Saviano accusato da Furgiuele: “Strumentalizza il tema mafia per costruire narrazioni unilaterali”

Il deputato calabrese della Lega, Domenico Furgiuele, interviene con forza dopo le dichiarazioni di Roberto Saviano dal palco del festival “Trame”, accusando lo scrittore di travisare deliberatamente il senso delle sue parole e di offendere la comunità di Lamezia Terme. “Quando affermo che questa città ha bisogno di un festival di libri, non di libri sulla mafia – precisa Furgiuele – intendo sottolineare l’urgenza di cultura vera, non di slogan o retorica.”

Secondo il parlamentare leghista, l’autore di “Gomorra” avrebbe interpretato le sue dichiarazioni come un invito al silenzio, quando invece rappresentano, a suo dire, un richiamo a un approccio più equilibrato e costruttivo. “Saviano legge messaggi di omertà dove non esistono. L’uso strumentale del tema mafia per screditare un territorio è irresponsabile. A Lamezia Terme il silenzio non esiste: parlano gli arresti, le indagini, le sentenze. Parlano le Forze dell’Ordine e la magistratura. Ed è proprio grazie a loro se oggi questa città ha riconquistato la sua normalità.”

Furgiuele sottolinea come la città stia cercando di liberarsi da uno stigma e rivendica il diritto di raccontare Lamezia Terme anche attraverso i suoi esempi positivi. “Saviano con le sue dichiarazioni non contribuisce alla crescita, ma alimenta un pregiudizio. La mafia va combattuta con gli strumenti dello Stato, non con il marketing delle parole e senza etichettare chi non condivide la sua narrazione.”

L’intervento di Furgiuele si inserisce in un dibattito acceso sulla rappresentazione del Sud Italia e del fenomeno mafioso nei media e nella cultura. La polemica tra il deputato e lo scrittore accende il confronto su come parlare di legalità senza alimentare generalizzazioni che danneggiano chi ogni giorno lavora onestamente per costruire un futuro migliore.