Campania
Crollo a Scampia | Comitato Vele: “non c’è tempo da perdere, servono nuove case”
Il Comitato Vele di Scampia esprime il suo dolore per “la perdita di due giovani innocenti, due figli delle Vele, che non meritavano di vedere spezzata così la loro vita e i loro sogni”. Accanto a questo dolore, c’è anche una profonda rabbia perché a Scampia “non c’è tempo da perdere e il popolo delle Vele non può aspettare”.
In una nota, il Comitato lancia un appello urgente: “Tutte le istituzioni, sia locali che europee, e tutti i partiti che hanno commentato quanto accaduto alla Vela Celeste, devono immediatamente organizzare una task force straordinaria. È fondamentale costruire subito alloggi sostitutivi per tutti gli abitanti delle tre Vele e procedere all’abbattimento della Vela Gialla e della Vela Rossa”.
“Quei mostri di cemento in cui abbiamo vissuto per anni hanno formato una comunità che è come una famiglia per noi. Per questo motivo, abbiamo perso dei fratelli e dei figli. Vogliamo unirci all’apprensione di tutta la città per le bambine, per i feriti, e soprattutto per coloro che sono ancora in gravi condizioni”, prosegue la nota. “Da anni, in ogni corteo, occupazione, blocco stradale e incontro, gridiamo alle istituzioni che non c’è tempo da perdere. Lo facciamo non solo perché una casa dignitosa è un diritto fondamentale, ma perché nessuno meglio di noi conosce la precarietà e la fragilità delle Vele, diventate un campo di battaglia per forze politiche avverse che hanno rallentato il processo di riqualificazione”.
“In quarant’anni abbiamo ottenuto ogni risultato con fatica, costruito un modello di autodeterminazione che ha respinto la narrazione negativa che ci dipingeva come ‘brutti, sporchi e cattivi’. Non avremmo mai voluto arrivare al punto di piangere delle vittime. Deve essere chiaro che quanto successo non può rallentare ulteriormente un processo che deve invece essere accelerato”, sottolinea il Comitato. “Inoltre, è importante chiarire che gli abitanti della Vela Celeste sfollati non hanno occupato l’Università, ma sono semplicemente entrati in un luogo che appartiene loro, poiché quell’edificio, oggi orgoglio della città, è il risultato del piano di riqualificazione del quartiere voluto e realizzato proprio dagli abitanti delle Vele. L’ingresso all’Università è stata una soluzione obbligata per dare rifugio a centinaia di persone che hanno affrontato una macchina dei soccorsi inadeguata e non preparata”.
“Vogliamo ringraziare tutti i singoli e le associazioni per la solidarietà e la mobilitazione in queste ore, e anche gli artisti che sostengono la nostra causa in questa difficile battaglia. Abbiamo allestito un punto di raccolta al cantiere 167 in via della Resistenza per beni di prima necessità e presto ne allestiremo un altro a Mezzocannone occupato, in via Mezzocannone civico 12”, conclude la nota.
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