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Attualità

ELEONORA IVONE, VOLTO DEL CINEMA CHE FA RIFLETTERE

A cura di Ilaria Solazzo 

Eleonora Ivone madrina del Premio Sorriso Diverso alla 82ª Mostra del Cinema di Venezia

Sarà l’attrice Eleonora Ivone la madrina della XV edizione del Premio Sorriso Diverso Venezia Award, il prestigioso riconoscimento collaterale alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, in programma venerdì 5 settembre 2025 allo Spazio Incontri del Venice Production Bridge, presso l’Hotel Excelsior del Lido.

Figura elegante e sensibile, Eleonora Ivone è stata scelta per rappresentare un premio che da quindici anni dà voce al cinema capace di raccontare la diversità, la fragilità sociale e la resilienza umana. La sua presenza, discreta ma intensa, incarna perfettamente lo spirito della manifestazione, che ha tra i suoi obiettivi principali quello di porre al centro dell’attenzione le storie di chi lotta per un mondo più equo e inclusivo.

Accanto a lei, in qualità di Testimonial della resilienza sociale, ci sarà Silvia Salemi, cantante e conduttrice da sempre impegnata nel sociale. A confermare l’importanza dell’iniziativa, sono attesi anche il Direttore della Mostra Alberto Barbera, il Presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco e il Presidente della Municipalità di Lido Pellestrina Emilio Guberti, storici sostenitori del premio.

Un cinema che fa riflettere

Anche quest’anno, il Premio Sorriso Diverso ha selezionato opere provenienti da cinematografie internazionali e italiane, accomunate dall’impegno civile e dalla forza narrativa. Tra i titoli più attesi in concorso:

“The Voice of Hind Rajab” di Kaouther Ben Hania, sulla tragica vicenda di una bambina uccisa a Gaza;

“Elisa” di Leonardo Di Costanzo, ispirato al saggio criminologico “Io volevo ucciderla”;

“Nühai (Girl)” di Shu Qi, storia di formazione femminile;

“À Pied d’Œuvre (At Work)” di Valérie Donzelli, tratto dal romanzo di Franck Courtès.

Per l’Italia, tra le opere fuori concorso spicca “L’isola di Andrea” di Antonio Capuano, mentre nella sezione Orizzonti concorrono titoli come “Il rapimento di Arabella” di Carolina Cavalli, “Un anno di scuola” di Laura Samani e “Come ti muovi sbagli” di Gianni Di Gregorio, selezionato per le Giornate degli Autori.

Cinema e impegno civile

A presiedere la giuria sarà il critico Catello Masullo, affiancato da una commissione composta da esperti e studiosi del settore, chiamati a decretare i vincitori nelle due categorie principali: Miglior Film Italiano e Miglior Film Straniero.

Il premio, ideato dall’Università Cerca Lavoro e diretto artisticamente da Paola Tassone, è sostenuto dal Ministero della Cultura, con il patrocinio di Rai per la Sostenibilità ESG e la media partnership di Rai Pubblica Utilità. Frecciarossa si conferma Treno Ufficiale della manifestazione.

“Il cinema può abbattere barriere e costruire ponti”, ha dichiarato Paola Tassone. “Con questa 15ª edizione celebriamo film che parlano al cuore e alla coscienza, attraverso lo sguardo di autori coraggiosi e interpreti autentici.”

In questo scenario di grande impegno culturale e sociale, la presenza di Eleonora Ivone come madrina assume un significato ancora più profondo: un segnale chiaro dell’unione tra arte e consapevolezza, bellezza e responsabilità. Una scelta che sottolinea come il volto del cinema, oggi più che mai, sia quello delle storie che contano.

Intervista a Eleonora Ivone – “Il cinema è uno specchio che può cambiare la realtà”

Buon giorno Eleonora, lei è la madrina della XV edizione del Premio Sorriso Diverso alla Mostra del Cinema di Venezia 2025. Cosa ha provato quando le è stato proposto questo ruolo?
È stata una grande emozione e un onore. Il Premio Sorriso Diverso ha un significato profondo: celebrare il cinema che racconta le fragilità, l’inclusione, la diversità. Temi che mi stanno particolarmente a cuore. Essere stata scelta come madrina mi ha fatto sentire parte di una missione culturale e sociale, non solo artistica.

