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Economia

Arriva la nuova social card da 460 euro: ecco chi può averla e come fare

Prevediamo che nel 2024 verrà introdotta una nuova versione della social card, denominata “Dedicata a te”, destinata all’acquisto di beni alimentari di prima necessità, carburante e trasporto pubblico, con un sostegno finanziario rafforzato. Le risorse destinate a questa misura ammontano a 600 milioni di euro, secondo quanto previsto nella legge di Bilancio per il 2024. La somma assegnata sarà di 460 euro, erogata in un’unica soluzione durante l’estate, a differenza dell’anno precedente.

La nuova card avrà un’ampia gamma di beneficiari, con una previsione di circa 1,4 milioni di persone che ne usufruiranno, un aumento rispetto all’anno precedente. Sarà utilizzabile per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità presso esercizi commerciali convenzionati, che potranno anche offrire uno sconto del 15% sugli acquisti effettuati con la card. Inoltre, i fondi potranno essere spesi anche per carburante e abbonamenti ai mezzi pubblici locali, ad eccezione di alcune categorie di prodotti come bibite zuccherate, alcolici, marmellate, medicinali da banco e prodotti per l’igiene personale.

I beneficiari della social card saranno i nuclei familiari composti da almeno tre persone con un reddito Isee inferiore a 15.000 euro e almeno un figlio. Non sarà necessario presentare domanda, poiché l’Inps fornirà direttamente ai comuni gli elenchi delle persone aventi diritto, basandosi sulle dichiarazioni dei redditi dell’anno precedente. Sarà compito dei comuni contattare gli interessati per il ritiro della card presso l’ufficio postale.

Non potranno beneficiare della social card i single, le coppie senza figli e coloro che ricevono altri tipi di sussidi statali come l’indennità di disoccupazione, la cassa integrazione o l’assegno di inclusione.

È atteso un decreto interministeriale che definirà ulteriori dettagli sulla modalità di assegnazione della card, i requisiti per ottenerla e eventuali vincoli sull’utilizzo. Potrebbe essere previsto un primo acquisto entro un certo periodo di tempo per confermare lo stato di bisogno del beneficiario, con la possibilità di una finestra aggiuntiva alla fine dell’anno per coloro che non hanno ritirato o utilizzato la card in tempo.

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Redditometro: in Gazzetta il decreto ministeriale dell’Economia per riattivarlo

Il fisco torna a vigilare sulle capacità di spesa dei contribuenti, esaminando una vasta gamma di spese per risalire ai loro redditi: dalle spese per l’automobile a quelle per l’abitazione, dai costi delle utenze al possesso di imbarcazioni.

Questa rinnovata attenzione vede il possibile ricorso al redditometro, uno strumento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per calcolare il reddito presunto dei contribuenti persone fisiche.

Il redditometro, sospeso nel 2018, viene ora riattivato a partire dai redditi del 2016, come stabilito dal decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale e firmato dal vice ministro all’Economia, Maurizio Leo.

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Attualità

ZES Unica | Sbloccati 1,8 Miliardi per il Credito d’Imposta alle Imprese nel Mezzogiorno: Firmato il Decreto del MEF

Dopo una lunga attesa, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto che sblocca i fondi per il credito d’imposta a favore delle imprese che intendono investire nella Zes unica per il Mezzogiorno. Con questo decreto diventano disponibili 1,8 miliardi di euro, mettendo fine agli allarmi e ai timori sollevati nelle ultime settimane riguardo alla mancata attuazione della misura.

Il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) stabilisce che le imprese dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate le spese previste tra il 12 giugno e il 12 luglio prossimi. Le comunicazioni riguarderanno sia le spese da sostenere entro il 15 novembre sia quelle eventualmente già effettuate dall’inizio dell’anno, in seguito all’entrata in vigore della nuova normativa. Un successivo provvedimento dell’Agenzia delle Entrate definirà il modello di comunicazione necessario per tali dichiarazioni.

Il credito d’imposta della Zes unica permette l’acquisto o il leasing non solo di macchinari per nuove imprese, ma anche di terreni e immobili strumentali, coprendo fino al 50% del valore complessivo. La percentuale di credito d’imposta varia tra le regioni e dipende dalle dimensioni dell’impresa e dall’ammontare dell’investimento. In particolare, va dal 40% al 60% in Campania, Calabria e Puglia, al 30% in Sardegna, Basilicata e Molise, e al 15% in Abruzzo. Inoltre, finanzia investimenti iniziali compresi tra 200mila e 100 milioni di euro.

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Pnrr | In Sicilia a rischio un miliardo per le città

La Sicilia dispone di 1 miliardo e 149 milioni di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per finanziare interventi di rigenerazione urbana. Di questi, 214,7 milioni sono destinati a 9 progetti approvati nel programma “Pinqua”, 513 milioni ai Piani urbani integrati e 421,6 milioni al programma Piccoli comuni del Viminale. A queste risorse si aggiungono fondi provenienti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dal Piano nazionale complementare e dalla Banca europea per gli investimenti (Bei).

Tuttavia, secondo un’analisi condotta dal Centro studi di Ance nazionale, dopo l’ultima revisione del Pnrr, circa 1 miliardo di investimenti in rigenerazione urbana in Sicilia rischiano di essere esclusi dal Piano. Si tratta di 360 progetti, di cui il 70% riguarda la rigenerazione urbana e il 30% interventi dei Piani urbani integrati, per un totale di 922,1 milioni di euro. Sebbene il governo Meloni abbia garantito le risorse per questi progetti, potrebbero subire ritardi nella realizzazione a causa della carenza di fondi nei Comuni.

La presidente nazionale dell’Ance, Federica Brancaccio, ha sottolineato l’importanza della rigenerazione urbana per il futuro del Paese, specialmente nel Sud, e ha esortato a investire nelle città, nelle relazioni urbane e sociali, oltre che nell’economia. Riguardo ai fondi a rischio, ha dichiarato che è necessario evitare che ciò accada.

L’assessora all’Ambiente, Elena Pagana, ha evidenziato l’impegno della Regione Siciliana per la rigenerazione urbana, che è una priorità del governo regionale. Ha inoltre suggerito la possibilità di recuperare i fondi a rischio attraverso l’Accordo di coesione in fase di negoziazione con il governo nazionale.

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