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Sicilia

Naufragio nel Canale di Sicilia: Riprese le Ricerche di Quaranta Dispersi

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Le operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia sono riprese stamane per cercare una quarantina di dispersi dell’ultimo tragico naufragio avvenuto al largo delle coste tunisine. Le autorità italiane e tunisine stanno coordinando gli sforzi per localizzare eventuali superstiti o recuperare i corpi delle vittime.

Il Naufragio: Cosa è Successo?

Nel pomeriggio di ieri, le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza hanno tratto in salvo 10 superstiti e recuperato sei cadaveri nelle acque prossime all’isolotto di Lampione, nei pressi di Lampedusa. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, il gommone su cui viaggiavano, con a bordo 56 persone, era partito da Sfax, in Tunisia, nella notte tra domenica e lunedì.

Purtroppo, dopo meno di 24 ore di navigazione, l’imbarcazione ha iniziato ad avere problemi mentre si trovava in acque internazionali. Le condizioni meteorologiche avverse e il mare agitato avrebbero provocato la caduta in acqua di molti dei migranti, causando il drammatico bilancio di dispersi.

Le Operazioni di Ricerca e Soccorso

Le autorità italiane, in collaborazione con Frontex e altre agenzie di soccorso, stanno setacciando l’area per individuare eventuali superstiti. L’impiego di elicotteri, motovedette e droni è fondamentale per perlustrare un tratto di mare così vasto. Tuttavia, il tempo rappresenta un fattore critico: con il passare delle ore, le speranze di trovare persone in vita si affievoliscono.

La Rotta Tunisina: Un Percorso ad Alto Rischio

Negli ultimi mesi, la rotta dalla Tunisia verso Lampedusa è diventata una delle più battute dai migranti in fuga da conflitti, persecuzioni e crisi economiche. Il numero di partenze da Sfax è aumentato significativamente, portando a un incremento degli sbarchi sulle coste italiane, ma anche a una crescita del numero di tragedie in mare.

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e altre ONG continuano a lanciare allarmi sulla pericolosità di queste traversate e sulla necessità di interventi mirati per garantire più sicurezza e prevenire ulteriori tragedie.

Il naufragio nel Canale di Sicilia rappresenta l’ennesimo dramma dell’immigrazione irregolare nel Mediterraneo. Mentre le ricerche continuano senza sosta, la comunità internazionale è chiamata a trovare soluzioni concrete per evitare altre perdite di vite umane. La cooperazione tra i Paesi coinvolti, il rafforzamento delle operazioni di soccorso e una politica migratoria più efficace sono passi fondamentali per affrontare questa crisi umanitaria.

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Redazione Italia

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