Cronaca
Brogliacci delle intercettazioni degli anni ’90 ritrovati dalla Guardia di Finanza, nuove indagini sulla strage di via D’Amelio

La Guardia di Finanza ha ritrovato i brogliacci delle intercettazioni effettuate negli anni ’90 nell’ambito delle indagini sulle infiltrazioni di Cosa Nostra nel settore imprenditoriale, in particolare nelle aziende del Gruppo Ferruzzi. Si tratta di un’importante scoperta legata all’inchiesta mafia-appalti disposta dalla Procura di Palermo, che secondo alcune ipotesi rappresenterebbe il vero movente della strage di via D’Amelio, costata la vita al giudice Paolo Borsellino.
I brogliacci erano conservati in quattro buste gialle con i timbri della Guardia di Finanza del 1992, ritrovate dal Gico di Caltanissetta dopo due anni di ricerche in oltre 2000 faldoni. Questi documenti confermano che l’ordine di smagnetizzare le bobine e distruggere i brogliacci, previsto dalla prassi dell’epoca in caso di irrilevanza delle registrazioni, non è mai stato eseguito, contraddicendo la tesi iniziale dei pm di Caltanissetta.
Le nuove indagini della Dda di Caltanissetta, che stanno cercando di accertare eventuali collegamenti tra la vecchia inchiesta e la strage di via D’Amelio, hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati per favoreggiamento aggravato alla mafia dell’ex pm antimafia di Palermo Gioacchino Natoli e dell’ex procuratore Giuseppe Pignatone. L’ipotesi è che Natoli, su impulso di Pignatone e dell’allora capo della Procura Pietro Giammanco, avesse ordinato la distruzione delle intercettazioni e dei brogliacci per insabbiare le indagini sull’imprenditore mafioso Antonino Buscemi. Tuttavia, la difesa di Natoli ha spiegato che la distruzione dei nastri era una prassi comune negli anni ’90 per i procedimenti archiviati, mentre l’ordine è rimasto disatteso, come dimostrano i ritrovamenti.
L’ex pm Natoli è stato recentemente sentito dalla Procura di Caltanissetta su sua richiesta, assistito dagli avvocati Fabrizio Biondo, Ninni Reina ed Ettore Zanoni. Secondo l’accusa, Natoli avrebbe condotto un’indagine apparente, limitando le intercettazioni e occultando conversazioni rilevanti che riguardavano presunte collusioni tra mafiosi, imprenditori e politici. In particolare, avrebbe favorito personaggi come Antonino Buscemi, Francesco Bonura, Ernesto Di Fresco e i vertici del Gruppo Ferruzzi Raoul Gardini, Lorenzo Panzavolta e Giovanni Bini.
Il ritrovamento dei brogliacci potrebbe ora permettere alla magistratura di valutare se le intercettazioni contengano elementi utili mai approfonditi, aprendo nuovi scenari sulle infiltrazioni mafiose nel nord Italia e sulla strage di via D’Amelio.
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