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Cronaca

Israele risponde all’attacco Iraniano. Secondo fonti USA un missile è stato lanciato nella notte

La tensione nel Medio Oriente, da tempo sull’orlo del precipizio, si è nuovamente acuita. Secondo quanto riportato dalla televisione americana CBS, che ha citato un alto funzionario statunitense, un missile israeliano avrebbe colpito l’Iran nella notte tra giovedì e venerdì. Tuttavia, la portata e la natura precisa dell’attacco non sono ancora chiare. Si ipotizza che Israele abbia condotto questa operazione come rappresaglia per eventi accaduti il precedente fine settimana, con l’obiettivo di inviare un segnale al governo iraniano riguardo alla sua capacità di colpire il territorio nemico.

Secondo le ultime notizie, l’attacco sembrerebbe essere mirato, con segnalazioni di esplosioni nella città di Isfahan, situata a 350 km da Teheran e sede di una base aerea militare di rilevanza strategica, oltre che di diversi impianti nucleari. Tuttavia, l’emittente statale iraniana IRIB ha riferito che tutti i siti nucleari sarebbero “completamente sicuri”, citando fonti affidabili. Inoltre, si è affermato che tre droni siano stati individuati sopra Isfahan durante la notte e che siano stati distrutti dai sistemi di difesa aerea iraniani.

L’Iran ha minimizzato le notizie riguardanti l’attacco, pubblicando addirittura un video su Telegram che mostra una vita apparentemente normale nella città di Isfahan. Tuttavia, il contesto rimane teso, con entrambe le parti, Israele e Iran, desiderose di dimostrare la propria forza senza però innescare un’escalation pericolosa.

Israele aveva precedentemente avvisato gli Stati Uniti delle proprie intenzioni di reagire alle azioni iraniane. Gli esperti, tuttavia, suggeriscono che l’attacco israeliano sia stato limitato per non aggravare ulteriormente la situazione nella regione, e prevedono che Teheran non risponderà.

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi aveva già avvertito che qualsiasi invasione da parte di Israele avrebbe incontrato una risposta decisa da parte dell’Iran, aprendo scenari imprevedibili.

La comunità internazionale segue con attenzione gli sviluppi della situazione, con il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani che assicura di monitorare la situazione da Capri, dove si trova per presiedere l’ultima giornata del G7 Esteri.

Cronaca

Roma | Pusher che oscurano i lampioni “per spacciare meglio”

Nelle vie del Quarticciolo, quartiere noto per essere tra le principali zone di spaccio della Capitale, i venditori di droga hanno adottato una nuova tattica: oscurare la luce pubblica. Le immagini circolate tra le chat di quartiere, pubblicate da RomaToday, mostrano teli neri posizionati strategicamente per coprire i lampioni che illuminano via Ostuni e via Manfredonia, le vie principali utilizzate dagli spacciatori. Questa mossa rende più agevole per loro operare nell’ombra, al riparo dai controlli delle forze dell’ordine.

L’ombra della ‘Ndrangheta si fa sempre più presente al Quarticciolo, dove “Zio” Antonio ha organizzato il traffico di droga seguendo il modello di Tor Bella Monaca.

Negli ultimi sei mesi, il quartiere ha visto più di cento arresti legati allo spaccio di droga. Nonostante l’incessante azione di polizia e carabinieri, il commercio illegale di sostanze stupefacenti, in particolare di crack e cocaina, continua senza sosta. Solo pochi giorni fa, Marco Di Veglia, 27 anni, è morto dopo aver ingerito ovuli di droga per evitare l’arresto, proprio durante un controllo lungo via Ostuni, una delle strade oscurate dai pusher.

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Cronaca

Ferrara | Condannata a 22 anni la donna che uccise suo figlio nel letto:

La condanna di ventidue anni di reclusione inflitta ad Amanda Guidi, la donna accusata dell’omicidio del figlio di un anno, Karim, è stata accompagnata da una serie di circostanze attenuanti. La Corte d’assise di Ferrara ha riconosciuto il passato difficile della donna e il suo disturbo della personalità borderline, evidenziato anche dalla perizia psichiatrica.

Il pubblico ministero aveva proposto una condanna di ventuno anni di reclusione, ma la sentenza è stata più severa. Amanda, assistita dagli avvocati Alessio Lambertini e Marcello Rambaldi, è stata sempre ospitata in strutture di cura dal momento dell’omicidio.

La tragedia si è consumata nel giugno del 2021, quando Amanda, sotto l’influenza di alcol e cocaina, ha soffocato il figlio nel lettone. Successivamente, ha tentato il suicidio tagliandosi i polsi. I carabinieri sono intervenuti dopo la sua chiamata e hanno trovato il bambino senza vita.

Durante l’interrogatorio, Amanda ha fornito versioni contrastanti dei fatti, prima autoaccusandosi e poi ritrattando. Gli inquirenti hanno ricostruito che la donna ha soffocato il figlio premendo la mano o un oggetto morbido sul naso e sulla bocca.

Le valutazioni psichiatriche sono state divergenti: mentre il consulente dei pubblici ministeri ha evidenziato una “pericolosità sociale” di Amanda, i consulenti della difesa hanno sostenuto la sua totale incapacità di intendere e volere. Gli esperti del tribunale hanno definito Amanda come affetta da “grave disturbo di personalità” e hanno sottolineato la necessità di una continuità assistenziale per la sua condizione. La difesa ha annunciato ricorso, dichiarando che leggerà attentamente le motivazioni della sentenza e presenterà appello.

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Calabria

Chiesto l’ergastolo per Edoardo Mangiola: mandante dell’omicidio di Marco Puntorieri

Il pubblico ministero Sara Amerio ha chiesto l’ergastolo per Edoardo Mangiola, 42 anni, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Marco Puntorieri, 41 anni, vittima di lupara bianca.

Puntorieri, considerato affiliato alla cosca Libri della ‘ndrangheta, fu rapito nel settembre 2011, ucciso con colpi di pistola alla testa e il suo corpo fatto sparire. Il movente di questo omicidio sembra essere una vendetta legata a dispute interne alla stessa cosca Libri.

I due esecutori materiali dell’omicidio, Domenico Ventura e Natale Cuzzola, entrambi di 61 anni e appartenenti al medesimo gruppo criminale di Mangiola, sono già stati condannati all’ergastolo.

L’avvocato di Mangiola, Francesco Calabrese, terrà la sua arringa durante la prossima udienza del processo, fissata per il 4 luglio. Si prevede che la sentenza possa essere emessa nella stessa giornata. Mangiola è già stato condannato a 18 anni di reclusione nel processo “Epicentro”, che ha riguardato le attività della cosca Libri.

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