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Cronaca

Frosinone | Muore la donna incornata da una bufala: Adalgisa Fabrizi aveva 78anni

Dopo cinque giorni di lotta, è venuta a mancare Adalgisa Fabrizi, la donna di 78 anni che, nei giorni scorsi, era stata ferita da una bufala mentre si trovava nella stalla di un’azienda agricola a Celma, ad Amaseno, nel sud della provincia di Frosinone, al confine con quella di Latina.

L’anziana, come ricorderete, dopo il ritrovamento del corpo, era stata trasportata d’urgenza in codice rosso al “San Camillo” di Roma, dove aveva subito un delicato intervento chirurgico. Nonostante l’operazione fosse riuscita, le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate dopo due giorni trascorsi in terapia intensiva.

Cronaca

Milano | fermato dalla polizia con in mano un machete: arrestato

Mercoledì pomeriggio a Milano è avvenuto un arresto dopo che un uomo di 57 anni, originario dello Sri Lanka, regolare in Italia e privo di precedenti penali, ha tentato di compiere due rapine in una macelleria e in un mini market situati in via Menabrea.

Armato di un grosso machete con una lama lunga 32 centimetri, l’uomo è entrato in entrambi i negozi minacciando di consegnare il denaro presente in cassa. Tuttavia, entrambi i tentativi sono falliti.

Il rapinatore è stato notato da un passante mentre si aggirava per la strada con il machete in mano. Alla vista degli agenti, ha immediatamente deposto l’arma e si è arreso, conducendo così al suo arresto.

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Cronaca

Roma | Pusher che oscurano i lampioni “per spacciare meglio”

Nelle vie del Quarticciolo, quartiere noto per essere tra le principali zone di spaccio della Capitale, i venditori di droga hanno adottato una nuova tattica: oscurare la luce pubblica. Le immagini circolate tra le chat di quartiere, pubblicate da RomaToday, mostrano teli neri posizionati strategicamente per coprire i lampioni che illuminano via Ostuni e via Manfredonia, le vie principali utilizzate dagli spacciatori. Questa mossa rende più agevole per loro operare nell’ombra, al riparo dai controlli delle forze dell’ordine.

L’ombra della ‘Ndrangheta si fa sempre più presente al Quarticciolo, dove “Zio” Antonio ha organizzato il traffico di droga seguendo il modello di Tor Bella Monaca.

Negli ultimi sei mesi, il quartiere ha visto più di cento arresti legati allo spaccio di droga. Nonostante l’incessante azione di polizia e carabinieri, il commercio illegale di sostanze stupefacenti, in particolare di crack e cocaina, continua senza sosta. Solo pochi giorni fa, Marco Di Veglia, 27 anni, è morto dopo aver ingerito ovuli di droga per evitare l’arresto, proprio durante un controllo lungo via Ostuni, una delle strade oscurate dai pusher.

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Cronaca

Ferrara | Condannata a 22 anni la donna che uccise suo figlio nel letto:

La condanna di ventidue anni di reclusione inflitta ad Amanda Guidi, la donna accusata dell’omicidio del figlio di un anno, Karim, è stata accompagnata da una serie di circostanze attenuanti. La Corte d’assise di Ferrara ha riconosciuto il passato difficile della donna e il suo disturbo della personalità borderline, evidenziato anche dalla perizia psichiatrica.

Il pubblico ministero aveva proposto una condanna di ventuno anni di reclusione, ma la sentenza è stata più severa. Amanda, assistita dagli avvocati Alessio Lambertini e Marcello Rambaldi, è stata sempre ospitata in strutture di cura dal momento dell’omicidio.

La tragedia si è consumata nel giugno del 2021, quando Amanda, sotto l’influenza di alcol e cocaina, ha soffocato il figlio nel lettone. Successivamente, ha tentato il suicidio tagliandosi i polsi. I carabinieri sono intervenuti dopo la sua chiamata e hanno trovato il bambino senza vita.

Durante l’interrogatorio, Amanda ha fornito versioni contrastanti dei fatti, prima autoaccusandosi e poi ritrattando. Gli inquirenti hanno ricostruito che la donna ha soffocato il figlio premendo la mano o un oggetto morbido sul naso e sulla bocca.

Le valutazioni psichiatriche sono state divergenti: mentre il consulente dei pubblici ministeri ha evidenziato una “pericolosità sociale” di Amanda, i consulenti della difesa hanno sostenuto la sua totale incapacità di intendere e volere. Gli esperti del tribunale hanno definito Amanda come affetta da “grave disturbo di personalità” e hanno sottolineato la necessità di una continuità assistenziale per la sua condizione. La difesa ha annunciato ricorso, dichiarando che leggerà attentamente le motivazioni della sentenza e presenterà appello.

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