Come si riconosce la febbre West Nile: sintomi, rischi e segnali da non sottovalutare

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Con l’arrivo dell’estate e l’aumento delle temperature, torna anche il rischio legato alle punture di zanzara, in particolare di quelle che possono trasmettere il virus West Nile. Questa malattia virale, diffusa soprattutto nelle aree rurali e umide, può circolare silenziosamente, ma in alcuni casi manifestarsi con sintomi anche gravi. È quindi fondamentale conoscere i segnali da monitorare per intervenire tempestivamente.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nella maggior parte dei casi – circa l’80% – l’infezione da virus West Nile decorre in modo completamente asintomatico. Le persone infette non avvertono alcun sintomo e spesso ignorano di essere state contagiate. Tuttavia, nel restante 20% dei casi, la patologia può presentarsi con una sintomatologia lieve, paragonabile a quella di una comune influenza.

I primi sintomi tendono a manifestarsi tra i 3 e i 14 giorni dopo la puntura della zanzara infetta. Tra i disturbi più frequenti si riscontrano febbre, mal di testa, affaticamento, dolori muscolari, nausea e, talvolta, eruzioni cutanee. Nei soggetti più fragili, come gli anziani o le persone immunodepresse, il virus può evolvere in una forma neuro-invasiva, con conseguenze anche molto serie come encefalite, meningite o paralisi.

Riconoscere i segnali iniziali e non sottovalutarli è fondamentale. Anche in presenza di sintomi lievi, se si sospetta un possibile contagio in seguito a puntura di zanzara e si vive in zone a rischio, è consigliabile rivolgersi al proprio medico curante o ai servizi sanitari territoriali per un’eventuale diagnosi e monitoraggio.

La prevenzione resta la principale arma contro la diffusione del virus: proteggersi dalle punture, eliminare i ristagni d’acqua e seguire le indicazioni delle autorità sanitarie è essenziale per ridurre il rischio di infezione durante il periodo estivo.