Politica
Emendamento del governo sul 2 per mille ai partiti: i dubbi del Quirinale
L’emendamento del governo al decreto Fisco, che ridisegna il sistema del 2 per mille ai partiti politici, ha sollevato perplessità da parte del Quirinale. La proposta prevede che anche la quota non scelta dai contribuenti vada a finanziare i partiti, in modo analogo all’8 per mille destinato alle confessioni religiose, e aumenta il tetto dei finanziamenti a 42,3 milioni di euro, rispetto agli attuali 25,1 milioni.
Tuttavia, secondo fonti del Quirinale, il provvedimento rischia di essere giudicato non conforme per due motivi principali: disomogeneità rispetto al decreto fiscale, che richiede misure di necessità e urgenza, e la natura della riforma, che avrebbe bisogno di un intervento normativo più articolato. Inoltre, il cambiamento impatta sia sulle finanze pubbliche sia sulla libertà di scelta dei cittadini.
Se approvato, l’emendamento permetterebbe alla politica di raddoppiare i fondi percepiti dal 2 per mille, portando complessivamente i contributi a oltre 40 milioni di euro annui. Attualmente, i partiti ricevono poco più di 24 milioni, con il Pd che raccoglie la quota maggiore (circa 30,45% del totale).
L’opposizione ha reagito con toni critici: il M5s ha definito l’iniziativa un “colpo di mano” del governo, mentre Avs ha annunciato che non accetterà la riformulazione proposta. Il Pd, più cauto, attende gli sviluppi del dibattito parlamentare.
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