Attualità
Il corpo oltre il limite: Gli incarnati, il romanzo disturbante e visionario di Alessio Caliandro
di Umberto Zollo | Torino, Un viaggio allucinato tra desiderio, mutazione e fine della civiltà
di Umberto Zollo
Gli incarnati, romanzo d’esordio di Alessio Caliandro, è un’opera che si insinua sottopelle. Finalista della XXXVI edizione del Premio Italo Calvino, questo libro rappresenta un esperimento letterario audace, che osa mescolare eros, metafisica e body horror in una narrazione sospesa tra sogno e incubo.
Ambientato in una Roma grigia, alienante e oppressiva, il romanzo segue la discesa psichica di un protagonista senza nome, invischiato in un’esistenza fatta di frustrazioni e apatie. La sua unica via di fuga è un’ossessione erotica per una giovane sconosciuta, una figura tanto evanescente quanto pervasiva, che pare emergere non dal passato, ma da “un’altra vita, o da un sogno, o da un’esistenza solo possibile che non si è mai realizzata”.
L’attrazione si trasforma presto in metamorfosi: nel corpo dell’uomo prende forma un tumore con morfologia cerebrale, un’alterazione che non è soltanto biologica, ma simbolica. Una “seconda intelligenza”, carnale e incontenibile, lo spinge a distruggere ogni vincolo sociale e familiare, liberandolo in una spirale in cui la carne pensa, vuole, agisce.
Il culmine arriva con l’incontro della Donna clitoride, suo doppio e nemesi femminile, creatura altrettanto perturbante. Insieme, i due diventano minaccia cosmica, detonatori di un’apocalisse simbolica che mette in discussione le fondamenta stesse della civiltà. La loro unione non è soltanto carnale, ma sovversiva, anticulturale, quasi mitologica.
Caliandro, nato a Martina Franca nel 1977 e residente a Roma, ha una formazione filosofica e storico-religiosa che informa profondamente la struttura e le implicazioni del suo testo. Autore del saggio Il Prete Gianni e la performatività del mito (Fallone, 2022), ha già dimostrato un interesse per i meccanismi profondi del racconto simbolico. Con Gli incarnati, compie un ulteriore salto: ci consegna un’opera che disturba, provoca e costringe a ripensare i confini del corpo e dell’identità.
Gli incarnati non è un romanzo per tutti, ma è esattamente il romanzo di cui la letteratura italiana aveva bisogno: viscerale, filosofico, contaminato. Un libro che, come un incubo lucido, continua a pulsare nella mente del lettore molto dopo l’ultima pagina.
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