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Attualità

Sicilia | Anci: popolazione diminuita del 1,93% in 4 anni

In Sicilia, dal 2019 al 2023, la popolazione è diminuita dell’1,93%. I numeri mostrano una perdita di oltre 94 mila abitanti. Le uniche province in controtendenza sono Catania, con una lieve diminuzione dello 0,26% (-2.836 abitanti), e Ragusa, dove la popolazione è aumentata dello 0,71% (+2.229 abitanti).

Questi dati sono emersi durante il convegno organizzato da Anci Sicilia, svoltosi oggi a San Marco D’Alunzio, in provincia di Messina.

La provincia più colpita dalla crisi demografica è Enna, con una diminuzione del 4,58% (-7.431 abitanti). Seguono Caltanissetta (-3,91%, -10.155 abitanti), Agrigento (-3,46%, -14.826 abitanti), Messina (-3%, -18.533 abitanti), Palermo (-2,23%, -27.413 abitanti), Trapani (-2,13%, -9.033 abitanti), e Siracusa (-1,67%, -6.530 abitanti).

Tra i capoluoghi di provincia, Trapani ha subito la perdita più significativa, con un decremento del 15,80% (-10.473 abitanti). Seguono Enna (-4,46%, -1.193 abitanti), Agrigento (-4,36%, -2.538 abitanti), Messina (-4,31%, -9.823 abitanti), Caltanissetta (-3,90%, -2.391 abitanti), Palermo (-3,10%, -20.221 abitanti), e Siracusa (-2,57%, -3.075 abitanti). In controtendenza, Catania ha registrato una crescita dello 0,66% (+1.978 abitanti) e Ragusa un incremento del 2,95% (+2.102 abitanti).

“Purtroppo”, afferma Mario Emanuele Alvano, segretario generale di Anci Sicilia, “lo spopolamento non riguarda solo le aree interne o montane. Non è un problema limitato. In tutte le province, tranne Ragusa e Catania, la popolazione dell’Isola ha subito un preoccupante decremento negli ultimi 5 anni. Credo che il problema sia stato affrontato superficialmente nell’agenda politica, senza una reale volontà di risolverlo. È necessario affrontare quotidianamente la questione di come sarà la Sicilia nei prossimi anni. Secondo il censimento chiuso al 31 dicembre 2022, la popolazione siciliana ammonta a 4.814.016 residenti, un dato in calo dello 0,4% rispetto all’anno precedente. A questa situazione si aggiunge la crisi finanziaria che colpisce i comuni da anni e che Anci Sicilia continua a denunciare: attualmente, abbiamo 70 comuni in dissesto e 43 in piano di riequilibrio.”

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La partecipazione della Polizia di Stato alla parata del 2 giugno

In occasione della parata del 2 giugno, la Polizia di Stato, che celebra il suo 172º anniversario quest’anno, apre il IX settore della rivista sotto la guida del Dirigente Superiore, il Dott. Paolo Barone.

Da quando è stata fondata nel 1852, la Polizia di Stato ha attraversato un lungo cammino caratterizzato da tappe storiche e sociali cruciali, mantenendosi costantemente come un solido presidio di legalità. Oggi, si è trasformata in un’istituzione sempre più moderna ed efficiente, impegnata a essere vicina ai cittadini e alle loro esigenze con una missione in continua evoluzione.

In apertura, sfila il Gruppo Sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato, che vanta 46 discipline sportive, 453 atleti e 16 atleti paralimpici. Le Fiamme Oro hanno ampliato l’attività sportiva rivolta ai giovani, fornendo alternative alla strada e promuovendo valori di legalità, soprattutto in aree con particolari problematiche sociali.

Successivamente, viene presentata la Bandiera della Polizia di Stato, insignita della medaglia d’oro al valor civile per il coraggio e l’impegno nel diffondere i valori della legalità attraverso lo sport e iniziative di prossimità.

La Banda Musicale della Polizia di Stato, diretta dal Maestro Maurizio Billi e fondata nel 1928, continua a essere un importante ambasciatore della musica in Italia e all’estero.

