Calabria
Catanzaro | Danno erariale, sequestro beni a 2 dirigenti dell’azienda ospedaliera-universitaria Dulbecco
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Helga Rizzo, ex dirigente dell’area legale dell’ex Pugliese Ciaccio, ora nota come azienda ospedaliera-universitaria “Dulbecco”, e Vittorio Prejanò, già Direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera ora in pensione, sono stati oggetto di un sequestro conservativo di oltre 5 milioni di euro. L’operazione è stata condotta dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, con il supporto dei colleghi del Comando Provinciale di Roma e degli ufficiali giudiziari dell’Ufficio Notificazioni Esecuzioni e Protesti. Questa azione è stata eseguita in risposta a una richiesta della Procura Regionale presso la Corte dei Conti per la Calabria, presieduta da Romeo Ermenegildo Palma, e autorizzata dal Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Calabria.
La vicenda, investigata e supervisionata dal sostituto procuratore generale Gianpiero Madeo sotto la guida del Presidente Palma, ha origine dalle indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro. Queste indagini hanno evidenziato un presunto danno erariale significativo causato dal mancato incasso di considerevoli somme da parte dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, a seguito di un accordo transattivo anomalo stipulato con la clinica privata Villa Sant’Anna spa.
In particolare, l’Azienda Ospedaliera aveva importanti crediti nei confronti della clinica a seguito della fornitura di sangue e prodotti emoderivati. Aveva avviato due procedure esecutive contro di essa, ottenendo due decreti ingiuntivi, ma entrambi erano stati contestati da Villa Sant’Anna con azioni legali parallele. Nonostante una prima sentenza favorevole all’Azienda ospedaliera pubblica, nel 2014 il suo management decise di chiudere la controversia stipulando un accordo transattivo con la clinica, accettando un importo molto inferiore a quello dovuto e già riconosciuto in parte dal giudice civile. Questo comportò un danno erariale di oltre 5 milioni di euro. Secondo quanto indicato nell’invito a dedurre notificato dalla Procura contabile ai due dirigenti, l’attività amministrativa sarebbe stata condotta attraverso l’approvazione di atti illegali, non formalizzati e non registrati nei bilanci dell’A.O., emessi in violazione delle procedure ordinariamente previste dalla legge per la conclusione di transazioni. Questo ha permesso all’impresa privata di ottenere un vantaggio ingiustificato e irragionevole.
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