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Cronaca

Treviso | Interprete russa utilizza le credenziali del datore di lavoro per accedere ai suoi conti e sottrargli 60 mila euro

adn24 treviso | interprete russa utilizza le credenziali del datore di lavoro per accedere ai suoi conti e sottrargli 60 mila euro

Una interprete di lingua russa, residente in provincia di Pordenone, è stata denunciata per aver sottratto 60 mila euro dal conto corrente del suo datore di lavoro, un imprenditore straniero attivo nella provincia di Treviso. Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, hanno accertato che la donna, sfruttando una firma falsificata, si era illecitamente procurata le credenziali per accedere al servizio di home banking del conto dell’imprenditore.

L’accusa a carico dell’interprete riguarda l’indebito utilizzo di strumenti di pagamento diversi dai contanti. Le autorità hanno emesso un provvedimento di sequestro preventivo del denaro sottratto, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari della competente autorità giudiziaria.

Le indagini

L’inchiesta è partita dalla denuncia presentata dalla vittima e ha visto il coinvolgimento del Gruppo della Guardia di Finanza di Treviso. Le attività investigative si sono sviluppate attraverso verifiche bancarie, una perquisizione domiciliare e una perizia grafologica che ha confermato l’utilizzo di una firma apocrifa per ottenere accesso al conto.

Secondo quanto emerso, la donna sarebbe riuscita a ingannare il personale della filiale bancaria, ben consapevole dell’identità e delle abitudini dell’imprenditore, che durante l’emergenza sanitaria da Covid-19 si trovava bloccato all’estero. In questo periodo, l’indagata avrebbe effettuato ripetuti bonifici a suo favore, prosciugando il conto corrente nel giro di pochi mesi e arrivando persino a richiederne la chiusura.

Il titolare del conto, rientrato in Italia al termine della pandemia, ha scoperto con stupore che il suo conto era stato svuotato tramite operazioni online, funzionalità che egli non aveva mai attivato.

La donna dovrà ora rispondere di un reato particolarmente grave, punibile fino a cinque anni di reclusione e con la confisca del patrimonio acquisito illegalmente. Il provvedimento di sequestro preventivo mira a impedire ulteriori danni e a tutelare gli interessi della persona offesa.

L’operazione della Guardia di Finanza ha l’obiettivo di garantire non solo la sicurezza delle transazioni finanziarie, ma anche un corretto utilizzo degli strumenti di pagamento digitali, che rappresentano oggi una parte fondamentale del sistema economico.

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