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Politica

Governo Meloni verso un nuovo decreto per aggirare i giudici “sgraditi” sui migranti

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Nella serata di sabato 1° febbraio, i 43 migranti che erano stati trasferiti nell’hotspot italiano in Albania sono stati riportati in Italia dopo che la Corte d’Appello di Roma ha bocciato il trattenimento. La decisione ha alimentato nuove polemiche politiche e critiche verso la magistratura, accusata dal governo di ostacolare le politiche sull’immigrazione. Si tratta del terzo rifiuto da metà ottobre riguardo ai trattenimenti, e il governo Meloni ha ribadito la volontà di non arretrare, facendo crescere la tensione con la magistratura.

Il ritorno dei migranti in Italia è il risultato di una lunga disputa legale, iniziata dopo che un decreto aveva trasferito la competenza sui trattenimenti dalla sezione immigrazione ai giudici della Corte d’Appello. Tuttavia, quest’ultima ha deciso di non convalidare il trattenimento nel centro di Gjader, sollevando dubbi sulla qualificazione dell’Albania come paese sicuro per determinate categorie di migranti. La Corte ha rimandato il caso alla Corte di giustizia europea per una decisione definitiva.

Nonostante i ripetuti rifiuti dei giudici, il governo italiano ha insistito nel perseguire il protocollo Italia-Albania, annunciando che le politiche in materia di immigrazione andranno avanti. A tal fine, è stato ipotizzato un nuovo decreto che potrebbe affrontare la questione della competenza giuridica, prendendo di mira la Sezione specializzata del tribunale di Roma, da cui provengono i giudici che hanno bocciato i provvedimenti.

Le dichiarazioni degli esponenti di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami e Lucio Malan, hanno sollevato polemiche, con l’accusa che i giudici della Corte d’Appello di Roma stiano ostacolando l’operato del governo. Secondo il partito, la magistratura dovrebbe rispettare le leggi del Parlamento, anche se in disaccordo con esse. Inoltre, dalla maggioranza arriva la conferma che il governo non intende fermarsi e che continuerà a lavorare su una soluzione legislativa per superare gli ostacoli.

In risposta, il Partito Democratico ha denunciato l’operato del governo, accusando Fratelli d’Italia di voler manipolare la giustizia per eliminare i giudici considerati “sgraditi”. La responsabile giustizia del PD, Debora Serracchiani, ha parlato di un tentativo per aggirare il principio del “giudice naturale”, affermando che la scelta di intervenire sulla giurisdizione rappresenta un fatto gravissimo.

Il braccio di ferro tra governo e magistratura continua, con il governo Meloni determinato a portare avanti le sue politiche sull’immigrazione, anche se ciò comporta la modifica delle regole giuridiche e l’adozione di nuovi strumenti legislativi. Il dibattito politico e giuridico rimane acceso, con forti critiche sulla gestione della questione migratoria in Italia.

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Redazione Italia

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