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Cronaca

Verona | Leonardo non risponde al telefono: il papà lo geolocalizza e lo trova morto

Leonardo Lorini, un giovane veronese di 23 anni che stava per laurearsi in relazioni internazionali presso l’Università di Padova, ha perso la vita in un tragico incidente stradale avvenuto martedì 16 aprile, intorno alle 19:30, nella circonvallazione Oriani a Verona. Per cause ancora in fase di accertamento, ha perso il controllo della sua moto Honda, urtando il marciapiede a sinistra della carreggiata e finendo per schiantarsi contro uno degli alberi, uno dei platani che delimitano il viale.

Il personale del 118 è intervenuto rapidamente sul luogo dell’incidente con ambulanza e automedica, cercando di rianimare il giovane motociclista, ma purtroppo i loro sforzi sono stati vani. Leonardo Lorini è deceduto sul posto a causa dell’impatto. È stato un tragico incidente, senza coinvolgimento di altri veicoli, che non ha lasciato scampo al giovane.

Leonardo stava tornando a casa dal Vinitaly, dove aveva svolto un lavoro. Suo padre, non riuscendo a contattarlo telefonicamente, ha utilizzato la geolocalizzazione di Google per trovarlo, raggiungendolo in bicicletta dopo l’incidente e trovandolo senza vita lungo il margine della strada. “In famiglia utilizziamo la localizzazione di Google. È una comodità, una sicurezza”, racconta il genitore a L’Arena di Verona. “Leonardo sapeva che non l’avremmo mai utilizzata per controllarlo. L’altra sera sarebbe dovuto tornare per cena, ma il segnale che indicava la sua posizione si è improvvisamente bloccato. Lo abbiamo chiamato, ma il telefono è rimasto silenzioso”.

Nell’incidente non sono stati coinvolti altri veicoli, e la circonvallazione è stata temporaneamente chiusa al traffico per consentire ai soccorritori di effettuare i rilievi necessari per la ricostruzione della dinamica dell’incidente.

Calabria

Chiesto l’ergastolo per Edoardo Mangiola: mandante dell’omicidio di Marco Puntorieri

Il pubblico ministero Sara Amerio ha chiesto l’ergastolo per Edoardo Mangiola, 42 anni, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Marco Puntorieri, 41 anni, vittima di lupara bianca.

Puntorieri, considerato affiliato alla cosca Libri della ‘ndrangheta, fu rapito nel settembre 2011, ucciso con colpi di pistola alla testa e il suo corpo fatto sparire. Il movente di questo omicidio sembra essere una vendetta legata a dispute interne alla stessa cosca Libri.

I due esecutori materiali dell’omicidio, Domenico Ventura e Natale Cuzzola, entrambi di 61 anni e appartenenti al medesimo gruppo criminale di Mangiola, sono già stati condannati all’ergastolo.

L’avvocato di Mangiola, Francesco Calabrese, terrà la sua arringa durante la prossima udienza del processo, fissata per il 4 luglio. Si prevede che la sentenza possa essere emessa nella stessa giornata. Mangiola è già stato condannato a 18 anni di reclusione nel processo “Epicentro”, che ha riguardato le attività della cosca Libri.

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Cronaca

Fermato al confine trafficante di esseri umani con 8 clandestini

Ieri pomeriggio la polizia ha arrestato un presunto trafficante di esseri umani, un uomo belga di 50 anni di origine turca, mentre trasportava illegalmente in Italia alcuni clandestini.

Durante un’operazione mirata di prevenzione e contrasto all’immigrazione clandestina, gli agenti hanno fermato un veicolo a sette posti alla barriera autostradale di Vipiteno in uscita dall’Italia. Approfondendo l’ispezione, hanno scoperto che oltre all’autista c’erano otto persone a bordo, tra cui tre minori di 9, 7 e 5 anni, tutti cittadini turchi e irregolari sul territorio nazionale. Durante gli interrogatori, i passeggeri adulti hanno rivelato di aver pagato ingenti somme di denaro per un viaggio estenuante da Istanbul con destinazione finale in Germania. L’autista è stato quindi arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con l’aggravante del fine di lucro. Il veicolo utilizzato per il trasporto dei clandestini è stato sequestrato, insieme al cellulare dell’arrestato e ad altre prove utili per le indagini.

I passeggeri sono stati affidati a un’associazione che fornisce assistenza ai migranti e sono stati invitati a presentarsi all’ufficio immigrazione di Bolzano per definire la loro situazione in Italia. Il belga di 50 anni si trova ora nel carcere del capoluogo.

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Cronaca

Milano | Condannati i ragazzi che legarono un cavo d’acciaio sulla strada

La vicenda descritta è certamente preoccupante e dimostra gli effetti potenzialmente gravi delle azioni irresponsabili. Tendere un cavo d’acciaio ad altezza uomo in mezzo alla strada è estremamente pericoloso e avrebbe potuto causare danni fisici gravi, se non addirittura fatali, a chiunque lo avesse colpito. È incoraggiante notare che i responsabili abbiano espresso pentimento e abbiano mostrato volontà di cambiare, come dimostrato dal fatto che uno di loro abbia trovato un lavoro grazie ai servizi sociali.

La sentenza di tre anni di reclusione per Alex Baiocco e la pena patteggiata di due anni e sei mesi per Michele Di Rosa sembrano essere proporzionate alla gravità dell’azione commessa. È giusto che ci siano delle conseguenze legali per azioni così pericolose e imprudenti.

Speriamo che questa esperienza possa servire da lezione non solo per coloro che sono coinvolti direttamente, ma anche per altri giovani, affinché comprendano le potenziali conseguenze delle loro azioni e agiscano in modo responsabile in futuro.

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