare attenti in vista delle elezioni del 2024 in diverse nazioni.

“Con la diffusione di immagini e contenuti digitali e l’avvento del Deep Learning, l’IA ha raggiunto prestazioni umane nel riconoscimento di contenuti”, spiega Carlo Negri, ricercatore senior dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano. “Le nuove tecnologie per generare immagini e video ad alto realismo sollevano importanti questioni legali ed etiche”.

Sora ha fatto scalpore, ma ci sono anche PixVerse, invideo AI, Stable Video e altri software che integrano l’intelligenza artificiale nella narrazione multimediale. Google, Meta e altre grandi aziende stanno democratizzando l’IA per le immagini, ma ciò porta a problemi di copyright e falsificazioni. In vista delle elezioni del 2024, i big del digitale dovranno prestare maggiore attenzione e introdurre strumenti per distinguere il vero dal falso.

Per quanto riguarda il copyright delle immagini, Apple, Meta, Google e Amazon avrebbero stretto accordi con Shuttershack per ottenere in licenza milioni di immagini. Inoltre, si è speculato che OpenAI abbia utilizzato le trascrizioni automatiche dei video di YouTube per addestrare Sora.

“I legislatori europei stanno introducendo disposizioni chiare sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale generativa”, conclude Negri. “Si richiede ai fornitori di essere trasparenti sull’uso di sistemi IA e di progettare modelli che evitino la generazione di contenuti che violano il diritto dell’Unione, rispettando i diritti fondamentali, inclusa la libertà di espressione”.

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