La celebrazione di Halloween ha radici profonde e oscure che risalgono alle antiche tradizioni celtiche. Originariamente, questa festività si collegava a Samhain, un evento che segnava il passaggio dall’estate all’inverno, momento in cui la natura entrava in uno stato di dormienza e la luce cedeva il passo all’oscurità. Per i Celti, il 31 ottobre rappresentava una notte inquietante, temuta perché si credeva che in quel periodo i morti e gli spiriti maligni potessero vagare liberamente tra i vivi.
Con l’arrivo dei Padri Pellegrini in America nel Seicento, Halloween si trasformò e si diffuse, abbinandosi alla zucca, un simbolo che aggiunse un tocco di vivacità a una festa altrimenti cupa. Questo legame con la zucca arancione si è consolidato nel tempo, rendendo Halloween una celebrazione colorata e allegra, ben lontana dalle sue origini spettrali.
La tradizione di “dolcetto o scherzetto” ha le sue radici nelle pratiche medievali, dove i bambini chiedevano elemosina in cambio di preghiere per i defunti. Inizialmente, i Celti cercavano di spaventare gli spiriti travestendosi da demoni e intagliando volti minacciosi su ortaggi come rape e barbabietole, un’usanza che si è evoluta con l’uso delle zucche.
Oggi, Halloween è diventata una festa di divertimento e festa, un momento che segna l’inizio della stagione invernale e delle celebrazioni natalizie. Tuttavia, rimane una pallida eco di una tradizione antica, che ricorda la dualità della vita e della morte, un tempo accompagnata da rituali e danze attorno ai falò, in onore di divinità e spiriti.