Che importanza ha oggi, secondo Lei, un premio che premia l’impegno sociale nel cinema?
Fondamentale. Viviamo in un’epoca in cui le disuguaglianze, le emarginazioni e le crisi identitarie sono sotto gli occhi di tutti. Il cinema può essere uno strumento potente per aprire gli occhi, raccontare ciò che spesso viene taciuto e costruire consapevolezza. Premi come questo ci ricordano che l’arte non è solo intrattenimento, ma può essere anche responsabilità.

Il Premio Sorriso Diverso parla di storie che danno voce a chi spesso non ne ha. C’è una storia, tra quelle selezionate quest’anno, che l’ha colpita in modo particolare?
“The Voice of Hind Rajab” mi ha profondamente toccata. È un film che racconta la tragica storia di una bambina uccisa a Gaza, ma è anche il simbolo di tutte quelle vite invisibili che meritano di essere ascoltate. È un’opera che lascia il segno e che, a mio avviso, incarna perfettamente lo spirito del premio.

Lei è anche attrice e regista. In che modo il suo percorso artistico si riflette nella scelta di sostenere un premio così impegnato?
Il mio lavoro è sempre stato guidato da un’urgenza di verità. Che si tratti di recitare o dirigere, cerco di scegliere storie che abbiano un senso, che parlino di esseri umani nella loro complessità. Per questo mi sento profondamente in sintonia con il Premio Sorriso Diverso: è una celebrazione della narrazione autentica.

Quanto è importante, secondo Lei, che le nuove generazioni di artisti si confrontino con tematiche sociali?
Essenziale. I giovani sono i portatori di un nuovo sguardo, più aperto e consapevole. In un mondo che cambia rapidamente, credo sia necessario che le nuove generazioni non abbiano paura di affrontare le grandi questioni del nostro tempo attraverso il linguaggio del cinema. È anche da lì che può nascere un cambiamento reale.

C’è un messaggio che vorrebbe lasciare al pubblico della Mostra e a chi segue il Premio?
Vorrei dire di non smettere mai di ascoltare. Di lasciarsi toccare dalle storie che il cinema propone, soprattutto quando parlano di realtà difficili. La sensibilità è una forma di forza, e il cinema ci aiuta ad esercitarla ogni giorno. E poi, un sorriso diverso è spesso quello più autentico: quello che nasce dalla comprensione, dalla solidarietà, dall’umanità.

A chi si sente di dire grazie?
Al Presidente Diego Righini persona straordinaria sempre attento al mondo che ci circonda ed ai suoi artisti.

Signora Ivone, Venezia sarà anche l’occasione per ricordare il suo compianto marito, Angelo Longoni, una figura importante del panorama artistico italiano. Cosa rappresenta per Lei questo momento?
È un’emozione profonda. Angelo è stato un artista straordinario, ma soprattutto un uomo capace di leggere l’animo umano con rara lucidità e compassione. A Venezia, dove il cinema incontra la vita vera, sento che la sua presenza sarà ancora una volta viva, tra le storie, le immagini e le parole. Ricordarlo in questo contesto significa riconoscere il valore di ciò che ha lasciato: opere che hanno parlato di noi, del nostro tempo, con verità e poesia. Sarà un omaggio intimo ma condiviso, come lui avrebbe voluto.

In un mondo in cui l’immagine spesso prevale sul contenuto, la presenza di Eleonora Ivone come madrina del Premio Sorriso Diverso ci ricorda che il cinema può – e deve – essere anche responsabilità, coscienza, ascolto. La sua sensibilità, unita a un percorso artistico coerente e mai urlato, dà valore a una manifestazione che sceglie di stare dalla parte delle storie scomode, degli invisibili, di chi lotta ogni giorno per affermare la propria esistenza.

In tempi in cui la fragilità è vista come debolezza, riscoprire lo sguardo umano dell’arte diventa un atto necessario. Ed è proprio lì, in quella zona d’ombra che il cinema sociale sa illuminare, che troviamo il senso più autentico di questa edizione veneziana: non soltanto una passerella, ma un luogo in cui l’empatia torna ad avere voce.

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