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Calabria

Catanzaro | Chiusa indagine “glicine” 129 indagati tra loro anche politici – VIDEO

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Un totale di 129 persone, tra cui ex presidenti, ex assessori regionali, sindaci, ex assessori comunali, dirigenti della Regione Calabria e del Comune di Crotone, nonché carabinieri, sono state destinatarie dell’avviso di conclusione delle indagini nell’ambito dell’operazione “Glicine”. Questa operazione ipotizza l’esistenza di un “gruppo stabile e strutturato promosso, diretto e organizzato da soggetti politici, amministratori pubblici, imprenditori ed intermediari di imprese al fine di commettere una serie indeterminata e continua di delitti contro la pubblica amministrazione, nell’ambito regionale e crotonese in particolare”.

Tra gli indagati figurano noti esponenti della politica calabrese come Mario Oliverio, ex presidente della Regione dal 2014 al 2020 (eletto con il Pd ma successivamente allontanatosi dal partito), l’ex vice presidente della giunta Nicola Adamo, l’ex consigliere regionale Seby Romeo, entrambi del Pd, l’ex consigliere regionale Vincenzo Sculco (sottoposto ai domiciliari da giugno scorso) e sua figlia Flora, anch’essa ex consigliera regionale.

Altri nomi inclusi nell’avviso sono l’ex assessore comunale di Crotone Giancarlo Devona; il sindaco di Rocca di Neto Alfonso Dattolo, ex assessore regionale; gli imprenditori Giovanni Mazzei, Raffaele Vrenna e il fratello Gianni, quest’ultimo attuale presidente del Crotone Calcio.

L’operazione “Glicine” ha visto l’arresto di 41 persone (22 in carcere e 12 ai domiciliari) per associazione mafiosa e associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione. Gli indagati totali erano inizialmente 123, ma nell’avviso di conclusione delle indagini sono aumentati a 129. Tra i nuovi iscritti figurano l’imprenditrice Antonella Stasi (ex presidente della Regione facente funzioni) e due carabinieri per un accesso illegale alla banca dati.

Secondo l’accusa, il gruppo di politici e imprenditori avrebbe “riuscito a piegare ai propri interessi affaristici e politici l’azione della pubblica amministrazione, condizionando pesantemente, e in molti casi illecitamente, le scelte relative ad incarichi e finanziamenti”.

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