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Attualità

Mondo | Tre spiagge italiane tra le 50 più belle al mondo

Tre delle 50 spiagge più belle del mondo sono italiane: due in Sardegna, Cala Mariolu e Cala Goloritzè, e una in Sicilia, a Lampedusa, la spiaggia dei Conigli.

In Europa, solo la Grecia può vantare due spiagge in questa prestigiosa classifica. Il riconoscimento proviene dal sito americano worlds50beaches.com, che ha posizionato Cala Mariolu al secondo posto, Cala Goloritzè al 19° posto, entrambe sulla costa di Baunei, in Ogliastra, mentre la spiaggia dei Conigli si è classificata al 50° posto.

Il sindaco di Baunei, Stefano Monni, esprime gioia per questo risultato, sottolineando l’importanza di preservare le spiagge e l’ecosistema circostante, considerati tesori naturali da proteggere. L’amministrazione comunale ha implementato misure come il numero chiuso per garantire la gestione sostenibile del turismo: a Cala Goloritzè e Cala Mariolu, le persone possono accedere solo tramite prenotazione, limitando il numero massimo di visitatori contemporanei.

Il sindaco Monni invita i turisti a esplorare non solo le spiagge ma anche l’entroterra, sottolineando la bellezza paesaggistica di questa regione che offre uno spettacolo mozzafiato sia lungo la costa che nell’entroterra, promuovendo così un turismo escursionistico sostenibile.

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Prima delle elezioni arriva il condono di Salvini: cos’è il decreto salva casa?

Le elezioni europee di giugno si avvicinano e il governo Meloni sarebbe pronto a varare sei decreti da utilizzare nelle ultime settimane di campagna elettorale. Questa strategia ha allarmato il Quirinale, che in passato ha chiesto all’esecutivo di non abusare della decretazione d’urgenza, uno strumento da usare con parsimonia e solo in situazioni di effettiva necessità. Mattarella teme anche un “ingorgo” legislativo nei prossimi mesi, quando tutti i provvedimenti approvati in fretta e furia dovranno essere convertiti in legge, creando potenziali complicazioni.

Tra i decreti in discussione, il più controverso è il cosiddetto “salva-casa”, un condono edilizio proposto da Matteo Salvini. La premier Giorgia Meloni si era opposta alla proposta, rifiutando ogni modifica che aumentasse le cubature delle case. Meloni non vuole approvare norme che sanino evidenti abusi edilizi. La fermezza di Palazzo Chigi ha costretto Salvini a ridimensionare le sue pretese, rimodulando la norma per ottenere comunque un risultato. Salvini ha spiegato che “la maggioranza delle case degli italiani ha piccoli problemi interni: bagnetti, finestre, verande, soppalchi, tende. Milioni di case sono bloccate dalla burocrazia. Il nostro obiettivo è sanare queste piccole irregolarità interne”. In termini tecnici, queste sono definite “modeste difformità”. Attualmente, la “tolleranza” è fissata al 2%, ma la nuova norma potrebbe aumentarla all’8% per abitazioni fino a 100 metri quadri, per poi scendere progressivamente al 2% per quelle oltre i 500 metri quadri.

Su due questioni, la premier non sembra disposta a cedere: le eventuali modifiche sul rilascio del certificato di agibilità degli immobili e gli interventi esterni (balconi e modifiche della sagoma dell’edificio). Salvini dovrà anche superare l’opposizione di Forza Italia. Il partito di Antonio Tajani, contrariato dalla chiusura sul Superbonus da parte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, non sembra disposto a concedere ulteriori “rese incondizionate” agli alleati. Il condono proposto da Salvini cancellerebbe le proposte di legge sulla rigenerazione urbana presentate dai forzisti: “Siamo favorevoli a norme che sblocchino situazioni impantanate per problemi burocratici, ma dobbiamo leggere il testo. Le decisioni si prendono in Consiglio dei ministri, che è un organo collegiale”.

