Frosinone, scoperta in un bunker la più grande fabbrica clandestina di sigarette

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Un’operazione congiunta della Guardia di Finanza e dei Carabinieri ha portato alla luce la più grande fabbrica clandestina di sigarette mai scoperta in Italia. L’impianto, nascosto all’interno di un bunker sotterraneo nelle campagne del frusinate, era attrezzato con macchinari di ultima generazione capaci di produrre oltre 3 milioni di sigarette al giorno.

Il blitz

L’intervento delle forze dell’ordine è scattato dopo settimane di indagini e pedinamenti. Durante l’irruzione, i militari hanno trovato oltre 20 tonnellate di tabacco lavorato, migliaia di pacchetti già pronti per essere immessi sul mercato e una ventina di operai, tutti di origine straniera, impiegati nella produzione.
Secondo gli inquirenti, la rete criminale operava su scala internazionale e aveva come principale obiettivo il mercato nero europeo, con ingenti profitti derivanti dalla vendita di prodotti contraffatti privi di bolli fiscali.

Un bunker ad alta tecnologia

La fabbrica era stata realizzata all’interno di una struttura sotterranea difficilmente individuabile dall’esterno. Il bunker, dotato di impianti di ventilazione e sistemi di insonorizzazione, era stato progettato per garantire sicurezza, anonimato e continuità produttiva, riducendo al minimo il rischio di scoperta.
Gli investigatori hanno definito l’impianto «una vera e propria industria parallela, costruita con standard professionali e capace di competere con le più grandi aziende legali del settore».

Arresti e sequestri

Sono stati arrestati 12 uomini, ritenuti parte dell’organizzazione, mentre altri soggetti sono attivamente ricercati. Il sequestro complessivo comprende tabacco, macchinari industriali e sigarette già confezionate per un valore stimato di oltre 50 milioni di euro.

Le reazioni

Il ministro dell’Interno ha definito l’operazione «un successo straordinario contro le mafie del contrabbando», sottolineando come l’attività criminosa avesse non solo un impatto economico, ma anche sanitario, trattandosi di prodotti realizzati senza alcun controllo di qualità.

Le indagini proseguono per individuare i canali di distribuzione e i collegamenti internazionali del traffico, che secondo gli inquirenti potrebbe avere ramificazioni anche in Europa dell’Est e Medio Oriente.