Segue una rappresentanza di Funzionari della Polizia di Stato, alcuni in abiti civili con la sciarpa tricolore ad armacollo, simbolo delle loro prerogative come Autorità di Pubblica Sicurezza, e altri in uniforme storica del 112º Corso Commissari.

Proseguono con una compagnia di Allievi Vice Ispettori e una di Allievi Agenti, pronti a essere destinati a servizi operativi sul territorio nazionale.

Infine, vengono presentati alcuni mezzi impiegati nelle principali attività della Polizia di Stato, inclusi una Lamborghini Huracan e una Alfa Romeo Tonale per le Squadre Volanti, un Land Rover Defender per il Reparto Mobile e 12 moto della Polizia Stradale. Tre elicotteri della Polizia di Stato, due Agusta-Bell AB212 e un Leonardo AW139, sorvolano lo sfilamento.

Il settore si conclude con la presenza di 33 poliziotti a cavallo del Centro di Coordinamento dei servizi a cavallo e cinofili di Ladispoli, simbolo delle squadre a cavallo impiegate nei servizi di controllo del territorio nei parchi e nelle aree verdi di alcune Questure del Paese.

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Gratteri: “La scelta di diventare magistrato dopo aver visto i figli dei boss fare i bulli”

Nicola Gratteri e don Mimmo Battaglia si ritrovano nuovamente davanti a una platea di giovani provenienti da tutto il Meridione, a poche settimane dall’incontro con gli alunni delle scuole di Scampia. Stavolta, nella sala del complesso monumentale di Santa Chiara, ci sono 400 ragazzi riuniti a Napoli dal Movimento giovanile salesiano per la due giorni “Tutti nel tuo sogno”.

Il magistrato e l’arcivescovo rispondono alle domande dei giovani. A Gratteri viene chiesto come è nato il suo desiderio di diventare magistrato. «Tutto nasce dal clima che ho respirato nella mia famiglia – spiega –. A casa mia c’erano delle regole precise. Ognuno di noi sapeva cosa fare: sistemare il letto, lasciare il letto ordinato, fare i compiti, comportarsi bene fuori casa… A scuola e a casa sentivo parlare di mafia e ‘ndrangheta: sapevo chi era onesto e chi rubava. “Onestà” e “responsabilità” erano parole fondamentali a casa mia, in un’area ad alta densità mafiosa. La coerenza dei miei genitori era cruciale. Vedevo i figli dei mafiosi atteggiarsi a bulli fin da piccoli, e mi dicevo che dovevo fare qualcosa. Crescendo, è nato in me il desiderio di diventare magistrato e mi iscrissi a Giurisprudenza».

Secondo Gratteri, «oggi i genitori vogliono fare gli amici dei propri figli. Vedo genitori arroganti con gli insegnanti: gli educatori scarseggiano, gli insegnanti fanno quel che possono… È una crisi di sistema che riguarda tutto l’Occidente. Un tempo c’erano le suore, ora non più. E non si spende abbastanza per asili e tempo pieno a scuola. I ragazzi crescono senza regole, figli di Internet. Internet in sé non è male, ma è fondamentale che un adulto ti dica di lasciare il telefono a tavola o quando fai i compiti».

Anche l’arcivescovo di Napoli affronta il tema dell’educazione delle nuove generazioni. «Non mi piace parlare di emergenza educativa, bensì di sfida – dice Battaglia –. Viviamo una sorta di anoressia esistenziale. Non ci sono più punti fermi, e il mondo degli adulti è venuto meno. I ragazzi ci chiedono due cose: credibilità e responsabilità. Ho lavorato a lungo con giovani tossicodipendenti: ciò che li accomunava era il non credere in se stessi. Hanno iniziato a credere in sé quando qualcuno ha creduto in loro».

