Cronaca
VARESE chiuso opificio cinese per gravi irregolarità e frode fiscale
Varese, 24 marzo 2025 – La Guardia di Finanza di Varese, in collaborazione con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, ha chiuso un opificio cinese per gravi carenze igienico-sanitarie, violazioni sulla sicurezza e frode fiscale. L’attività, riconducibile a un cittadino cinese, operava nel settore della confezione di abbigliamento ed è risultata essere una continuazione illecita di un’impresa precedentemente chiusa per evasione fiscale.
I finanzieri di Busto Arsizio, attraverso l’analisi delle banche dati fiscali e di polizia, hanno avviato un controllo su un’impresa attiva da soli quattro mesi, rilevando gravi irregolarità in materia di sicurezza sul lavoro e violazioni fiscali. Durante l’ispezione, eseguita insieme agli ispettori del lavoro, è stata disposta l’immediata sospensione dell’attività per la totale assenza di condizioni minime di sicurezza e igiene, oltre all’emissione di cinque ulteriori prescrizioni.
Gli accertamenti hanno evidenziato che il titolare della ditta era stato dipendente di un’altra impresa, già resa inoperativa e riconducibile a un altro cittadino cinese, con la quale condivideva sede, clienti e macchinari. La precedente azienda aveva accumulato debiti fiscali per 150.000 euro tra il 2018 e il 2023 e la titolare era già stata denunciata per emissione di fatture false. Le indagini hanno confermato che la nuova impresa era stata creata per eludere il pagamento delle imposte e usufruire delle agevolazioni riservate alle nuove partite IVA.
Lo schema fraudolento prevedeva l’apertura di attività gestite da prestanomi senza alcun controllo reale sull’impresa, mentre i veri responsabili restavano nascosti. Una volta accumulati debiti fiscali e crediti fittizi, la ditta veniva chiusa e sostituita da una nuova, garantendo continuità all’attività illecita e rendendo difficoltoso il lavoro delle autorità.
Al termine delle indagini è stata richiesta la chiusura della partita IVA dell’azienda per mancanza dei requisiti previsti dalla normativa fiscale. L’operazione rientra nelle attività della Guardia di Finanza per contrastare il fenomeno delle imprese “apri e chiudi”, che operano per brevi periodi senza rispettare gli obblighi fiscali e contributivi, generando danni all’economia e al mercato del lavoro.
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