Il decreto Salva Casa…salva anche Milano

Il provvedimento dovrebbe includere una norma specifica per Milano. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il ministro delle Infrastrutture si sono sentiti al telefono venerdì 17 maggio per discuterne. Al centro della telefonata c’era il destino di alcuni edifici della città sotto indagine per abusi edilizi. Questi edifici, costruiti con una Scia (segnalazione certificata di inizio attività), sono stati trattati dagli uffici urbanistici milanesi come “demolizioni e ricostruzioni”. Tuttavia, la procura ritiene che avrebbero dovuto ottenere un vero e proprio permesso a costruire con un piano dei servizi. La demolizione ha riguardato piccoli manufatti, mentre sono stati edificati edifici più alti, aumentando significativamente il numero degli abitanti del quartiere. Secondo la procura, è necessaria una procedura che consideri anche le dotazioni di verde, scuole e strade. Il Comune di Milano ha sempre difeso la propria interpretazione della norma, ma l’aumento delle inchieste ha evidenziato la necessità di un rimedio “politico”.

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Basilicata | 4 tappe della Carovana della prevenzione

Nei prossimi giorni, la Carovana della prevenzione di Komen Italia tornerà in Basilicata con quattro tappe. Questa iniziativa, che ogni anno offre migliaia di prestazioni diagnostiche gratuite, si concentra soprattutto sulle donne appartenenti a categorie sociali più fragili.

Il tour in Basilicata prevede quattro appuntamenti, con due unità mobili a supporto delle giornate di prevenzione: lunedì 20 maggio a Matera, in piazza San Francesco D’Assisi; martedì 21 maggio a Policoro (Matera), in piazza Aldo Moro; mercoledì 22 maggio a Grumento Nova (Potenza), presso l’Hotel Likos; giovedì 23 maggio a Paterno (Potenza), in piazza Isabella Morra.

L’iniziativa è rivolta a donne che non rientrano nel programma di screening della Regione Basilicata.

Il Comitato lucano di Komen Italia intensificherà ulteriormente le sue attività nelle prossime settimane, con nuovi progetti che culmineranno nell’edizione 2024 della Race For The Cure di Matera, che si terrà dal 27 al 29 settembre. L’evento includerà un ampio villaggio della salute e dello sport e offrirà attività gratuite per tutta la comunità lucana.

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Cagliari | Poste Italiane: protesta dei sindacati, “meno servizi, lavoro a rischio”

Giù le mani dalle Poste. Questo è uno degli striscioni simbolo della manifestazione che si è tenuta questa mattina davanti alla sede della Prefettura a Cagliari. Al centro della protesta, la proposta del Governo nazionale di ulteriore privatizzazione di Poste Italiane. L’evento è stato organizzato dalle segreterie regionali di Slp-Cisl, Uilposte, Confsal-Com.ni, Fnc Ugl.

I sindacati criticano la “vendita aggiuntiva delle quote detenute dal Mef (attualmente il 29,26%)” e spiegano: “La recente proposta dell’attuale governo rischia di compromettere non solo il futuro dell’azienda in termini occupazionali, con una riduzione del personale, ma anche la stabilità economica dell’Italia”. Secondo le organizzazioni sindacali, “grazie ai profitti generati, quest’anno il governo ha incassato circa 200 milioni di euro di dividendi, che perderebbe ogni anno se la vendita delle azioni in mano al Mef venisse completata”.

“Questa vendita – denunciano i sindacati – porterebbe a un incasso immediato di circa 4 miliardi, ma ridurrebbe il debito pubblico di solo 185 milioni di euro, una goccia nel mare”. Bruno Brandano della Slp Cisl avverte: “Sono a rischio servizi e posti di lavoro, oltre al fatto che le Poste svolgono un ruolo sociale importante, specialmente nei piccoli centri, nel rapporto quotidiano con gli anziani, spesso soli e in condizioni economiche difficili”.

“In Sardegna – sottolinea il sindacalista – l’ufficio postale è uno dei pochi servizi rimasti, anche dove non ci sono più caserme dei carabinieri o parrocchie. Questo servizio è seriamente a rischio di chiusura, con la conseguente perdita di posti di lavoro, se la proposta di cedere ulteriori quote statali dovesse andare avanti”. I sindacati esortano lavoratori e popolazione a mobilitarsi: “La difesa di questo servizio – affermano – non è solo una questione economica, ma riguarda anche la garanzia di un servizio pubblico e di coesione sociale per tutti i cittadini”.

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