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Cronaca

Pisa | Continua il clima di terrore in zona stazione: un altro stupro

Un nuovo episodio di violenza e aggressione si è verificato nei pressi della stazione centrale. La vittima è stata una turista straniera, soccorsa dal personale del 118 e dai Carabinieri nelle prime ore della mattina di venerdì 17 maggio, dopo essere stata trovata in lacrime da un passante vicino alla stazione ferroviaria. Il referto del Pronto Soccorso di Cisanello, dove è stata immediatamente trasportata, ha confermato che c’è stato un atto sessuale.

La donna, i cui ricordi sono confusi e frammentati a causa dello shock, ha raccontato ai Carabinieri di aver trascorso la serata di giovedì 16 maggio con una compagna di viaggio nel centro città, dove hanno cenato e si sono fermate in diversi locali della movida. Poco prima di tornare all’albergo nelle vicinanze della stazione, la turista ha dichiarato di ritrovarsi all’interno di un furgone con un uomo che cercava di avere un rapporto sessuale con lei. La donna non è stata in grado di ricordare come sia finita nel veicolo con lo sconosciuto, e ora i Carabinieri stanno conducendo un’indagine per chiarire questo vuoto nella memoria della turista. Le indagini si concentrano sull’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, per ricostruire il percorso delle due donne dal centro alla stazione, con l’obiettivo di identificare anche la targa del veicolo sul quale la vittima ha dichiarato di essere stata aggredita sessualmente.

Campania

Benevento  | Assoldò due killer per eliminare lo stupratore della figlia:

La richiesta di rinvio a giudizio per Lucio Iorillo, ex operaio di 64 anni e padre della quindicenne che si suicidò il 6 gennaio 2008 dopo essere stata vittima di violenza sessuale, è stata presentata. Tale violenza fu perpetrata da Giuseppe Matarazzo, un pastore di 45 anni di Frasso Telesino, Benevento. Matarazzo fu successivamente ucciso con due colpi di pistola la sera del 19 luglio 2018, poche settimane dopo essere stato rilasciato dal carcere in seguito alla sua condanna a 11 anni e 6 mesi per lo stupro della ragazza.

L’omicidio, avvenuto a Frasso Telesino, sembra essere stato orchestrato dal padre della ragazza come atto di vendetta nei confronti del pastore. La procura di Benevento ha quindi richiesto che Iorillo venga processato per questo omicidio.

I presunti esecutori materiali dell’omicidio, presumibilmente assoldati da Iorillo, sono Giuseppe Massaro, 59 anni, e Generoso Nasta, 34 anni. La Cassazione ha annullato una precedente sentenza d’assoluzione emessa dalla Corte d’appello di Napoli nel marzo 2023, stabilendo che i due sono coinvolti nell’omicidio.

Il processo d’appello ha ribaltato la sentenza della Corte d’Assise di Benevento del 6 ottobre 2021, che aveva condannato i due imputati all’ergastolo. Secondo l’accusa, Iorillo avrebbe organizzato l’omicidio promettendo un compenso di 20.000 euro ai due uomini. Dopo l’omicidio, il 64enne avrebbe cercato di creare un alibi incontrando diverse persone per sfuggire ai sospetti.

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Cronaca

Messina | Si chiamava Michele Lanfranchi il 19enne trovato morto in strada 

Il corpo di un giovane di 19 anni, Michele Lanfranchi, noto per precedenti legati allo spaccio di droga, è stato scoperto la scorsa notte in una strada del quartiere Giostra a Messina. Lanfranchi presentava una ferita da arma da fuoco al collo, e l’arma è stata rinvenuta nelle vicinanze del suo corpo.

Questa situazione non esclude altre possibilità oltre all’ipotesi di omicidio avanzata dagli investigatori della squadra mobile. Secondo la polizia, Lanfranchi potrebbe aver commesso suicidio o essere stato vittima di un colpo accidentale. Saranno fondamentali le analisi balistiche e dattiloscopiche sull’arma per stabilire quanto accaduto.

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Cronaca

L’esito choc dell’autopsia: “Giada Zanola era ancora viva quando fu gettata dal cavalcavia”

Emergono nuovi dettagli sulla morte di Giada Zanola, gettata dal fidanzato dal cavalcavia dell’autostrada A4 all’altezza di Vigonza durante una lite. Secondo le prime evidenze dell’autopsia, la ragazza era ancora viva quando è stata scaraventata sulla strada. Lo riporta il Corriere della Sera, citando fonti autorevoli che escludono segni di strangolamento o ferite da arma da taglio sul corpo della donna, madre di un figlio. Gli inquirenti ipotizzano che Andrea Favero possa averla tramortita prima di gettarla dal cavalcavia per agire con maggiore facilità.

I risultati definitivi, inclusi quelli tossicologici per verificare se la donna sia stata drogata o avvelenata come lei stessa temeva, non sono ancora stati comunicati. Alcuni segni sul collo risalirebbero a giorni precedenti, come la donna aveva riferito a un’amica parlando delle aggressioni del marito. Attualmente, l’uomo è in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Dal carcere, ha revocato il mandato al suo avvocato entro 24 ore dall’affidamento e si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia. Ha raccontato di non ricordare i dettagli dell’evento, dicendo solo che erano a casa, hanno iniziato a litigare e Giada si è allontanata verso il cavalcavia.

I dettagli della morte della ragazza saranno noti solo tra qualche settimana. Per ora, il medico legale non ha potuto indicare l’orario della morte, complicato dalle lesioni causate dalla caduta e dall’arrotamento di un tir che non ha evitato il corpo della donna. Servirà almeno un mese per avere risposte definitive. Gli inquirenti mantengono aperte tutte le piste, incluso il revenge porn come possibile movente.

Nel fermo firmato dal sostituto procuratore di Padova, Giorgio Falcone, si legge che l’indagato ha subito una serie di “colpi” che lo hanno portato a perdere la testa e a uccidere Zanola. Tra questi, l’annullamento delle nozze, i problemi economici, la convivenza difficile, la possibile separazione definitiva e le minacce della donna di togliergli il figlio. Tutte circostanze che, secondo il pm, hanno contribuito a scatenare il corto circuito che ha condotto all’omicidio.

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