L’arcivescovo ricorda la nascita del Patto educativo per la città metropolitana di Napoli. «Passeggiando per Napoli, vidi bambini giocare con pistole. Mi colpì il loro atteggiamento, simile a quello dei camorristi di “Gomorra”. Mi chiesi cosa potessi fare io, cosa potesse fare la mia Chiesa. Abbiamo coinvolto municipalità, Terzo settore, scuola, e ci siamo chiesti: “Cosa possiamo fare?”. Così è nato questo progetto, che ora vede molta gente lavorare insieme per i ragazzi». Gratteri e Battaglia lasciano la sala tra gli applausi dei 400 ragazzi. Oggi, i giovani ascolteranno la testimonianza di Lucia Montanino, moglie di Gaetano Montanino, guardia giurata uccisa a Napoli durante una rapina. La donna racconterà come ha “adottato” l’assassino di suo marito, che ha cambiato vita. La messa finale concluderà la due giorni napoletana all’insegna della legalità.

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Mattarella all’Altare della Patria: “Difendiamo le conquiste di indipendenza e libertà”

Indipendenza e libertà sono conquiste che vanno difese ogni giorno con intenti comuni e capacità di cooperazione per il bene comune. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, in occasione del 2 giugno. “Celebrare i settantotto anni della nascita della Repubblica Italiana richiama i valori della nostra identità e di una Costituzione lungimirante e saggia, frutto della straordinaria rinascita che prese le mosse dalla lotta di Liberazione”, ha aggiunto il Capo dello Stato.

Mattarella ha sottolineato che “il nostro contributo – e in esso quello delle Forze Armate – alla causa della pace e della stabilità internazionali è più che mai prezioso nell’odierna situazione caratterizzata da devastazioni e aggressioni alle popolazioni civili in Europa e in Medio Oriente”. “La Repubblica è grata alle donne e agli uomini delle Forze Armate per i compiti assolti negli impegnativi teatri operativi ove sono chiamati ad operare, nell’ambito delle

Indipendenza e libertà sono conquiste che vanno difese ogni giorno con intenti comuni e capacità di cooperazione per il bene comune. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, in occasione del 2 giugno. “Celebrare i settantotto anni della nascita della Repubblica Italiana richiama i valori della nostra identità e di una Costituzione lungimirante e saggia, frutto della straordinaria rinascita che prese le mosse dalla lotta di Liberazione”, ha aggiunto il Capo dello Stato.

Mattarella ha sottolineato che “il nostro contributo – e in esso quello delle Forze Armate – alla causa della pace e della stabilità internazionali è più che mai prezioso nell’odierna situazione caratterizzata da devastazioni e aggressioni alle popolazioni civili in Europa e in Medio Oriente”. “La Repubblica è grata alle donne e agli uomini delle Forze Armate per i compiti assolti negli impegnativi teatri operativi ove sono chiamati ad operare, nell’ambito delle missioni delle Nazioni Unite, di quelle frutto della solidarietà fra i Paesi dell’Alleanza Atlantica, delle decisioni alle quali abbiamo concorso in sede di Unione Europea”, ha scritto Mattarella.

Il Presidente della Repubblica è giunto all’Altare della Patria, dove ha deposto una corona di alloro sulla tomba del Milite Ignoto per le celebrazioni del 2 giugno. Accompagnato dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto, il Capo dello Stato ha ricevuto gli onori militari del battaglione interforze schierato davanti al monumento. Poi le note dell’Inno di Mameli hanno risuonato mentre la pioggia ha concesso una tregua, permettendo alle celebrazioni di proseguire con gli ombrelli chiusi. Le Frecce Tricolori hanno infine colorato il cielo sopra l’Altare della Patria.

issioni delle Nazioni Unite, di quelle frutto della solidarietà fra i Paesi dell’Alleanza Atlantica, delle decisioni alle quali abbiamo concorso in sede di Unione Europea”, ha scritto Mattarella.

Il Presidente della Repubblica è giunto all’Altare della Patria, dove ha deposto una corona di alloro sulla tomba del Milite Ignoto per le celebrazioni del 2 giugno. Accompagnato dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto, il Capo dello Stato ha ricevuto gli onori militari del battaglione interforze schierato davanti al monumento. Poi le note dell’Inno di Mameli hanno risuonato mentre la pioggia ha concesso una tregua, permettendo alle celebrazioni di proseguire con gli ombrelli chiusi. Le Frecce Tricolori hanno infine colorato il cielo sopra l’Altare della Patria

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