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Sos carceri in Italia: solo 3 mq a detenuto e record di minori reclusi

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La situazione nelle carceri italiane è sempre più critica. Un nuovo report sulle condizioni detentive lancia un vero Sos per il sistema penitenziario nazionale, denunciando spazi minimi di appena 3 metri quadrati per detenuto e un numero record di minori reclusi. Un quadro allarmante che pone l’Italia al centro dell’attenzione anche sul piano internazionale per la violazione dei diritti umani fondamentali.

Secondo i dati diffusi dall’Associazione Antigone, che da anni monitora lo stato delle carceri italiane, il tasso di sovraffollamento ha superato il 120%, con strutture che ospitano oltre 61.000 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di circa 50.000 posti. Ma a preoccupare di più sono le condizioni igienico-sanitarie e la drammatica carenza di spazio: in molte celle, i detenuti vivono in appena 3 metri quadrati a testa, ben al di sotto degli standard minimi previsti dalle normative europee.

Il problema è ancora più grave nelle carceri minorili, dove si registra un preoccupante aumento della popolazione detenuta al di sotto dei 18 anni. Nei primi mesi del 2025, i minori reclusi hanno raggiunto livelli mai visti negli ultimi vent’anni, con picchi in regioni come Campania, Sicilia, Lazio e Lombardia. A pesare, secondo gli esperti, sono l’aumento della criminalità giovanile, il disagio sociale e la mancanza di misure alternative alla detenzione.

«Il carcere dovrebbe essere l’ultima risorsa, non la prima risposta al disagio minorile», ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. «Il sovraffollamento e la presenza di minori in condizioni disumane sono un fallimento del nostro sistema di giustizia e delle politiche di prevenzione».

Le condizioni di vita all’interno delle carceri italiane sono spesso denunciate anche da organizzazioni internazionali, tra cui il Comitato europeo per la prevenzione della tortura. Le celle sovraffollate, l’assenza di attività rieducative e l’accesso limitato all’assistenza sanitaria e psicologica rappresentano una violazione dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

Le associazioni per i diritti dei detenuti chiedono al governo un intervento urgente: ampliamento delle misure alternative, investimenti per la riqualificazione delle strutture, aumento del personale penitenziario e potenziamento dei servizi educativi e riabilitativi.

Il ministero della Giustizia ha dichiarato che è allo studio un piano di emergenza, che dovrebbe prevedere nuove aperture di strutture e un maggiore ricorso a pene alternative, ma le tempistiche restano incerte.

Intanto, nelle carceri italiane, la tensione cresce. Crescono anche i casi di autolesionismo, tentati suicidi e aggressioni, sia tra detenuti che verso il personale penitenziario, già duramente provato da turni estenuanti e risorse insufficienti.

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