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Cronaca

Foggia | Delirio per Franco Ricciardi, poi nel finale scoppia un incendio durante i fuochi d’artificio

La festa di San Cataldo a Cagnano Varano ieri sera è culminata con un finale mozzafiato. Lo spettacolo pirotecnico che ha concluso i festeggiamenti, seguito dal concerto del cantante e attore Franco Ricciardi, ha regalato momenti di tensione. Le sterpaglie nell’area dove erano posizionati i fuochi d’artificio, alle spalle del Pala Di Gennaro nel Parco del Papa, improvvisamente hanno preso fuoco, causando sorpresa e apprensione tra i numerosi presenti.

Fortunatamente, l’intervento tempestivo dei volontari della protezione civile Avers di San Nicandro Garganico, di una squadra da Foggia e di alcuni operatori locali ha evitato conseguenze gravi. Nonostante lo spavento iniziale e il fumo generato dall’incendio, la scelta di Franco Ricciardi per l’evento patronale è stata accolta con favore dal pubblico e dalla comunità di Cagnano Varano. “È stata una festa patronale memorabile, con una partecipazione straordinaria”, hanno commentato i residenti.

Cronaca

Treviso | Fatture false per 600 mila euro, società sportiva restituisce 275 mila euro al Fisco

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno portato a termine un’importante operazione di contrasto alle frodi fiscali, accertando che una società sportiva della zona ha contabilizzato, tra il 2015 e il 2018, fatture per operazioni inesistenti per un valore di 600 mila euro. Queste fatture riguardavano falsi servizi pubblicitari e la fornitura di gadget mai consegnati, emesse da due società con sede in provincia di Milano.

L’indagine è iniziata grazie alla segnalazione di un altro Reparto della Guardia di Finanza, che aveva già approfondito le attività delle due società milanesi. Queste società emettevano fatture false a favore di diversi soggetti su tutto il territorio nazionale, utilizzando un meccanismo fraudolento ben strutturato. Le fatture riportavano causali relative a servizi pubblicitari inesistenti o parzialmente inesistenti, come l’utilizzo di gadget mai consegnati o di scarso valore, e la realizzazione di servizi di sponsorizzazione minimali. Questo stratagemma permetteva di dare una parvenza di legittimità alle operazioni, prevenendo sospetti durante eventuali controlli fiscali.

La verifica fiscale condotta dalla Guardia di Finanza di Treviso ha permesso di scoprire nelle scritture contabili della società sportiva numerose fatture con causali generiche come “servizi pubblicitari” e “fornitura di gadget” (includendo articoli come zaini, polo, felpe, cappellini personalizzati, teli, ombrelli, asciugamani, giubbotti e accappatoi), senza che vi fosse alcuna prova dell’effettività delle operazioni.

A seguito di queste scoperte, l’Agenzia delle Entrate ha emesso avvisi di accertamento recependo i rilievi formulati dai finanzieri. La società sportiva ha quindi provveduto a restituire le imposte risparmiate, versando alle casse dello Stato 275 mila euro, comprensivi di sanzioni e interessi.

L’operazione della Guardia di Finanza di Treviso aveva come obiettivo la tutela degli interessi erariali e degli operatori economici onesti, che rischiano di essere danneggiati da chi agisce slealmente grazie ai vantaggi derivanti dalle frodi fiscali. L’azione delle Fiamme Gialle evidenzia l’importanza del rispetto delle normative fiscali e la lotta contro le pratiche commerciali scorrette, che minano il corretto sviluppo del mercato e la giusta concorrenza.

Questo intervento si inserisce nell’ambito delle misure di compliance e contrasto alle frodi fiscali, dimostrando l’efficacia e l’impegno della Guardia di Finanza nella salvaguardia dell’economia legale e nella promozione della giustizia fiscale.

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Cronaca

Palermo| Sequestrata Droga e Capi Contraffatti in un Negozio di Abbigliamento: un arresto

Nei giorni scorsi, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo hanno effettuato un’importante operazione nell’ambito del dispositivo di controllo economico del territorio, intervenendo presso un negozio del centro di Partinico, specializzato nella vendita al dettaglio di capi d’abbigliamento e accessori di noti brand di alta moda.

I militari della Compagnia di Partinico monitoravano da tempo l’esercizio commerciale, sospettando irregolarità a causa dei prezzi di vendita insolitamente bassi rispetto ai valori di mercato. Durante il controllo, il titolare del negozio non è stato in grado di esibire le fatture di acquisto per oltre 3600 capi di abbigliamento esposti, tutti presumibilmente contraffatti.

L’ispezione del negozio ha rivelato ulteriori illeciti. Durante l’ispezione di un controsoffitto, che aveva attirato l’attenzione dei finanzieri, sono stati rinvenuti 9 panetti di polline di hashish, per un peso complessivo di circa 1,5 kg, e un involucro di plastica contenente 68,5 grammi di cocaina.

A conclusione delle operazioni, il titolare del negozio è stato segnalato alla Procura della Repubblica per ricettazione e commercio di prodotti con marchi contraffatti. Inoltre, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

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Campania

Napoli | Arrestato Imprenditore per Disastro Ambientale e Inquinamento VIDEO

In data odierna, i militari della Polizia Locale di Napoli, del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, dott. Antonio Baldassarre. L’ordinanza, richiesta dalla Procura della Repubblica – Sezione V “Ambiente Edilizia Urbanistica” (sostituto procuratore Giulio Vanacore), riguarda un imprenditore campano e le sue aziende operanti nei settori dell’edilizia e dello smaltimento rifiuti, con accuse di gravi reati ambientali.

Le Accuse

L’indagine ha rivelato che l’imprenditore è accusato di aver sepolto e abbandonato ingenti quantità di rifiuti speciali, pericolosi e non, all’interno della cava dismessa denominata “ex cava Suarez” nel Parco Metropolitano delle Colline di Napoli. Le indagini, corroborate da risultanze processuali precedenti, accertamenti dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania e la consulenza tecnica di una professoressa universitaria di geologia ambientale, hanno evidenziato che l’imprenditore avrebbe smaltito illegalmente tra 146.000 e 176.000 metri cubi di rifiuti (equivalenti a 200.000 – 250.000 tonnellate), inclusi notevoli quantità di amianto frantumato.

Le azioni dell’imprenditore hanno alterato gravemente l’equilibrio naturale dell’area, causando un notevole rischio per la salute pubblica a causa dell’inquinamento e dell’esposizione a pericoli per la popolazione locale, data la densità abitativa della zona. La rimozione dei rifiuti richiederebbe interventi eccezionali e molto costosi.

L’imprenditore è stato posto agli arresti domiciliari. Inoltre, gli autocarri e le macchine per il movimento terra delle sue società, valutati circa 1 milione di euro, sono stati sequestrati preventivamente. Una delle società, direttamente beneficiaria delle attività illecite, è stata anche interdetta dall’esercizio dell’attività imprenditoriale.

Precedenti Giudiziari

Lo stesso imprenditore era già stato rinviato a giudizio per l’omessa bonifica della cava Suarez, ordinata sia dal Comune di Napoli che dal giudice penale, e per la quale era già stato sottoposto a un sequestro di tre milioni di euro. Nonostante gli ordini di bonifica emessi da almeno cinque anni, non aveva mai provveduto al ripristino dell’area.

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