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Colloqui a Istanbul tra Russia e Ucraina: scambio di prigionieri e nuove proposte di tregua, ma nessun accordo sul cessate il fuoco

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Si sono conclusi a Istanbul i colloqui tra le delegazioni di Mosca e Kiev, nel tentativo di trovare uno sbocco diplomatico al conflitto in corso. A rappresentare l’Ucraina il ministro della Difesa Rustem Umerov, mentre per la Russia il capo negoziatore è Vladimir Medinsky, consigliere del presidente Vladimir Putin.

Durante l’incontro le parti hanno concordato il più grande scambio di prigionieri dall’inizio del conflitto. Secondo Medinsky, verranno rilasciati tutti i militari gravemente feriti o malati e i detenuti ucraini sotto i 25 anni di età. L’Ucraina ha confermato l’accordo, aggiungendo che i colloqui hanno incluso anche la richiesta di rilascio di centinaia di minori portati in Russia. Medinsky ha respinto le accuse di deportazione illegale, sostenendo che si tratta di bambini salvati e che verranno riconsegnati ai genitori qualora rintracciati.

Nonostante questo segnale distensivo, le distanze restano marcate. Kiev ha proposto un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, il rilascio di tutti i prigionieri e un incontro diretto tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Tuttavia, la proposta è stata respinta da Mosca, che ha invece avanzato l’idea di una tregua limitata a due o tre giorni in specifici settori del fronte.

L’Ucraina ha proposto di riprendere i colloqui tra il 20 e il 30 giugno, sempre in Turchia, invitando Mosca a tornare al tavolo negoziale. Zelensky si è detto disponibile a un incontro che includa anche Donald Trump. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha rilanciato l’idea di un vertice trilaterale a Istanbul o Ankara, confermando il suo ruolo di mediatore.

Intanto, da Vilnius, Zelensky ha affermato che è in preparazione un nuovo scambio di prigionieri e ha sottolineato l’urgenza di nuove sanzioni in caso di mancati progressi diplomatici. Il leader ucraino ha elogiato la resistenza del suo popolo e ha chiesto ai partner occidentali di continuare il sostegno militare, incluso l’uso di droni, e di mantenere pressione economica sulla Russia con sanzioni più severe.

Sul campo la guerra non si ferma. Nella notte, un attacco russo con missili e droni ha colpito la città di Kharkiv, provocando almeno sei feriti, tra cui due bambini. A Zaporizhzhia, cinque persone sono morte, tra cui tre donne, in seguito a bombardamenti russi. Mosca ha inoltre dichiarato di aver intercettato 162 droni ucraini, con la maggior parte abbattuti nella regione di Kursk.

A livello internazionale, il Regno Unito ha formalizzato una revisione della propria strategia militare. Il primo ministro Keir Starmer ha annunciato investimenti per rafforzare la capacità di deterrenza, tra cui la costruzione di 12 nuovi sottomarini d’attacco, sei fabbriche di munizioni e un nuovo comando per la cyberdifesa. Starmer ha ribadito il sostegno incrollabile all’Ucraina, difendendo anche le incursioni a distanza condotte da Kiev contro basi russe.

La Germania ha affermato di non essere stata informata dell’attacco ucraino ma ha sottolineato che Kiev ha il diritto di difendersi. Negli Stati Uniti, il segretario di Stato Marco Rubio ha confermato una telefonata con il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov su richiesta di Mosca, ribadendo l’invito del presidente Donald Trump a proseguire i negoziati per una pace duratura.

Infine, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca, incluso l’abbassamento del tetto massimo sul prezzo del greggio, in coordinamento con gli Stati Uniti, per rafforzare la pressione economica sulla Russia.

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Redazione Italia

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