Una tragedia a colpito di nuovo la famiglia di Andrea Furlan, il commesso del supermercato colpito durante una rapina: Andrea non è morto, ma la sua vita è stata ugualmente distrutta in modo permanente. Il colpo di pistola esploso dal rapinatore lo ha lasciato paralizzato.
Andrea Furlan: La Vita Distrutta, Non Spenta
L’episodio, che risale al momento di una rapina violenta, ha causato danni irreparabili al ragazzo, condannandolo a una condizione di paralisi permanente. Nonostante sia sopravvissuto all’aggressione, il dramma della sua vita è la completa dipendenza e l’impossibilità di condurre una vita autonoma, conseguenza diretta di quell’atto criminale.
Il Diniego del Risarcimento e La Perquisizione alla Madre
Al dolore insopportabile per la condizione del figlio si è aggiunta l’amara beffa del diniego del risarcimento da parte del giudice civile in primo grado.
Come se non bastasse, la madre di Andrea ha rivelato un ulteriore e sconcertante dettaglio: dopo la tragedia e nel pieno della battaglia legale, la donna avrebbe subito una perquisizione da parte delle autorità, un gesto che ha acuito il senso di ingiustizia e abbandono.
L’Appello al Governo: “Lo Stato Dov’è?”
Di fronte a tanta sofferenza fisica e morale, e alla mancanza di sostegno istituzionale, la madre di Andrea ha deciso di appellarsi direttamente al Governo.
Il suo grido è un accorato richiamo alla responsabilità dello Stato nei confronti delle vittime di crimini violenti:
“Lo Stato dov’è? Non ci arrendiamo così.”
La donna non chiede solo un risarcimento economico (negato dal tribunale civile in primo grado) per le cure e l’assistenza che il figlio necessita, ma soprattutto un riconoscimento morale e un intervento che ponga rimedio a una situazione che sente come una doppia vittimizzazione: prima per mano del rapinatore, poi per mano della burocrazia e della giustizia. La famiglia ha confermato che proseguirà la sua battaglia legale in appello.
