È uno spettacolo dentro lo spettacolo assistere al completo affollamento della sala cinematografica. Questo è accaduto domenica scorsa a Cosenza, presso il cinema San Nicola. La proiezione in anteprima del film “La festa del ritorno” ha attirato l’attenzione del pubblico in modo straordinario. Lorenzo Adorisio, noto direttore della fotografia per cinema, fiction (tra cui “Il giovane Montalbano” e “Imma Tataranni”) e pubblicità, si cimenta per la prima volta nella regia di un lungometraggio. La sua scelta si orienta verso un tema che, per esperienze personali simili, lo coinvolge profondamente, esattamente come accaduto a Carmine Abate, l’autore del romanzo da cui è tratto “La festa del ritorno”. Abate, scrittore calabrese originario di Carfizzi, vincitore del premio Campiello e molto amato dai lettori, ha da poco pubblicato il suo dodicesimo romanzo, “Un paese felice” (Mondadori). “È stata un’emozione straordinaria vedere il mio romanzo trasformato in un film” dichiara Abate, presente al San Nicola e chiaramente emozionato.
Il sottile e discreto tocco autobiografico permea la pellicola con una genuinità sopraffina, analogamente a quanto avvenuto nelle intense pagine del libro. L’esperienza congiunta dello scrittore e del regista si fonde armoniosamente. Sul palco, Abate si concede qualche riflessione: “Il film e il romanzo condividono una radice profonda – sottolinea – narrare la nostra Calabria, un luogo di partenze e ritorni in un fluire costante che non conosce interruzioni. Le radici profonde, il senso di appartenenza. Un legame indissolubile. Una condizione sospesa che contiene in sé una moltitudine di vite, dolori e speranze. Un percorso segnato da tormenti e sempre oscillante tra partenze e permanenze”. Il pubblico applaude con entusiasmo.