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Attualità

Alessia Pifferi | Pm chiede proroga per indagare sulla “rete criminale” delle psicologhe

Ulteriori approfondimenti sono necessari per identificare altri eventuali coinvolti e “mappare la rete criminale collegata agli eventi”. Questa è stata l’argomentazione presentata dal PM Francesco De Tommasi mentre richiedeva una proroga delle indagini sul caso di Alessia Pifferi. In particolare, il pubblico ministero di Milano ha sollecitato di poter proseguire le indagini riguardo al coinvolgimento delle psicologhe di San Vittore e dell’avvocata di Pifferi, Alessia Pontenani, accusate di favoreggiamento e falsificazione.

Secondo l’accusa, le due esperte e l’avvocato della donna – imputata per aver lasciato morire di stenti la figlia – avrebbero colluso per aiutare Alessia Pifferi a ottenere una valutazione psichiatrica favorevole. Al centro della questione vi è un test considerato inammissibile dal PM e presunte alterazioni nel diario clinico, che avrebbero portato le specialiste a diagnosticare all’imputata un grave deficit cognitivo. De Tommasi, nella richiesta di proroga delle indagini (in cui chiede ulteriori sei mesi), sottolinea l’importanza di ottenere ulteriori prove su quanto definisce un “intricato schema di criminalità organizzata”.

Il PM aveva anche chiesto di non notificare la richiesta di proroga delle indagini alle indagate. Tuttavia, il giudice ha deciso che, poiché non sussistono ipotesi di reato per cui sia prevista una deroga alle notifiche, queste debbano essere effettuate. La richiesta riguarda solamente l’imputazione di favoreggiamento personale con le aggravanti: aver voluto garantire l’impunità e abuso di potere. Questo nuovo filone di indagine ha generato vivaci discussioni. Lunedì 4 marzo, giorno dell’udienza di Pifferi, gli avvocati hanno proclamato uno sciopero a Milano.

Nel frattempo, sono stati resi noti i risultati della nuova perizia psichiatrica redatta da Elvezio Pirfo. “Non essendoci prove di una disabilità intellettiva, di un grave disturbo psichiatrico o di personalità, è possibile affermare che al momento dei fatti per cui è imputata, Alessia Pifferi era in grado di intendere e di volere”, si legge nella relazione del perito. Secondo Pirfo, nell’abbandonare la figlia, Alessia Pifferi ha privilegiato i suoi interessi rispetto a quelli della bambina: “Al momento dei fatti ha preservato i suoi desideri personali rispetto ai doveri materni verso la piccola Diana e ha adottato un comportamento intelligente, considerate le diverse motivazioni delle sue decisioni date a persone differenti”. La 38enne rischia ora l’ergastolo.

Dalla perizia emergono dettagli dolorosi sulla vita di Alessia Pifferi, inclusi gli abusi sessuali subiti durante l’infanzia da un amico del padre all’età di circa 10 anni. Una storia che, come riportato nella relazione di Pirfo, la donna ha ammesso di aver faticato a raccontare persino alle psicologhe di San Vittore.

Attualità

Il soccorso alpino della GdF conquista la seconda vetta delle Ande Boliviane: Cima 250

Sulle Ande svetta di nuovo il tricolore.

La spedizione del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, partita l’8 maggio dall’Italia con destinazione Bolivia, ha raggiunto alle 9:10 del 19 maggio (15:10 ora italiana) la seconda cima inesplorata e innominata della Cordillera Real. Sulla vetta, alta 5.756 metri (coordinate 15°52’53.5″S e 68°31′.33.4″W), è stato issato il tricolore consegnato dal Presidente della Repubblica al team gialloverde il 2 maggio scorso.

Solo cinque giorni dopo la conquista della “Cima Fiamme Gialle” (5.310 metri), la vetta raggiunta ieri – dopo una difficilissima salita di sei ore dal campo base, tra rocce e ghiaccio – è stata battezzata “Cima 250” per celebrare i 250 anni di storia del Corpo, come anche la prima vetta.

L’ascesa è avvenuta tramite due vie alpinistiche: la “Via dei Finanzieri” (difficoltà massima 5c, scala francese) e la “Via dell’Onore ai Caduti” (difficoltà massima M4, scala mixed).

La missione, proposta da Padre Antonio Zavatarelli, missionario in Bolivia, è stata avviata in occasione del 250° anniversario di fondazione del Corpo, con l’obiettivo di addestrare i ragazzi del corso “turismo di montagna” di Peñas, una località a 4.000 metri di altezza, a circa un’ora da La Paz, al soccorso in alta quota.

La spedizione è composta dall’Ufficiale Istruttore, Tenente Colonnello Alessandro Alberioli, e dagli Istruttori del S.A.G.F., Brigadiere Marco Brunet, Appuntato scelto Q.S. Riccardo Scarian, Appuntato scelto Q.S. Walter Tomas e Appuntato scelto Q.S. Marco Canteri.

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Sanità | Guardie mediche sul litorale e in montagna per assistenza turisti

La Regione Molise ha autorizzato l’Azienda Sanitaria Regionale (Asrem) ad istituire cinque postazioni sanitarie lungo il litorale durante i mesi di luglio e agosto, al fine di garantire assistenza ai turisti.

Una di queste postazioni sarà attiva a Termoli, Petacciato e Marina di Montenero di Bisaccia, mentre due saranno disponibili a Campomarino, sia al lido che in paese. Un’altra postazione sarà operativa a Campitello Matese, frazione di San Massimo (Campobasso).

Nella determinazione del direttore generale per la Salute, Lolita Gallo, sono state anche stabilite le tariffe per le prestazioni rivolte ai cittadini non residenti in Molise: 20 euro per la visita ambulatoriale e 35 euro per la visita domiciliare.

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Sanità | Contratti con privati per ridurre tempi liste d’attesa


Il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Regionale del Molise, Giovanni Di Santo, ha avviato l’iter per la stipula dei contratti aggiuntivi in proroga fino al 31 dicembre 2024, con le strutture sanitarie già accreditate presso la Regione Molise e altre strutture accreditate, anche se non ancora contrattualizzate.

Questa decisione è stata presa prendendo atto dei contenuti del Decreto del Commissario ad Acta per la Sanità del 26 aprile scorso. L’obiettivo principale di questo provvedimento è ridurre i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie.

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