Calabria – Con la prossima apertura dei grandi cantieri relativi all’ammodernamento della SS 106 Jonica, la regione si prepara a un’onda occupazionale importante: secondo la FILLEA CGIL Calabria potrebbero essere circa 5.000 i nuovi posti di lavoro diretti generati dall’intervento infrastrutturale.
Tuttavia, proprio questa opportunità rischia di trasformarsi in un’occasione mancata, secondo il sindacato, per via della carenza di manodopera qualificata e specializzata sul territorio.
Il contesto infrastrutturale
L’intervento sulla SS 106 Jonica – tra Catanzaro e Crotone, con l’avvio dei nuovi tratti, lotti e megalotti – è considerato uno degli assi strategici per la mobilità, lo sviluppo economico e l’occupazione in Calabria.
In parallelo, la regione registra segnali di ripresa del settore edilizio, ma accompagnati da “allarmi” legati alla mancanza di competenze adeguate.
L’allarme della FILLEA CGIL
Il segretario regionale del sindacato, Simone Celebre, evidenzia che «i cantieri genereranno fino a 5.000 posti di lavoro», ma «mancano operai specializzati, tecnici, saldatori, muratori, carpentieri ed escavatoristi».
Celebre, in un comunicato della FILLEA, afferma che senza un intervento urgente sul fronte della formazione e della qualificazione del lavoro non si potrà garantire né la partenza né la buona esecuzione dei lavori.
Proposte e richieste
Tra le richieste del sindacato:
- L’avvio immediato di un piano straordinario di formazione regionale per lavoratori edili, giovani, disoccupati o da riqualificare.
- Il coinvolgimento degli enti bilaterali dell’edilizia e del sistema della formazione professionale, per evitare che si generino percorsi irregolari o “di facciata”.
- Una governance regionale che metta in rete istituzioni, imprese e sindacati per fare della grande opera un “laboratorio di sviluppo, non solo un cantiere”.
Perché questo è cruciale
- Se la mancanza di manodopera qualificata si mantenga, i rischi non sono solo occupazionali: ritardi nei tempi di realizzazione, aumento dei costi, possibili blocchi del cantiere.
- La Calabria ha un disperato bisogno di rilancio economico, e l’infrastruttura della SS 106 rappresenta una delle migliori chance di sviluppo: restarne fuori o subirla senza benefici reali sul territorio sarebbe un grave errore.
- Formare competenze locali significa anche contrastare la fuga dei giovani dalla regione, incentivare il lavoro stabile e qualificato, evitare che l’opera venga realizzata con manodopera esterna esclusiva.
Le sfide in evidenza
- Formazione e qualificazione: non basta “assumere” operai, ma servono figure con competenze specifiche per le lavorazioni moderne, la sicurezza nei cantieri, l’uso di nuove tecnologie.
- Coordinamento istituzionale: Regione, imprese, sindacati devono lavorare “in concerto” e in maniera programmata, non affidarsi al caso.
- Trasparenza e legalità: in una regione dove spesso le grandi opere hanno avuto ritardi, sovrapprezzi o problemi di governance, il controllo e la qualità del lavoro diventano elementi determinanti.
La partita è aperta. La Calabria, con la SS 106 e altri grandi cantieri, ha davanti a sé una opportunità che può cambiare il volto del territorio e dare lavoro a migliaia di persone. Ma come ammonisce la FILLEA CGIL Calabria: «senza persone formate, senza competenze, rischiamo di perdere un treno che non passerà più».
