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Calabria

Como | Coppia al primo appuntamento cade con l’auto nel lago: morti entrambi. Donna era di origini calabresi


Sono stati sorpresi mentre conversavano, dopodiché si sono diretti verso un imponente SUV, una Mercedes parcheggiata a breve distanza dal lago nella piazza situata alla fine di Viale Geno a Como. Questo luogo è noto come uno dei punti panoramici e romantici frequentati per scattare selfie e fotografie. Tuttavia, inaspettatamente, si è verificato un evento imprevedibile: l’auto è partita in avanti, tutto è accaduto in pochi istanti, con la Mercedes che ha attraversato il marciapiede, danneggiato una panchina in pietra e sfondato la ringhiera, finendo la sua corsa nelle acque gelide del lago.

La profondità del punto in cui l’auto è scomparsa è di circa venti metri, e per le due persone a bordo non c’è stato alcun modo di salvarsi. La tragedia è avvenuta intorno alle 23 del 6 gennaio, la sera dell’Epifania. Le vittime sono Tiziana Tozzo, 45 anni, originaria di Cantù ma con radici calabresi, e Morgan Algeri, 38 anni, residente a Brembate Sopra (Bergamo) e pilota della scuola di volo di Caravaggio. I corpi sono stati recuperati dai sommozzatori dei vigili del fuoco, intervenuti in seguito all’incidente. Gli inquirenti ritengono che un problema meccanico all’auto potrebbe essere la causa più probabile dell’incidente, escludendo l’ipotesi di un gesto volontario o di altre cause. Le testimonianze suggeriscono che l’auto era parcheggiata rivolta verso il lago, a circa tre metri dalla balaustra. I due occupanti sono saliti a bordo, Algeri ha avviato il motore, e l’auto ha improvvisamente preso velocità, superando la ringhiera. Gli airbag sono stati trovati aperti, probabilmente a seguito dell’impatto con l’acqua, mentre le portiere dell’auto erano aperte quando è stata recuperata a 15 metri di profondità.

Calabria

A2 Rogliano | Si chiamava Luca Barone, la giovane vittima dell’incidente di questa mattina

Sabato mattina si è verificato un tragico incidente sulla A2 del Mediterraneo, causando la morte di Luca Barone, 32 anni, residente a Figline Vegliaturo in provincia di Cosenza. Barone gestiva un bar nella frazione di Grupa, comune di Aprigliano. L’incidente è avvenuto intorno alle 10.30, a circa due chilometri dallo svincolo di Rogliano – Piano Lago, nella corsia sud.

Il violento impatto ha coinvolto due mezzi: un’autovettura e un autofurgone. Oltre alla vittima, l’incidente ha provocato due feriti, uno dei quali in gravi condizioni. I feriti sono stati estratti dalle lamiere dai vigili del fuoco del Comando di Cosenza e sono stati affidati al personale sanitario del Suem118, che li ha successivamente trasferiti in ospedale con l’ausilio dell’elisoccorso.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i vigili del fuoco per mettere in sicurezza l’area, mentre la polizia stradale ha effettuato i rilievi necessari per determinare la dinamica dell’incidente. La comunità locale è sotto shock per la perdita di Luca Barone e le autorità continuano a indagare sulle cause dell’incidente.

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Calabria

Incidente nella Galleria tra Scilla e Bagnara: Coinvolti Mezzi Pesanti VIDEO

Questa mattina si è verificato un incidente nella galleria tra Scilla e Bagnara, coinvolgendo, secondo una prima ricostruzione, un mezzo pesante. Il veicolo sarebbe andato a sbattere contro il Garda Rail, causando disagi alla circolazione.

Al momento, sul luogo dell’incidente sono presenti la polizia stradale per effettuare i rilevi del caso e le squadre di Anas e i vigili del fuoco per liberare la carreggiata. Non risultano feriti, ma la situazione è ancora in evoluzione.

Si consiglia ai conducenti di prestare attenzione e di seguire le indicazioni delle autorità sul posto per garantire la sicurezza e la fluidità del traffico nella zona interessata dall’incidente.

IN AGGIORNAMENTO

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Calabria

Rende | Il Racket delle estorsioni paralizza le imprese

Il fenomeno del “pizzo” è una realtà tangibile, una sorta di bolletta che negozianti e imprenditori si vedono costretti a pagare, spesso a rate fisse, ai vari esattori della rete criminale che domina, impoverisce e terrorizza non solo l’economia locale, ma, come dimostrano le numerose inchieste della DDA di Catanzaro, l’intera provincia. Si tratta di una tassa imposta dall’illegalità, ebbene pagata da tutti, anche da coloro che, anche se in pochi, preferirebbero chiudere per sempre piuttosto che sottomettersi.

Le indagini “Reset” e “Recovery” hanno gettato luce, nel giro di un anno, sui meccanismi di questa oscura pratica, mettendo in risalto, al di là dell’innocenza presumibile degli indagati fino alla conferma definitiva delle accuse, i lati oscuri e le molte zone d’ombra della società e soprattutto dell’economia cosentina. Le ordinanze emesse in seguito a queste indagini narrano, con ricchezza di dettagli, gli scenari nei quali agiscono gli uomini del racket, delineando un copione sinistro di intimidazioni e minacce, che non esitano a trasformarsi in azioni violente, come l’uso del fuoco e dei proiettili, per piegare i “cattivi pagatori”.

Il fenomeno non è un tabù segreto, ma una realtà evidente che emerge anche dall’indagine condotta dalla Confcommercio, la quale rivela che circa il 25% delle imprese cosentine (contro poco più del 24% della media nazionale) vive nell’ombra del racket delle estorsioni, oltre che dell’usura. Quest’ultima, spesso, agisce in perfetta sinergia con il “pizzo”. Questo dato non solo conferma la diffusa paura tra gli imprenditori, ma anche il silenzio e la mancanza di denunce, alimentando così il perpetuarsi di un sistema criminale che continua a prosperare nell’oscurità.

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